giovedì, luglio 22, 2004

Calmi e felici, basta un futuro in pillole?

Secondo alcuni la componente più importante dell'essere umano è la gamma delle emozioni che ciascuno di noi può provare e di cui ha coscienza. Sono infatti le emozioni che danno senso al nostro essere e agire, che generano scopi e progetti, che sono alla base dei nostri valori e della nostra vita di relazione con gli altri e con noi stessi. Sono le emozioni che fanno scaturire il flusso ininterrotto delle nostre narrazioni, anche scientifiche. Da dove vengano o come funzionino queste emozioni non sappiamo, né sappiamo come operi la coscienza o perchè sia nata nel corso
dell'evoluzione. Cominciamo però a capire che emozioni, razionalità , memoria e insomma tutte le nostre facoltà psicologiche e cognitive sono strettamente intrecciate tra loro e non si possono separare se non a patto di compiere una brutale semplificazione.
La nostra tecnoscienza ha acquisito un'enorme capacità conoscitiva e manipolativa, ma quando interviene sull'uomo tende a ridurne la complessità, cioè, appunto, a semplificare. Per esempio oggi, con i farmaci, siamo in grado di sopprimere le emozioni "dannose" e di preservare quelle "utili", in base a una distinzione che una volta si applicava agli insetti e alle piante. Ma dannose e utili per chi o per che cosa? Per il funzionamento ordinato ed efficiente della società, credo. Non sarebbe bello avere a che fare con persone più socievoli, più obbedienti, meno depresse e meno
riottose di quelle che ci troviamo intorno?
Non sono fantasie: il Ritalin viene prescritto a milioni di bambini in tutto il mondo per curare i disturbi di attenzione e l'iperattività (con acronimo inglese ADHD). Non si tratta di una malattia, bensì di un comportamento fastidioso, che può giungere anche al parossismo, ma il bambino iperattivo viene trasformato in "paziente" ADHD e il Ritalin viene prescritto anche in casi in cui sarebbe più indicato dedicare ai piccoli più attenzione oppure offrire loro alternative interessanti. Si tratta di una tecnologia di controllo sociale, che allevia la fatica di genitori e insegnanti e toglie
ai "malati" di ADHD la responsabilità della loro condotta. E' una scorciatoia per plasmare il carattere: ma quali conseguenze può avere questa scorciatoia? All'altro estremo troviamo il Prozac, un farmaco usato per "curare" i depressi e per rafforzare l'autostima: un tempo chi lavorava sodo si sentiva soddisfatto contemplando i risultati del proprio sforzo, oggi invece l'autostima è somministrata in pillole.
C'è un'interessante simmetria tra Ritalin e Prozac: il primo è usato per calmare i maschietti turbolenti e il secondo è quasi sempre prescritto a donne depresse. I due sessi sono così spinti verso una plumbea sonnolenza androgina che ben si adatta alle società moderne tanto sollecite del politicamente corretto.
Eliminando da una parte l'iperattività e dall'altra la depressione si restringe la gamma delle emozioni umane. Poi si elimineranno anche quei variegati sentimenti di disagio, infelicità e insoddisfazione che spesso alimentano la creatività, lo stupore e il desiderio di migliorare sé e il
mondo.
Perché sopprimere questi sentimenti "negativi"? Perché sbarazzarsi di paura, gelosia, imbarazzo, nostalgia? Queste emozioni fanno parte della nostra natura così com'è stata foggiata dall'evoluzione. La loro soppressione potrebbe creare dei vuoti difficili da colmare in quella complessa unità olistica che è l'essere umano.

Giuseppe O. Longo


(E che dire allora della pillola per eccellenza, quella per la quale la fertilità diventata una malattia da evitare? Tempi moderni ...)



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