Uno dei miei passatempi preferiti e' capire la provenienza delle persone a partire della loro pronuncia.
Non e' difficile, ho studiato glottologia e ho un ottimo orecchio musicale.
Con l'italiano mi riesce piuttosto bene.
Le varianti regionali, specialmente nella pronuncia delle vocali, sono evidenti.
Con i casi che conosco meglio, abruzzesi e campani, riesco a individuare la provincia di origine, se non la citta'.
Ora mi sto esercitando con l'inglese parlato qui in Irlanda.
Il criterio per ora e' molto semplice, se non si capiscono vengono dal nord.
A parte gli scherzi, il peggiore inglese, dopo quello degli scozzesi, e' quello dei nordirlandesi.
Dopo 4 mesi finalmente ho capito il perche' o almeno uno dei motivi.
L'ho letto ieri sull'International Journal of Phonetic Association e cerchero' di spiegarlo in modo semplice, mi perdonino i sociolinguisti.
Da ricerche fatte sembra che l'inglese parlato a Belfast non distingua il tono delle interrogative da quello delle affermative.
In gran parte delle lingue del mondo una frase interrogativa ha un tono che nel finale tende a salire mentre una affermativa e' solitamente piatta o tende a scendere.
Non a Belfast. Loro ti dicono 'oggi e' una bella giornata' e a te sembra che sia una domanda.
La prosodia, il tono della frase appunto, non aiuta capirne il significato e devi affidarti semplicemente alla sintassi, alla sequenza della parole e alla grammatica.
Se non sei abituato ti spiazza perche' senti una domanda ma ha la forma grammaticale di un'affermazione.
Qualcuno si sta chiedendo, ma questo non ha nient'altro da fare? In realta' questo tipo di esercizi non richiedono tempo, basta fare un po' di attenzione mentre gli parlano.
C'e' chi guarda alla sostanza, io guardo la forma.
Adesso devo verificare un'altra mia ipotesi da profano. Ho notato il tono parlato dei dublinesi assomiglia a quello dei siciliani, in particolare ai messinesi.
Cerco conferme nella letteratura scientifica.
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