giovedì, novembre 04, 2004

Svegliatevi!

"Good morning America
Con una valanga di voti gli americani cacciano Bush dalla Casa bianca. Venti milioni di elettori in più rispetto al 2000 portano Kerry alla presidenza."
Il Manifesto, 3 Novembre 2004.

Posso chiedere un favore agli amici che sono in Italia? Conservatemi una copia del Manifesto di ieri. Una copia storica, da museo, indimenticabile.
Questa gente ha perso completamente ogni senso della realtà.
Senza nessuna vergogna hanno confezionato un giornale dove i desideri sostituiscono i fatti. Surreale.
Ma dove vivete? Svegliatevi!
Cose dell'altro mondo ...

Sempre dal numero di ieri, in prima pagina.

L'altro paese
ROBERTO ZANINI
L'evento è che gli americani votano, e basterebbe questo a rendere la drammaticità di un quadro tormentato che nella notte più lunga delle elezioni sembra fare il nome di John Kerry. L'evento è l'affluenza record, forse venti milioni di elettori in più. L'evento è che questi milioni di schede sono state spinte nell'urna da una mobilitazione che non ha precedenti, e che bisognerà leggere con accuratezza, prudenza, fantasia. Good morning, America. Le elezioni globali che gli Stati uniti hanno votato e il resto del mondo guardato col fiato sospeso hanno preso una direzione, ed è quella del cambio alla Casa bianca. Erano un referendum su George Bush, queste presidenziali, sulla sua persona come sulla sua politica, sul destino non ancora manifesto della potenza unica e sul futuro prossimo del resto del mondo. E - sorpresa - gli americani sembrano votare come europei qualsiasi, inutilmente ostacolati da un sistema elettorale grottesco - più forti delle cause, delle legioni di legali sguinzagliati nei seggi, della guerra sporca che i neocons hanno condotto sin dentro i seggi.

Doveva essere una vittoria landslide, a valanga, per sottrarre il destino della democrazia americana (e delle nostre) a una guerra civile di carte bollate e corti supreme. Si sta profilando un risultato netto, salutato come una salvezza. Ora tocca a John Kerry. E viene il difficile.

L'esito elettorale di questa notte è stato in larga parte determinato da una massa di elettori che i sondaggi non hanno previsto né analizzato, e che non sono il frutto dell'anemica campagna elettorale dei democratici. Kerry aveva il vantaggio di non chiamarsi Bush, una volta presidente avrà il dovere di chiamarsi Kerry.

I venti milioni che hanno spostato l'ago della bilancia sono volontari della politica. Sono membri di associazioni, chiese, neri, ecologisti, attivisti di ogni ordine e grado, divi del cinema come sindacalisti locali. Hanno studiato in anni di lotte contro il Fmi, la Banca mondiale, il Wto, le grandi corporation - cominciarono a Seattle, ricordate? Nelle lotte si sono «istituzionalizzati», e questo è il loro difetto. Ma hanno avuto la forza, ad esempio, di capovolgere l'esito dell'ultimo vertice del Wto, e questo è il loro pregio. Presenteranno al vincitore un conto salato. Come la nuova Casa bianca deciderà di pagarlo è ciò che separa una copia addolcita di Bush da un'altra America. E in definitiva, da un altro pianeta




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non mi stupisce. Quella gente è così: vive in un mondo tutto suo. Il guaio è quando cominciano a pretendere che sia anche quello degli altri.

Andrea Rossetti

http://andrearossetti.ilcannocchiale.it

Anonimo ha detto...

Il bello è che il Foglio ha dato la notizia chiudendo alle 20.00 p.m. mentre il Manifesto ha dato quello che ha dato chiudendo alle 3.00 a.m.!

www.porphyrios.it