giovedì, settembre 04, 2008

Le ultime volontà di Newman




Devo dire che condivido pienamente gli articoli che potete vedere qui sotto. Quello di Mary Kelly esprime buon senso mentre quello di Ian Ker, il maggiore studioso di Newman, nella sua brevità chiarisce i termini della presunta omosessualità di Newman.
Ker però non tocca il cuore del problema. La questione non è se Newman sia stato omosessuale, domanda morbosa e stupida, ma piuttosto perché non è stata rispettata la sua volontà e perché insieme al suo non è stato trasferito anche il corpo di Ambrose St. John. C’è da dire che la polemica non solo era prevedibile ma che addirittura era già stata discussa nel libro The Friend di Alan Bray, pubblicato nel 2003.
Bray, attivista gay poi convertitosi al cattolicesimo, non era un accademico, se non negli ultimi anni della vita, ma ha prodotto due lavori sulla storia della sessualità molto apprezzati dalla critica. Nell’opera The Friend, pubblicata nel 2003 appena dopo la sua morte di AIDS, Bray studia alcuni casi di coppie delle stesso sesso, non legate da vincoli di parentela, sepolte nelle chiese inglesi. Un capitolo è dedicato appunto a Newman e St. John. Bray aveva anticipato le sue conclusioni in una lezione tenuta nel mio college nel luglio del 2001, proprio a Newman House su St. Stephen Green. (Io non ero ancora in Irlanda in quel periodo.) Un estratto della lezione fu subito pubblicato sul settimanale cattolico inglese The Tablet ed è stato recentemente tradotto su Gionata, portale di fede ed omosessualità. Vi invito a leggerlo.
Nell’ultimo capitolo di The Friend, Bray ricostruisce le ultime volontà espresse da Newman riguardo la sua sepoltura e la sua tomba. Dal 1864 Newman aveva raccolto le istruzioni per i suoi esecutori testamentari, in particolare padre William Neville, in un taccuino aggiornato più volte nel corso degli anni. Nel luglio 1876, un anno dopo la morte di Ambrose St. John, Newman scrive: “Desidero, con tutto il mio cuore, di essere sepolto nella tomba di padre Ambrose St. John e ordino questo come mia ultima, imperativa volontà.” (I wish, with all my heart, to be buried in Fr Ambrose St John’s grave – and I give this as my last, my imperative will). Newman chiede di essere interrato non a fianco, come qualcuno ha scritto, ma esattamente nella stessa tomba di St. John, che si trova a Rednal, a pochi chilometri da Birmingham. La sua volontà fu rispettata e, come si può vedere nella foto, sull’unica croce sono iscritti entrambi i nomi.
La nota fu pubblicata nel 1893, due anni dopo la morte di Newman, da padre Neville nelle Meditations and Devotions of the Late Cardinal Newman. Nella stessa nota si parla della messa funebre, del funerale e dell’iscrizione per una lapide commemorativa da porre nell’Oratorio di Birmingham. Newman per due volte negli anni successivi aggiunse frasi alla nota. La prima volta nel febbraio 1881 quando scrisse a fianco alla volontà di essere sepolto nella tomba di St. John: “Lo confermo ed insisto”. (This I confirm and insist on). La seconda volta, in data non identificabile, aggiunse “lo comando” (and command) sottolineando l’ultima parola.
Bray ipotizza che l’insistenza di Newman riflette la preoccupazione che alla sua morte venga costruito un mausoleo nella chiesa dell’Oratorio di Birmingham e così venga separato dall’amato St. John e dagli altri due padri oratoriani che gli erano particolarmente cari, frate Joseph Gordon e padre Edward Caswall, entrambi sepolti a fianco a St. John. Quello che insomma sta succedendo in questi giorni. Il fatto che Newman tornò più volte a confermare la propria volontà è probabilmente legato alla morte, negli anni, di quanti nella sua comunità avrebbero assicurato il rispetto dei suoi desideri.
Verso la fine del lungo ed interessante ultimo capitolo, nel quale Bray discute il significato dell’amicizia in Newman, viene prefigurato quanto sta accadendo questi giorni ed è stato motivo di polemica. Bray scrive: “In Catholic belief, the process towards which that proclamation may point in Newman’s eventual canonization is inseparable from the care of his relics, and it is likely that his relics will be brought into the Oratory Church in Birmingham to lie by the altar. The inheritors of Newman’s faith should not separate them from his final gesture. Is it comprehensible that one could new credibly tear his remains from those of his three companions? From the remains of the friend who was also as far as this world was concerned his first and the last? That gesture was Newman’s last, imperative command: his last wish as a man, but also something more. It was his last sermon.”
Faccio mie le perlplessità di Bray. Ker dice che Newman avrebbe obbedito alle decisioni dei superiori e del Vaticano, e su questo non c’è dubbio, ma la questione è piuttosto perché i suoi superiori oggi non hanno rispettato le sue ultime volontà e, dopo oltre un secolo di sepoltura comune, Newman è stato separato da Ambrose St. John?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti ringrzio per aver lasciato un tuo commento nel mio articolo in wikio, l'argomento mi ha molto colpito, Daniela

Duque de Gandìa ha detto...

Apologia pro tomba sua?:)