I "figli della tigre" se ne stanno andando. I giovani irlandesi, cresciuti al sole del boom economico, abituati alla luce calda del benessere, sono i più sconcertati dall'ombra scura che la crisi ha fatto scendere sull'isola. Il gelo della recessione ha colpito loro più di tutti: la disoccupazione è raddoppiata al 12,5%, ma il 90% dei posti di lavoro perduti si è concentrato nella fascia di età sotto i 30 anni. Per questo l'Irlanda, per quindici anni calamita d'Europa, autoproclamata Tigre celtica che ha accolto stranieri da paesi vicini e lontani offrendo la certezza di un lavoro, oggi è tornata a essere un paese di emigranti in cerca di impiego.
Quest'anno per la prima volta il numero di irlandesi che hanno deciso di emigrare ha superato il numero degli immigrati. Le pagine più tristi della dolorosa storia d'Irlanda sembrano riscriversi da sole. Nell'arco di 12 mesi, 40mila irlandesi sono partiti alla ricerca di una nuova vita. L'anno prima erano stati solo 7.800. Le mete tradizionali, Gran Bretagna e Stati Uniti, sono ora trascurate perché colpite dalla crisi. Il boom delle partenze è verso Canada e Australia, paesi altrettanto anglofoni ma ora più stabili e quindi più invitanti.
Continua qui.
Nessun commento:
Posta un commento