mercoledì, maggio 30, 2007

Rivelazione e conoscenza

Segnalo l'imminente uscita, presso l’editore Rubbettino, del volume Rivelazione e conoscenza, a cura di Giovanni Grandi e Luca Grion.

Il saggio di apertura è dell'ottimo Piccolozaccheo, alias Luigi Walt: Rivelazione e conoscenza nell’esperienza apostolica di Paolo (pp. 9-42).

Particolarmente significativi risultano gli interventi di Armando Rigobello (pp. 139-141) e Inos Biffi (pp. 149-164). Gli altri interventi sono firmati, nell’ordine, da Giuseppe Barzaghi (su san Tommaso d’Aquino), Orlando Todisco (su san Bonaventura), Ettore Perrella (su Gregorio Palamas), Nike K. Pokorn (sull’anonimo trattato medievale The Clowde of Unknowyng), Christos Yannaras (sulla prospettiva dell’Oriente cristiano), Andrea Aguti (su Karl Barth), Natalino Valentini (su Pavel Florenskij), Giuseppina De Simone (su Max Scheler), Goradz Kocijančič (sul pensiero apofatico) e Giovanni Grandi (su Jacques Maritain).

In tutto sono 260 pagine, al prezzo di 14 euro.

martedì, maggio 29, 2007

Come avevo previsto, le elezioni in Irlanda sono state vinte dal Fianna Fail che, con grande sorpresa degli 'esperti', ha raggiunto il 41,6%. E' andata bene anche al Fine Gael che ha guadagnato 20 seggi ed il 4,8%, raggiungendo il 27,3%. Maluccio invece il Labour (10,1%, ossia -0,7%) e malissimo per i Progressive Democrats che sono passati da 8 a 2 seggi. Michael McDowell, l'odioso Ministro della Giustizia e vice premier, non e' stato eletto ed ha abbandonato la vita pubblica.
Sinn Fein ha deluso, racimolando il 6,9%. Greens stabili al 6,9%.
E' sceso da 13 a 5 il numero degli indipendenti eletti.
Sostanzialmente ha perso la sinistra (Labour, Sinn Fein) e la destra (PD). E' cresciuto il centro.
La situazione e' ora difficile in quanto la uscente coalizione di governo, FF e PD, da sola non ha i voti necessari per un nuovo esecutivo e dovrebbe fare appello ad indipendenti e verdi.
La coalizione arternativa, nonostante al vittoria di FG, ha ancora meno seggi e dovrebbe riuscire a coinvolgere Sinn Fein, piuttosto malvisti da gran parte della popolazione, Greens e indipendenti.
Sono in corso ferventi trattative. Vi terremo aggiornati.

giovedì, maggio 24, 2007

Can we trust the BBC?

A quanti, ingenuamente, credono che la BBC sia sinonimo di giornalismo affidabile e senza pregiudizi, consigliamo la lettura di Can we trust the BBC?, uscito a febbraio 2007. L'autore, Robin Aitken, ha lavorato 25 anni nell'azienda britannica e nel suo libro accusa la BBC di sistematica manipolazione di notizie e programmi.

Discussioni e recensioni del libro si trovano qui, qui e qui.

Per quanto rigurda l'anticattolicesimo della BBC, nel libro si discute non dell'infame video Sex and the Vatican, divenuto chi sa perché improvvisamente popolare in Italia, ma di un altro documentario della stessa serie Panorama, dal titolo Sex and the Holy City, tanto per cambiare. In questo caso la tesi da affermare non era il coinvolgimento di Ratzinger in scandali sessuali ma che la morale sessuale cattolica favorisce il diffondersi dell'AIDS.
Nessuna sorpresa se alla prima occasione buona, Santoro o Peppe Grillo, ci presenteranno anche questo documentario come l'ultima eclatante scoperta di turpi segreti vaticani.
Nell'attesa dell'evento vi consiglio la lettura di Bias and the BBC, un dettagliato documento di 30 pagine nel quale vengono smontate le accuse e si mostra l'inaffidabilità e il pregiudizio anticattolico della rete nazionale britannica.

mercoledì, maggio 23, 2007

Election Day

Domani in Irlanda si vota per le elezioni politiche. Il risultato è incertissimo, i bookmaker danno perdente la coalizione di governo ma io prevedo invece una sua vittoria.
L'attuale governo è composto da due partiti: Fianna Fail e Progressive Democrats. Fianna Fail è il partito più popolare in assoluto, stimato al 35-37%, repubblicano e moderato. I Progressive Democrats sono invece un piccolo partito (circa 3%) che però contempla alcune importatni figure quali l'attuale ministro della giustizia, nonchè vice primo ministro, e il ministro della sanità. Di tendenza laica e ultraliberista, è nato da una scissione a destra nel Fianna Fail.
I partiti corrono singolarmente e gli eventuali accordi di governo verranno fatti solo quando i risultati delle urne saranno noti.
La possibile coalizione alternativa è formata da Fine Gael e Labour. Fine Gael, che i sondaggi danno al 25-27% è un partito di centro, di vaga ispirazione cristiana mentre il Labour un partito laburista che raccoglie più o meno il 10-12% dei voti.
Poi ci sono i Greens (verdi), al 5-8%, e lo Sinn Fein. Lo Sinn Fein, partito repubblicano di sinistra, molto forte nel Nord Irlanda, è la maggiore incognita. Le previsioni dicono che raddoppierà i propri consensi, arrivando al 10%, ma nessun partito lo vuole in una coalizione di governo.

Una curiosità, Colm O'Gorman, che compare nell'infame documentario della BBC, corre per i Progressive Democrats.

Per chi voglia approfondire, qui maggiori dettagli.

lunedì, maggio 21, 2007

Preti pedofili e Ratzinger

Sempre a proposito della faccenda pedofilia e Ratzinger, e' interessante rileggere oggi 2 articoli comparsi su Repubblica (Repubblica, non Avvenire!!) qualche mese fa.



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LA CHIESA DI RATZINGER

Il Papa contro i preti pedofili "Colpevoli di crimini enormi"
Ratzinger: scoprire la verità e aiutare le vittime di abusi
Duro intervento davanti ai vescovi irlandesi in udienza "Minata la fiducia nella Chiesa, occorre ricostruirla"

ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO
Gli abusi sessuali sui bambini «sono crimini abominevoli» che vanno perseguiti «con forza, determinazione e tempestività» per «punire i colpevoli e aiutare le piccole vittime». Ma quando i colpevoli sono «religiosi, questo particolare crimine diventa ancora più grande e la Chiesa deve fare tutto il possibile per assicurare alla giustizia chi lo commette, e nello stesso tempo dare sostegno alle vittime ed evitare che altre violenze simili possano ripetersi». Benedetto XVI davanti ad uno dei più grandi scandali esplosi negli ultimi anni in alcune diocesi della Chiesa cattolica: le violenze sessuali sui minori da parte dei preti pedofili. Tema scomodo e scottante affrontato ieri dal Papa per la prima volta, pubblicamente, da quando è asceso al soglio di Pietro, il 19 aprile 2005, ricevendo in Vaticano i vescovi irlandesi.
Era stato, nel marzo scorso, l´arcivescovo di Dublino, monsignor Diarmuid Martin, a rivelare che, secondo una inchiesta svolta tra i 2800 preti della sua diocesi, dagli anni ‘40 i casi di pedofilia accertati erano stati 350 e che i sacerdoti sospettati di aver compiuto violenze sessuali sono circa il 3 per cento del clero irlandese. Ieri l´arcivescovo Sean Bredy, primate d´Irlanda, ne ha parlato al Papa, e il pontefice ne ha tratto lo spunto per esortare tutta la Chiesa ad essere più «vigile ed attenta» verso un problema - gli abusi sui bambini - che scuote le coscienze e lacera le vite di tanti innocenti. «Voi - ha ricordato tra l´altro il Papa - , avete dovuto fare fronte negli anni recenti a molti e terribili casi di abusi sessuali su minori. Questi sono ancora più tragici quando ad abusare è un uomo di Chiesa. Le ferite causate da tali atti agiscono in profondità ed è un´operazione urgente ricostruire la fiducia e la sicurezza là dove esse sono state compromesse».
Di fronte a simili violenze, avverte Ratzinger, occorre «stabilire la verità per adottare qualsiasi misura necessaria per prevenire la possibilità che i fatti si ripetano, garantire che i principi di giustizia siano pienamente rispettati e, soprattutto, portare sostegno alle vittime colpite da questi enormi crimini».
«Parole giuste e sacrosante», commenta il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Sanità della Santa Sede, nativo del Messico, uno dei paesi maggiormente colpiti da casi di abusi sessuali di preti. «Quando ero arcivescovo - ricorda il cardinale - di fronte a casi simili ero inflessibile e per niente tollerante. Occorre essere vigili, attenti, a partire dalla formazione nei seminari. Ma non va dimenticato che ci sono anche persone che denunziano la Chiesa solo per cercare di trarre vantaggi economici con l´inganno e la menzogna».

Repubblica, 29 ottobre 2006


IL RETROSCENA
La svolta di Wojtyla, la circolare di Ruini ai vescovi: quattro anni di sforzi per estirpare la piaga
Pubbliche ammende e lettere segrete così il Vaticano decise di dire basta

MARCO POLITI

CITTÀ DEL VATICANO
LA SVOLTA avvenne tra il 2001 e il 2002.
Protagonisti papa Wojtyla e l´allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, cardinale Ratzinger.
Scosso e disgustato dall´ondata di scandali che stava investendo la Chiesa cattolica degli Stati Uniti, Giovanni Paolo II ruppe con il secolare costume ecclesiastico dell´insabbiamento e si affrancò dai consigli di quanti in Curia propendevano per una «prudenza» molto simile all´omertà.
Di colpo il pontefice polacco tirò i freni e con un Motu proprio del 18 maggio 2001 sancì il ruolo centrale dell´ex Sant´Uffizio nell´affrontare il fenomeno.
Vennero poi le «Linee guida» elaborate da Ratzinger.
Ai vescovi del mondo il cardinale chiedeva «non solo di contribuire a evitare un crimine così grave, ma anche di proteggere con le necessarie sanzioni la santità del sacerdozio e la cura pastorale offerta dai vescovi e dagli altri responsabili ecclesiastici».
È questo il documento su cui oggi si basa la Santa Sede per contrastare e combattere la pedofilia del clero.
Al primo sospetto oggettivo il vescovo è tenuto a informare la Congregazione per la Dottrina della fede, che deciderà se far giudicare la questione a livello locale o avocare il procedimento in Vaticano. Lo stesso documento condanna ogni abuso della confessione per ottenere favori sessuali.
Per scongiurare frettolose archiviazioni Ratzinger - d´intesa con papa Wojtyla -prese anche la decisione di modificare i termini di prescrizione dei processi ecclesiastici. I dieci anni necessari per far decadere i procedimenti scattano (dopo la riforma del 2001) soltanto a partire dalla maggiore età della vittima, in modo da garantire a chi è stato abusato nel corso dell´adolescenza la piena facoltà di intervento in giudizio.
L´anno successivo il cardinale Ratzinger partecipò al vertice straordinario dell´episcopato americano, convocato a Roma, quando si stabilì «tolleranza zero» per i preti pedofili e l´immediato allontanamento di chiunque fosse coinvolto in indagini da incarichi ecclesiali a contatto con minori.
Le dure parole, usate ora da Benedetto XVI, trovano un precedente nell´escalation di interventi di Giovanni Paolo II dopo l´esplosione degli scandali. «L´abuso che ha causato questa crisi - disse ai vescovi americani nell´aprile del 2002 - viene giustamente considerato un crimine dalla società ed è anche un peccato sconvolgente agli occhi di Dio». Quando nel luglio del 2002 il pontefice polacco si recò a Toronto per la Giornata mondiale della gioventù confessò dinanzi a centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze che i preti pedofili provocavano in lui «un profondo senso di tristezza e di vergogna».
Molti ritengono che l´allusione di Ratzinger alla «sporcizia» nella Chiesa durante l´ormai famosa Via Crucis del 2005, poco prima della morte di Giovanni Paolo II, si riferisse anche ai casi di pedofilia diffusi in ogni parte del globo. Da pontefice Ratzinger ha costretto alle dimissioni - risparmiandogli l´onta di un processo ecclesiastico - il fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel, pressato da antiche accuse di pedofilia. Sulla situazione italiana il presidente della Cei Ruini mandò tempo fa una lettera a tutti i vescovi, che però non è mai stata pubblicata. Finora in Italia, tranne eccezioni, la tendenza nella gerarchia ecclesiastica è di aspettare le conclusioni della magistratura ordinaria, invece di punire per primi i colpevoli.

Repubblica, 29 ottobre 2006

Next year

Visto che qualche amico sta aspettando la notizia, vi comunico che la DBS per l'anno prossimo mi ha assegnato 4 insegnamenti. O meglio, 2 insegnamenti a semestre da tenere sia per i corsi diurni che quelli serali. La stessa lezione viene ripetuta due volte durante la settimana, per gli studenti full-time e part-time.
Nel primo semestre insegnero' Introduction to Philosophy, un corso per il primo anno di Arts e Psychology con circa 230 studenti, e Theories of Knowledge, un corso del secondo anno di Arts con una ventina di alunni. Nel secondo semestre insegnero' Philosophy of the Sciences e Critical Thinking.
Per l'Adult Education Centre in UCD dovrei tenere due corsi, uno su Newman e uno in Critical Thinking. Aspettiamo conferme.

sabato, maggio 19, 2007

Infame calunnia via Internet

Ognuno, evidentemente, si consola come vuole. O, meglio, come può. Così stupisce solo in parte che dinanzi alla vitalità cattolica documentata sabato scorso in Piazza San Giovanni, ci sia chi trovi benefico sfogo a rovistare nel bidone della spazzatura alla ricerca di qualche lisca di pesce o di qualche uovo in decomposizione. Confidando magari che qualche organo di informazione, più o meno clandestino, non faccia troppo lo schizzinoso, e rilanci generosamente il tutto, offrendo al proprio pubblico come sicuro il cibo ampiamente avariato.
Ci riferiamo ad un documentario su preti cattolici e abusi sessuali che, mandato in onda dalla Bbc nel 2006, viene oggi sottotitolato in italiano da Bispensiero, sito di amici siciliani di Beppe Grillo, e caricato su Video Google, dove pare abbia un certo successo. A proposito di bocche buone. Si tratta di un pot-pourri di affermazioni e pseudo-testimonianze che furono apertamente sconfessate a suo tempo dalla Conferenza episcopale inglese, la quale invitò l'augusta Bbc a "vergognarsi per lo standard giornalistico usato nell'attaccare senza motivo Benedetto XVI".
Il pezzo forte del servizio infatti consisteva (e ancora consiste) nell'accusa rivolta a Joseph Ratzinger di essere stato niente meno che il responsabile massimo della copertura di crimini pedofili commessi da sacerdoti in varie parti del globo, in quanto "garante" per 20 anni - da quando fu nominato prefetto vaticano - del testo Crimen sollicitationis, che è un'istruzione emanata in realtà dal Sant'Uffizio il 16 marzo 1962. Da notare la data: nel 1962 infatti Joseph Ratzinger non era certo prefetto della futura Congregazione per la dottrina della fede, essendo in quel tempo ancora teologo molto impegnato nella sua Germania.
C'è da dire che quel documento veniva presentato dalla Bbc come un marchingegno furbesco, escogitato dal Vaticano per coprire reati di pedofilia, quando invece si trattava di un'impor tante istruzione atta ad «istruire» i casi canonici e portare alla riduzione allo stato laicale i presbiteri coinvolti in nefandezze pedofile. In particolare, trattava delle violazioni del sacramento della confessione. Da notare che l'Istruzione richiedeva il segreto del procedimento canonico per permettere ad eventuali testimoni di farsi avanti liberamente, sapendo che le loro deposizioni sarebbero state confidenziali e non esposte a pubblicità. E di conseguenza anche la parte accusata non vedesse infamato il proprio nome prima della sentenza definitiva.
Insomma, un insieme di norme rigorose, che nulla aveva a che fare con la volontà di insabbiare potenziali scandali. E che il testo Crimen Sollicitationis non fosse pensato per tale fine lo dimostrava un paragrafo, il quindicesimo, che obbligava chiunque fosse a conoscenza di un uso del confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la scomunica. Misura che semmai dà l'idea della serietà del documento e di coloro che lo formularono, se si pensa che in base alla legge italiana il privato cittadino (tale è anche il vescovo e chi è investito di autorità ecclesiastica) è tenuto a denunciare solo i crimini contro l'autorità dello Stato, per i quali infatti è prevista la pena dell'ergastolo.
Senza contare che Joseph Ratzinger, più tardi diventato sì prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, avrebbe firmato - ma siamo nel maggio 2001 - una Lettera ai Vescovi e altri Ordinari e Gerarchi della Chiesa Cattolica, pubblicata anche negli Acta Apostolicae Sedis, dove si prevede espressamente che "il delitto contro il sesto precetto del Decalogo, commesso da un chierico contro un minore di diciotto anni", sia di competenza diretta della Congregazione stessa. Segno, per chi abbia un minimo di buon senso giuridico, della volontà romana non certo di occultare, ma di dare piuttosto il massimo rilievo a certi reati, riservandone il giudizio non a realtà "locali", potenzia lmente condizionabili, ma ad uno dei massimi organi della Santa Sede.
Questa, e non altra, è stata la posizione della Chiesa cattolica sui reati ad essa interni di pedofilia. Questa, e non altra, la limpida testimonianza del nostro Papa che in tempi non sospetti si scagliò contro la sporcizia nella Chiesa.
I calunniatori dovrebbero chinare il capo e chiedere scusa.

Andrea Galli, Avvenire 19/5/2007

Koons

Un nuovo caso di conversione al cattolicesimo. Questa volta di tratta di Robert C. Koons, professore di filosofia alla University of Texas. Luterano, qui spiega i motivi che lo hanno indotto ad 'attraversare il Tevere'. Anche questa volta Newman ha avuto il suo ruolo.
Koons scrive:



This is a very brief summary of the considerations that led to my theological transformation. I have available a set of private notes that began as a purely intellectual exercise: an attempt to exorcise my doubts about Lutheranism by putting them to paper and exposing them to critique (both on my part and on that of others). As it turned out, the more I wrote, the more reasons I found for changing my outlook. The notes can be downloaded HERE.

Bear in mind that I am no professional theologian, and I claim no special authority for my conclusions. I welcome feedback to these notes, but I would ask that my readers take a look first at John Henry Newman’s book, An Essay on the Development of Doctrine (1845). Newman’s book is essential background reading for my notes, because he provides the decisive rebuttal to the argument that the supremacy of the Pope and other contemporary, distinctively Roman Catholic doctrines constitute objectionable “innovations”. Newman convincingly argues that the recognition of genuine development in Christian doctrine is inescapable, as anyone who knows the history of the doctrines of the Trinity and the two natures of Christ must recognize.

venerdì, maggio 18, 2007

Tony Blair cattolico?

Pare che Tony Blair annuncera' presto pubblicamente la sua conversione al cattolicesimo. Nessuna sorpresa. Gia' moglie e figli sono cattolici e lui stesso frequenta regolarmente la messa con la propria famiglia e da solo.
In occasione di un incontro privato con Giovanni Paolo II ricevette la comunione dal Papa stesso, cosa piuttosto insolita per un non cattolico.
La spiegazione piu' plausibile e' che, gia' accolto nella Chiesa, prima di annunciarlo pubblicamente abbia aspettato di lasciare l'incarico di Primo Ministro e di leader del Labour Party per evitare polemiche in un Paese di forti tradizioni e pregiudizi anticattolici.
Vedremo ...

giovedì, maggio 17, 2007

Crimen sollicitationis

Sulla homepage di Repubblica oggi appare un articolo che fa riferimento ad un documentario della BBC sulle tristissime vicende di abusi sessuali perpetuati da alcuni preti omossessuali irlandesi in Irlanda e negli USA.
Il documentario aveva suscitato ampie proteste quando fu trasmesso in TV perche' pieno di affermazioni sensazionalistiche e allusioni non documentate.

Nell'articolo di Repubblica si fa riferimento al Crimen Sollicitationis un documento 'segreto' (in realta' per nulla segreto visto che era pubblicato sull'Acta Apostolicae Sedis) del 1962 e afferma, falsamente, che 'garante dell'applicazione di quelle direttive fu Benedetto XVI, all'epoca dei fatti ancora cardinale Joseph Ratzinger'. Affermazione due volte falsa sia perche' nel 1962 non era parte del Sant'Uffizio ma semplicemente uno dei maggiori teologi progressisti cattolici, ne' tantomeno era cardinale (fu fatto vescovo 15 anni dopo).
Del documento in questione ne parlava correttamente John Allen, il mio vaticanista preferito, nel 2003 qui.

Perche' Repubblica abbia ripreso proprio ora questa vecchia questione mi pare ovvio: gettare discredito nei confronti dell'istituzione ecclesiale.

Vivendo in Irlanda, ho potuto seguire la triste e tragica vicenda. Questo genere di crimini non merita nessuna giustificazione, ne' si puo' minimizzare. Alcuni vescovi nel passato hanno taciuto o coperto il comportamento di alcuni dei loro preti e la Chiesa irlandese sta ancora pagando e soffrendo per questi errori.
Detto questo, la falsita' non giova a nessuno e l'articolo di Repubblica contiene falsita'.
A chi interessa la verita', puo' cominciare a documentarsi qui e qui e seguire i collegamenti suggeriti.


PS.
Quanto ho scritto e' stato ripresto qui qui, e qui.

martedì, maggio 15, 2007



I just found joy
I'm as happy as a baby boy
With another brand-new choo-choo toy
When I'm with my sweet Lorraine

She got a pair of eyes
That are bluer than the summer skies
When you see them you will realize
Why I love my sweet Lorraine

When it's rainin' I don't miss the sun
'cause it's in my sweetie's smile
Just to think that I'm the lucky one
Who will lead her down the aisle

Each night I pray
That nobody steals her heart away
I can't wait until that happy day
When I marry sweet Lorraine

When it's rainin' I never miss the sun
'cause it's in my sweetie's smile
Just to think that I'm the lucky one
Who's gonna lead her down the aisle

Every night I pray
That nobody steals her heart away
I can't wait until that lucky day
When I marry Lorraine

sabato, maggio 12, 2007

Per chi non c'e'.

Chi, come me, non e' San Giovanni, puo' godersi la diretta tramite internet e Sat2000.

Dedicato a chi non ci sarà

Oggi è la grande giornata delle famiglie. Di tutte le famiglie. Quelle che sono in piazza San Giovanni a Roma e per arrivarci hanno fatto appena quattro passi e quelle che hanno viaggiato per tutta la notte in treno, pullman, aereo, traghetto… Ma anche di quelle che in piazza non ci sono.

La festa è dedicata a tutti, e tutti sono nei pensieri delle famiglie riunite in piazza San Giovanni.
Il pensiero va a coloro che una famiglia la vorrebbero, ma non l’hanno. A chi è in cerca di un amore che sembra inafferrabile. A chi è deluso. A chi ha visto allontanarsi il marito o la moglie, ha lottato ma alla fine è rimasto solo. A coloro per i quali la famiglia è nonostante tutto ciò che non dovrebbe essere: fonte di sofferenza e non di gioia. Vi siamo vicini.

Il pensiero va alle coppie che fanno fatica, specialmente se nella loro fatica non trovano aiuto alcuno, scarsa comprensione, semmai irrisione e sentenze di estinzione per la famiglia in sé: anziché incoraggiati a salvare e rendere più forte il rapporto, troppe voci suggeriscono: rassegnatevi, nulla è definitivo e gli amori sono tutti destinati a finire, ma altri ne arrivano, e poi altri ancora…
Il pensiero va a chi ha un partner, dei figli e una vita avviata insieme, ma non può o non vuole sposarsi. Nessuno vi giudica. E poiché sospettiamo che ciò che ci accomuna è comunque più di ciò che ci divide, speriamo di poter compiere almeno alcuni tratti di strada assieme, e un angolo di piazza è idealmente vostro.

Il pensiero va anche a chi poteva esserci oggi a San Giovanni, ma non è venuto per il timore di ritrovarsi a un raduno "contro" qualcuno o qualcosa, a una piazza riempita per creare divisione. È vero l’esatto contrario, ma troppi tromboni e trombette hanno suonato e insinuato note false e tendenziose. "Più famiglia": il segno positivo non è lì per caso. Le famiglie riunite a Roma, sorte dal matrimonio tra un uomo e una donna, e che investono ogni loro energia nell’amarsi per sempre, insieme ai loro figli, queste famiglie vogliono più amore, più coppie, più figli. Più sensibilità da parte del mondo del lavoro, delle istituzioni, della cultura e dei mass-media. Sanno perfettamente che, se una famiglia dichiara fallimento, la responsabilità è innanzitutto di lui e di lei. Ma sanno pure che chi è isolato, anzitutto culturalmente, perché nessuno lo incoraggia né lo abbraccia, e invece si sente ripetere che nulla è per sempre e la famiglia è malata e in via di estinzione, costui è molto più facile che smetta di lottare.

Il pensiero va pure alle persone omosessuali che, in coppia, cercano di amarsi in un rapporto che vogliono stabile. La loro non è una famiglia, ma è comunque un rapporto degno di rispetto che nessuno può irridere o minimizzare. Le famiglie pensano a loro e non dimenticano il monito a non giudicare, ma amare. Vorrebbero, a loro volta, non essere giudicate ma rispettate nella loro libertà di ritrovarsi una volta in piazza a fare festa, senza sentirsi strumentalizzate.
Il pensiero va a tutti costoro perché a chi è oggi in piazza, e a chi per mille motivi non c’è, assolutamente a tutti una famiglia più forte, ottimista e amata fa bene. Una buona famiglia – capace di vincere le sue piccole o grandi crisi e non farsene travolgere senza quasi opporre resistenza, come troppo spesso accade – una somma di buone famiglie rende migliore l’intero Paese e quindi fa bene a chiunque. Ma proprio per questo la salute delle famiglie italiane non è un fatto privato che riguarda marito e moglie, o forse qualche parente meno distratto. È un fatto sociale. Anzi, oggi è il fatto sociale per eccellenza. Per questo c’è una piazza piena con gli occhi rivolti non a se stessa, in un’autocelebrazione compiaciuta e insipida; ma con gli occhi rivolti lontano, a tutti gli italiani.
Le famiglie sono la prima risorsa del Paese. Ricordarlo val bene una piazza.


Umberto Folena

giovedì, maggio 10, 2007

Exam questions

La scorsa settimana i miei studenti della DBS hanno sostenuto l'esame di fine anno, che conta come 70% del voto finale.
In 2 ore dovevano rispondere a tre domande, potendo scegliere tra questi cinque quesiti.

1. Explain what an argument is and give some detailed examples of what constitutes a valid and invalid argument.
2. What is a fallacy? Give three examples of different fallacies and explain why they are fallacious.
3. What criticisms of persuasive speech are provided by Socrates in Plato’s dialogue Gorgias.
4. Examine Aristotle’s views on rhetoric and say what you think of his general approach.
5. Discuss the impact that the emotions can have on valid argumentation and on how psychological factors rather than logic can sometimes shape an argument’s conclusion.

mercoledì, maggio 09, 2007

Una questione di numeri

In molti mi chiedono cosa farò sabato, quale piazza sceglierò, se starò con la famiglia cattolica o con le famiglie laiche. Diciamo che avrei il curriculum per stare sia a San Giovanni che con il Coraggio Laico: sposato a vent'anni, padre a venticinque, separato a ventotto, traditore piuttosto incallito ma ormai invecchiato. Insomma, ho avuto la famiglia e sono stato parte delle famiglie. Non coltivo però in materia nessun approccio ideologico. E mi sembra che sia dietro il Family Day che dietro l'appuntamento di piazza Navona ci sia lo stesso tentativo di diktat.

Con una differenza.

La famiglia tradizionale, quella madre-padre-figli, rappresenta il tessuto connettivo vero della nostra società. Numericamente non c'è paragone e sabato la questione verrà resa plasticamente evidente. A piazza San Giovanni ci sarà mezzo milione di persone, a piazza Navona sì e no ventimila e vi spiegheranno che il problema è che la Chiesa ha speso molti più soldi. Invece bisogna guardare i numeri: la popolazione italiana è composta da ventidue milioni di nuclei familiari, tolte le persone sole, restano sedici milioni e mezzo di coppie sposate. Trentatre milioni di individui, più i figli. Poi esistono cinquecentomila coppie stabili che vivono sotto lo stesso tetto e non sono coniugate. Ecco perché sabato una piazza sarà strapiena e nell'altra si proverà a far montare il gusto di essere minoranza. Ma la verità è che l'Italia vera, quella profonda, è imperniata sulla famiglia tradizionale. Verso di essa, politicamente, deve essere rivolta la maggiore attenzione. Il Partito democratico, ad esempio, non può essere equidistante. Oggi persino il quotidiano su cui scrivo, Europa, ha voluto mettere in prima pagina tre editoriali con tre posizioni diverse: Federico Orlando per piazza Navona, Enzo Carra per il Family Day, Roberto Giachetti per il né-né. Un grave errore, a mio avviso.

Non possiamo continuare questo balletto degli equivoci, il Partito democratico deve darsi una linea, principalmente in materia di famiglia e questa linea non può che essere la più vicina possibile, anche in termine di risorse impiegate, ai bisogni della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio, sull'impegno assunto in forma stabile di fronte alla società.

Poi, io non sono contrario ai Dico o a cose che riconoscano diritti a coppie omosessuali o di fatto, ma è evidentemente un problema di tutt'altra (e sostanzialmente minima) portata, buono per appassionare quella solita platea di radical chic che si sente figa a impegnarsi in battaglie marginali che non costano nulla e fanno sentire tanto "de sinistra".

E allora sabato, se proprio non avrò di meglio da fare, metto in programma un giretto a piazza San Giovanni, così, solo per far innervosire i fighetti delle battaglie alla moda.


Mariotto Adinolfi

E' primavera ...

Per sodddisfare le ripetute richieste di un affezionato lettore di queste pagine, ho dato un aspetto piu' primaverile al blog.
Stranamente stamattina mancano alcuni elementi decorativi, forse dipende dal mio browser, ma nel complesso posso dire che la nuova veste ci piace.


La stagione dell'amore viene e va,
all'improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà.
Ne abbiamo avute di occasioni
perdendole; non rimpiangerle, non rimpiangerle mai.
Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore.
Nuove possibilità per conoscersi
e gli orizzonti perduti non ritornano mai.

martedì, maggio 08, 2007

Family Day

Family day. Non ci saro' ma e' come se ci fossi perche' se c'ero ci sarei stato, anche perche' loro ci saranno.
Ossia, non saro' in Italia e quindi non potro' partecipare ma se fossi stato in patria molto probabilmente sabato sarei andato a Roma. Anche perche', notizia straordinaria, ci saranno anche i miei genitori. Mia madre non ha mai partecipato ad una manifestazione di piazza in vita sua mentre mio padre, quando faceva politica, era sul palco e non tra la folla. I tempi cambiano e se anche dei tranquilli settantenni sentono il bisogno di scendere in piazza qualcosa vorra' dire. Capiranno i politici?

lunedì, maggio 07, 2007

Francis J. Beckwith

Ha suscitato un certo scalpore la recente conversione al cattolicesimo di Francis J. Beckwith, filosofo e teologo, nonché presidente della Evangelical Theological Society, associazione che riunisce 4200 teologici evangelici.
Qui Beckwith presenta le sue ragioni.
Un passaggio in particolare mi ha ricordato il nostro amatissimo J. H. Newman: ... in January, at the suggestion of a dear friend, I began reading the Early Church Fathers as well as some of the more sophisticated works on justification by Catholic authors. I became convinced that the Early Church is more Catholic than Protestant and that the Catholic view of justification, correctly understood, is biblically and historically defensible. Even though I also believe that the Reformed view is biblically and historically defensible, I think the Catholic view has more explanatory power to account for both all the biblical texts on justification as well as the church’s historical understanding of salvation prior to the Reformation all the way back to the ancient church of the first few centuries. Moreover, much of what I have taken for granted as a Protestant—e.g., the catholic creeds, the doctrines of the Trinity and the Incarnation, the Christian understanding of man, and the canon of Scripture—is the result of a Church that made judgments about these matters and on which non-Catholics, including Evangelicals, have declared and grounded their Christian orthodoxy in a world hostile to it. Given these considerations, I thought it wise for me to err on the side of the Church with historical and theological continuity with the first generations of Christians that followed Christ’s Apostles.

venerdì, maggio 04, 2007

Tutte le strade conducono a Roma: questa è una delle ragioni per cui molta gente non c’è mai stata.

L'ottimo Piccolo Zaccheo ripropone alcune splendide pagine di Orthodoxy, il capolavoro di Chesterton.

You can call me doctor





La scorsa settimana si è svolta la cerimonia di conferimento dei titoli accademici per le facoltà di Arts e di Human Sciences. Il sottoscritto, al centro della foto, è stato ufficialmente proclamato Doctor in Philosophy.
Cliccando sulla foto si ottiene una migliore definizione. Da notare i diversi colori delle toghe accademiche. Io indosso quella del mio college, ovviamente. (qui qualche spiegazione) Ho sempre pensato che i colori delle toghe dei professori indicassero la facoltà di appartenenza mentre invece rappresentano le università dove si sono addottorati. Gerard Casey, il mio supervisore, ha studiato a Notre Dame, mentre Teresa Iglesias ad Oxford.
Oxford ha delle regole molto precise per quanto riguarda l'abbigliamento accademico.
Michele, vuoi raccontarci qualcosa della vita oxoniense?

martedì, maggio 01, 2007

Variazioni sul tema

Vivendo in un paese straniero, il mio nome viene spesso distorto. La cosa non mi sorprende ed io stesso ho difficoltà a scrivere correttamente i nomi stranieri, siano essi inglesi o irlandesi.
Inoltre Angel in inglese non è un nome proprio di persona e quindi capisco perché molti spesso mi chiamano Antonio.

In occasione della presentazione dei saggi ben 34 studenti su 113, ossia quasi un terzo, ha scritto il mio nome in modo scorretto. Ho annotato ben 18 versioni diverse.
Eccole qui, tra parentesi il numero di occorrenze:

Angello Bottone (4)
Angello Buttone (1)
Angelo Bertoni (1)
Angelo Bontonne (1)
Angelo Botane (1)
Angelo Botone (1)
Angelo Bottane (1)
Angelo Bottene (1)
Angelo Bottome (1)
Angelo Botton (1)
Angelo Bottoni (1)
Angelo Butoni (1)
Angelo Butonni (1)
Angelo Buttone (14)
Angelo Buttoni (1)
Angelo Buttonne (1)
Angelo de Bottone (1)
Antonio Bottone(1)