Pasqua napoletana. Passate le tv, passati i politici e i giornali, giornata di solitudine - una di moltissime altre - per le famiglie
delle donne morte. Una aveva una cinquantina d'anni e l'ammazzarono perche' aveva denunciato i pedofili del quartiere. L'altra ne aveva quattordici ed era la' quando i camorristi delle due bande avevano cominciato a spararsi fra di loro. Per quasi due giorni, nei quartieri regalati ai mafiosi, la mafia era sembrata una cosa non normale. Finiti i funerali, tutto e' tornato come sempre e' stato: diecimila sudditi e dieci o venti cittadini, i primi a servire impauriti i mafiosi, i secondi a cercare disperatamente di lottare un giorno in piu' per non arrendersi agli invasori. Noi siciliani conosciamo bene questa
solitudine, questo desolato abbandono, questa - apparente - impotenza.
Riccardo Orioles
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