L'ultima storia di follia eterologa arriva da San Francisco.
La Corte Suprema della California è stata chiamata a pronunciarsi su un caso piuttosto complicato.
Una coppia di lesbiche desiderava avere un bambino. La natura, si sa, non lo permette ed ecco che hanno fatto ricorso alla fecondazione artificiale.
Hanno trovato un fornitore di seme (donatore non mi sembra il termine appropriato, visto che c'è stato un compenso), una delle due ci ha messo di suo l'ovulo e l'altra il proprio utero. Insomma, ognuna ha dato quel che poteva. (In Italia per fortuna la legge 40 vieta queste pratiche)
Putroppo non sempre le cose vanno per il verso giusto e dopo la nascita del bimbo le due signore (signorine?) hanno litigato e si sono lasciate. Ora tocca al giudice decidere di chi è il figlio.
Come risolverebbero la questione i fan dell'eterologa? E' più figlio della madre genetica o della madre che l'ha partorito?
Io avrei una soluzione salomonica, affidiamolo al padre.
13 commenti:
Questione non nuova, visto che la fecondazione eterolga è sempre esistita ( alcuni la chiamavano"corna", saranno antipatiche ma non so se si potrebbero vietare per legge), semplicemente il giudice deciderà come in tutti i casi per i quali si deve decidere dopo lo sfaldamento di una coppia.
Va ricordato che in Italia ciò non potrebbe accadere nemmeno nel caso di vittoria dei sì, visto che le coppie omosessuali sono escluse comunque dal diritto all'accesso a queste terapie.
Anche se poi possono avere figli comunque, all'estero o sacrificandosi a un donatore di sperma col "vecchio metodo".
Coppie che litigano, si separano e si contendono un figlio... più che follia eterologa, vita di tutti i giorni.
Filter
Sabbamau, se permetti qualche elemento di novità c'è. Nel passato almeno la madre era certa, ora non si capisce più chi sia.
E' chiaro che il giudice deciderà in qualche modo ma io volevo stimolare un dibattito sui criteri. Insomma, se voi foste i giudici, a chi lo dareste il bimbo e perchè? Pare che attualmente la tendenza sia a favore di chi partorisce e non della madre genetica.
E' vero, in Italia se la legge 40 non viene cambiata, non basterebbero questi referendum per introdurre gli scenari descritti nell'articolo. Per fortuna!!
C'è però da ricordare che quando la legge 40 limitò l'accesso alla PMA alle coppie stabili di sesso diverso, molti parlarono di discriminazione e di oscurantismo.
Ora, anche alla luce di certi avvenimenti, possiamo dire che quel limite era giustificato e condivisibile.
Filter ha ragione, il triste contendersi i figli dopo le separazioni è ormai esperienza quotidiana, per questo dico non aggiungiamo follia a follia.
AB
Nel caso delle lesbiche ci sono due genitori, che bisognerebbe semplicemente trattare alla pari. Poi il tribunale dovrebbe scegliere con i criteri usuali per l'affidamento, gli stessi che usa per scegliere fra la mamma e un papà.
Comunque non è che si può bocciare l'eterologa perché, essendo una cosa nuova, ci impone di rimeditare i criteri di assegnazione del figlio in caso di conflitti nella coppia...
Filter
Concordo con Filter. Altrimenti si dovrebbe sperare che ci siano meno matrimoni con figli tout court, perché crescerebbe il numero delle separazioni.
Inoltre mi risulta che le coppie omosessuali che (ove è legale farlo) ricorrono alla procreazione assistita siano decisamente più stabili delle coppie etero. Casi come quello delle due lesbiche ricevono moto spazio nei media, ma sono del tutto eccezionali.
Mi chiedo anche cosa pensi Bottone di questo:
http://www.feltrinelli.it/BlogItem?item_id=812
Moltisaluti.
TG
Se è vero che la questione degli affidi( la fecondazine eterologa o a coppie dello stesso sesso è di gran lunga la meno spinosa delle questioni ), cui si potrebbe rimediare separatamente no nè un obiezione contro il referendum, io mi pongo un'altra domanda.
Perché davanti a questioni sull'identità umana NUOVE, si usano argomento degli anni sessanta e settanta, se pur di grande presa come il "corpo della donna" o "libertà di credere o non credere"( che cosa sia un uomo ) o "diritto alla salute"?
Tutte cose che lasciano intatte il nucleo della questione bioetica, totalmente disconosciuta da fanatici inconsapevoli di esser tali come Boncinelli.
Non è una questione di vecchio o nuovo ma di superato o non superato. Finché gli embrioni avranno bisogno di una madre la questione del corpo della donna è rilevante. E finché la nostra Costituzione sarà come è oggi, lo stesso vale per il diritto alla salute e la libertà di non credere in Dio.
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Non mi sono spiegato: la salute o il corpo della madre sono cose che entrano in gioco, ma da parte dei SI' la faccenda bioetica viene risolta tutta lì, mischiando l'ultraliberismo dei radicali( pubblicato per paradosso sull'Unità ), al qualunquismo più becero( non lasciamo che I preti e I politici mettano il naso nei letti ) a battaglie che erano ideologizzate vent'anni fa e lo sono anche adesso, seppur non erano sbagliate. Il punto è che chi si muove adesso per il sì sente "salute della donna" e si attiva solo per quello. Parrebbe che non ci sia alcuna questione sull'identità umana dietro. Pensi davvero che la legge sia stata approvata perché si sentiva la mancanza di un po' di maschilismo? pensi che si siano divertiti? che non esista alcun problema dietro, come un tecnicista come Boncinellli ritiene?
Quanto alla laicità, la legge non la tocca. E' una fesseria che una legge appoggiata dalla Chiesa( in parte e non solo da essa, tutt'altro ) sia un attacco alla laicità. Un emendamento di Rifondazione, allora, sarebbe minaccia comunista?
Via, forse solo Berlusconi arriva a tanto.
Eppoi: la critica contro la guerra in Iraq era un attacco alla laicità? la richiesta di un amnistia? la critica al capitalismo?
Attacco alla laicità sono i qualunquistelli alla Fabio Fazio o alla Marco Rizzo che intruppano a forza i cattolici nelle loro dubbie ideologie( trasformando p.e. la richesta di pace in pacifismo terzomondista ) quando serve e fanno peana sulla laicità quando non aggrada.
Questo uso della religione ha un nome: instrumentum regni, mezzo della politica e del potere( anche mediatico ). Più attacco alla laicità di così.
Postilla: che cosa c'entra la libertà di non credere in Dio?
Claudio Magris è non credente ed è sempre stato contrario all'aborto- in modo netto, che non mi vede d'accordo. Leggi a proposito la piccata risposta sul merito che Magris ha scritto a Ferrara che erroneamente aveva detto il contrario, tra le lettere al direttore del Foglio.
Magris è laicissimo e non sospettabile di essere un "teo-con".
Ulteriore postilla: la questione non era sul "vecchio" o "nuovo" nel senso di "attuale" o démodé( come se avessi detto: "uffa! sempre lo stesso femminismo..."),che non mi è mai passato per la testa. Ma non è sospetto che a problemi che fino a 5 anni fa non esistevano, si diano risposte molto, molto, molto più vecchie?
Sospetto che ai problemi abbiano dato solo un'occhiata cursoria e li abbiano catalogati secondo schemi precotti di comodo.
Eno, dire che chi si attiva per il sì lo fa solo perché sente "salute della donna" è come darci dei deficienti. Altre parole che usi sono sulla stessa linea di diffamazione personale ("qualunquistello", "fanatico"). Voi cattolici parlate sempre della necessità del dialogo, ma poi la fatica di capire le posizioni altrui, e di provare a chiedersi se in esse non ci sia per sbaglio anche qualche buona intenzione, non vi va di farla.
Filter
Non sono cattolico, né sostengo la sacralità della vita.
Ma sostengo che questo è populismo bioetico.
Fazio è un qualunquista, esattamente come Socci, solo che socci è impopolare e Fazio è furbo. Non sostengo il dialogo, che è un termine vago per dire cui placet ei licet, ma la discussione apeta, senza scorciatoia ideologiche come "alle mura! alle mura! assaltano la laicità!" o "volontà di possesso dei figli!". Mi dispiace molto di averti offeso, CREDIMI.
Come ho cercato di spiegarti, queste argomentazioni che porti sono di politica ordinaria, la questioni invece è di fondamenti della politica.
Se non si accetta che questo, bene: muro contro muro. Ma siccome chiunque parli di "libertà" parla di libertà della persona( o individuo) è evidente che fa appello a dei fondamenti antropologici, si afferma l'esistenza di una questione che si nega. Finish.
Io ho riconosciuto che c'è una buona volontà nelle posizioni del SI', ma molto parziale, non perché in ciò che viene detto c'è parte di errore, ma perché la posta in gioco è molto più ampia.
Quanto alle persone che si attivano solo perché sentono parlare di slogan, ripetendoli pedissequamente, è la mia esprienza quotidiana.
Di venti amici per il sì, uno ha una posizione autonoma. Tutti studenti universatari vicini alla laurea.
Mi scuso di nuovo se ti ho offeso.
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