Sul prossimo numero del Weekly Standard c'è un interessantissimo articolo di Joseph Bottum sul cattolicesimo politico americano.
Bottum sostiene che mentre la gerarchia negli ultimi decenni ha sostanzialmente fallito, si è dimostrata inefficace ed ha perso credibilità a causa degli scandali, il ruolo dei laici cattolici in politica è andato crescendo fino ad assumere proporzioni inedite. La nomina di Alito alla Corte Suprema, ora a maggioranza cattolica, ne è un esempio.
L'analisi è approfondita ma, sintetizzando, Bottum sostiene con il declino del protestantesimo classico, è nata un'allenza anomala tra Evangelici, che hanno portato voti, e cattolici, che hanno fornito la forza intelletuale.
Dopo 200 anni di discriminazioni e umiliazioni, oggi il cattolicesimo americano è in crescita, sia per motivi demografici che per vigore nella vita pubblica.
In Italia, mi pare stia accadendo il contrario. Mancano grandi figure di politici cattolici, di qui il crescente ruolo pubblico della gerarchia che, godendo sostanzialmente di una fiducia popolare, cerca di supplire a questa mancanza.
Anche perché chi vorrebbe rappresentare il variegato mondo cattolico italiano, sia a destra che sinistra, appare sempre più sbiadito, compromettente, interessato, inaffidabile.
(Vabbè, volevo parlare dell'America e alla fine m'è venuta la nostalgia per la Democrazia Cristiana. Leggetevi l'articolo, che è meglio)
PS. La discussione continua su First Things.
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