“Menzogne shakesperiane. Il caso del presunto ritrovamento del Cardenio”, L’Osservatore Romano, lunedì-martedì 19-20 aprile 2010, p. 4
Enrico Reggiani (Università Cattolica del Sacro Cuore)
Lo rilevò anche John Henry Newman in un passo di una lunga Letter a Edward Bouverie Pusey (1800-1882; uno dei punti di riferimento del Movimento di Oxford), in cui il not-yet-Cardinal Newman elaborava la differenza tra faith e devotion: “L’idea che Shakespeare fosse un grande poeta è esistita da subito nell’opinione pubblica; e anche allora c’erano almeno singoli individui che lo comprendevano e lo onoravano tanto quanto il popolo inglese è in grado di onorarlo ora; tuttavia, penso che, ai nostri giorni, c’è una devozione nazionale nei suoi confronti che non ha precedenti. Ciò è accaduto perché, mentre l’istruzione si diffonde nel paese, sono sempre di più le persone in grado di avere accesso al suo genio poetico, con maggiore capacità di comprenderlo in profondità e con senso critico; e tuttavia, fin dal principio, Shakespeare ha esercitato…
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