Molti ragionevoli uomini moderni devono aver abbandonato il cristianesimo sotto la pressione di queste tre convinzioni convergenti: primo, che gli uomini, per la loro forma, struttura e sessualità, sono dopo tutto molto simili alle bestie, una semplice varietà del regno animale; secondo, che la religione primitiva è sorta tra l’ignoranza e la paura; terzo, che i preti hanno riempito la società di amarezza e di tetraggine. Questi tre argomenti anticristiani sono di diversa natura, ma sono anche indubbiamente logici e legittimi; e tutti convergenti. L’unica obiezione che c’è da fare (secondo me) è che sono tutti falsi. Se si lasciano da parte i libri sulle bestie e sugli uomini, e vi mettete a guardare le bestie e gli uomini, allora (se si dispone di umorismo o di immaginazione, di senso dell’abnorme e della farsa) osserverete che la cosa sorprendente non è come l’uomo assomigli alle bestie, ma quanto ne differisca. È la scala mostruosa di questa divergenza che richiede una spiegazione. Che l’uomo e il bruto siano simili è una verità lapalissiana; ma che, pur essendo tanto simili, siano poi tanto follemente dissimili, questa è la sorpresa e l’enigma. Che una scimmia abbia le mani, è molto meno interessante per il filosofo del fatto che avendo le mani essa non se ne faccia quasi nulla: non gioca a dadi, non suona la chitarra, non scolpisce il marmo o non taglia il montone. Si parla di architettura barbarica e di degenerazione dell’arte; ma gli elefanti non costruiscono colossali templi di avorio, nemmeno in stile rococò; i cammelli non dipingono nemmeno dei brutti quadri, benchè forniti in abbondanza del materiale per molti pennelli di pelo di cammello. Alcuni moderni sognatori affermano che le formiche e le api hanno una società superiore alla nostra. Esse hanno, effettivamente, una civiltà, ma questo non fa che ricordarci che si tratta di una civiltà inferiore. Chi ha trovato mai un formicaio decorato di statue di formiche celebri? Chi ha mai visto un alveare con scolpite le immagini di splendide regine dell’antichità? No, l’abisso fra l’uomo e le altre creature può avere una spiegazione naturale, ma è un abisso. Si parla di animali selvaggi; ma l’uomo è l’unico animale selvaggio. È l’uomo che ha rotto i freni. Gli altri sono animali sottomessi, che seguono la rude rispettabilità della tribù o della specie. Tutti gli altri sono animali domestici; l’uomo solo è sempre ribelle, sia come depravato sia come monaco. Così questo primo superficiale argomento in favore del materialismo è, se mai, un argomento in favore della tesi contraria; è proprio dove la biologia si ferma che incomincia la religione.
G.K.C. (ovviamente)
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