giovedì, agosto 08, 2002

L'ARMAIOLO BERETTA AMBASCIATORE IN USA? NO, THANKS!

Non stupisce che per la nomina ad ambasciatore negli Usa, Berlusconi abbia messo gli occhi sull'armaiolo bresciano Ugo
Gussalli Beretta, presidente della Fabbrica d'armi Pietro Beretta s.p.a. di Gardone Val trompia (BS) e della omonima Holding
internazionale.

Se ambasciate e consolati devono diventare - secondo il progetto annunciato dal Presidente del consiglio nel gennaio
scorso e ribadito alla recente Conferenza degli ambasciatori (Roma 23-30 luglio) - l'apripista del marchio "made in Italy",
quale miglior scelta dell'armaiolo bresciano, erede acquisito della cinquecentenaria fabbrica d'armi, conosciuto negli States
per essersi conquistato con le Beretta M9 e le sue varianti l'ampio mercato delle pistole in dotazione ai corpi di polizia Usa?
Per non parlare degli stretti rapporti d'amicizia tra l'armaiolo bresciano e la famiglia del padre del presidente George W. Bush,
al quale piace sfoggiare la cravatta regalatagli dal Gussalli. Insomma ci sono tutti i presupposti per centrare con un solo
colpo tre bersagli: i desideri di marketing di Berlusconi, l'esigenza di maquillage della Beretta e il recupero dell'onore ferito di
presidente-difensore degli Usa di George W. Bush.

Qualche pulviscolo che potrebbe deviare il colpo c'è. Nei tribunali americani Usa, infatti, la Beretta è conosciuta
soprattutto per le cause processuali che ha aperto nei confronti di varie amministrazioni cittadine (tra cui New York)
responsabili - secondo la Beretta - "di aver violato la clausola costituzionale sul commercio cercando di obbligare i
produttori di armi ad adottare un "codice di condotta"" (fonte CNN). Per non parlare delle proteste mosse in questi anni ai
produttori di armi (tra cui la Beretta USA Corporation) da parte di moltissime organizzazioni di difesa dei diritti civili le quali
chiedono norme più severe sul porto d'armi in Usa dove ogni anno più di 20.000 giovani sotto i 20 anni vengono uccisi o
feriti da armi da fuoco.
Ma sembrano ostacoli facilmente superabili, anche perchè Berlusconi avrebbe un "debito d'onore" nei confronti di Ugo
Gussalli Beretta: secondo il Mondo (il settimanale economico del Corriere della Sera, 13 luglio 2001) è stato infatti l'armaiolo
bresciano ad aver creato qualche anno fa il "contatto" tra i due aspiranti presidenti.
Vien anzi da chiedersi se l'ambasciatore (in pectore) sia Gussalli Beretta o non viceversa. Durante l'ultima sua visita in
Usa, Berlusconi ha regalato a George W. Bush l'ultimo libro sulla dinastia Beretta, dimostrandosi così ottimo rappresentante
della rinomata ditta bresciana. Insomma, quella di ambasciatore in Usa, si presenta come una perfetta valigia diplomatica
per Gussalli Beretta: un modo legale ed elegante per bypassare i metal-detector degli aeroporti statunitensi e di tutto il
mondo e piazzare il suo "made in Italy" di morte.

La rivista Missione Oggi lancia un appello dal suo sito internet a tutti i cittadini e alle associazioni
invitando a inviare lettere ed email al Presidente della Repubblica chiedendogli di respingere, qualora confermata, la nomina
dell'armaiolo bresciano ad ambasciatore italiano negli Usa.

Missione Oggi

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