“Quando gli uomini abbandonano l’adorazione di Dio e dei santi prendono ad adorare se stessi. L’Io si presta ottimamente a questo culto perché il proprio Io è un modello di perfezione, e soprattutto non è possibile metterne in dubbio l’esistenza. Il culto di noi stessi ha il grande vantaggio di essere culto di qualche cosa che certamente esiste, la cui presenza è certa, a portata di mano e, per noi, oggetto di sconfinata ammirazione. Ma adorare, per la natura stessa dell’atto, significa pagare un tributo, che deve necessariamente rivolgersi a un oggetto esterno. Il culto di noi stessi non può dunque attuarsi che in una forma riflessa. La forma più corrente di questo culto è quella che ha per suo oggetto l’umanità. Dal culto dell’umanità ci vengono religioni come quella del Socialismo, della Fratellanza Universale, del Credo della Bontà Universale e simili.”
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