Dopo la pausa estiva, riprendono su questi schermi le nostre consuete trasmissioni.
Cominciamo con il domandone, offertoci da Azioneparallela.
Lo so che tra i miei 30 lettori non ci sono filosofi ma non bisogna essere del settore per rispondere, anzi, sono proprio i profani i destinatari del domandone.
(Qualcuno ha già risposto qui)
Cosa voi vi aspettate dalla filosofia? (in subordine, oppure affianco: e cosa c’è da aspettarsi dalla filosofia?).
La domanda può esser tradotta in una domanda circa i compiti della filosofia (o dei filosofi): vi va bene questa traduzione? Dei compiti di uno scrittore si discute da mane a sera: ne nascono poetiche, manifesti, estetiche. Possono entusiasmare o inorridire o lasciare indifferenti, ma certo nessuno si meraviglia che uno scrittore abbia una sua poetica (oppure: una sua visione del mondo; oppure: un suo mondo interiore; oppure: una sua verità etica ed estetica) Ma assegniamo pure un compito alla filosofia: non si troverà subito chi abbasserà perciò stesso la filosofia al rango di un’opinione (autorevole, ma pur sempre opinione)? E che ce ne facciamo dell’opinione di un filosofo?
E se invece non di un’opinione si tratta, ma di sapere, di scienza, come potremo ancora assegnare un compito alla filosofia? Ne assegnate di compiti, alla scienza? (In quanto scienza, dico). E cosa ci sarebbe allora da aspettarsi? Forse solo che il filosofo faccia il suo mestiere, come lo scienziato il suo. Niente compiti, dunque.
Ma insomma: volete la botte piena e la moglie ubriaca? Volete che la filosofia sia investita di un compito, abbia un senso o dia senso, e poi volete pure che sia scienza, e siete pronti a spararle addosso perché è solo opinione? Oppure no? Oppure volete solo e vi basta l’opinione autorevole (ma poi: perché autorevole?).
(Stavo per aggiungere: rivolgo questa domanda non ai filosofi, ma a tutti gli altri, ma è aggiunta superflua. Altro domandone, infatti: dove stanno i filosofi in rete? Com’è che non riescono a stare in rete? Somiglierebbero troppo agli scrittori?)
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