Ricevo dall'amico Luigi Copertino e pubblico volentieri.
PREMESSA.
E’ del 16 dicembre scorso la notizia, immediatamente strombazzata su tutti i media, del ritrovamento di un lenzuolo funerario in una tomba a Gerusalemme dei tempi di Cristo e che sarebbe dissimile nella tessitura dalla Sindone. Quest’ultima molto complessa, a “spina di pesce”, mentre il lenzuolo ora ritrovato è di una fattura assolutamente semplice. La conclusione, appunto subito strombazzata dai giornali e tv di tutto il mondo, è che, stando al ricercatore dell’Università Ebraica di Gerusalemme che ha scoperto il lenzuolo i questione, questo dimostrerebbe che la Sindone sarebbe un falso. Naturalmente le cose non stanno affatto così. Al fine di controbilanciare certi presunti scoop archeologici giornalistici (che – guarda caso – arrivano sempre a ridosso di qualche fondamentale festa cristiana: di solito il Natale o Pasqua. Senza poi contare, nel caso di specie, l’annunciata esposizione del Sacro Telo nella prossima primavera) abbiamo trascritto per amici e lettori i seguenti brani che attestano delle prove inoppugnabili circa la provenienza mediorientale e palestinese della Sindone e della sua corrispondenza ai metodi di fabbricazione usati nella Palestina ai tempi di Cristo nonché sulle scritte in aramaico che si intravvedono sul tessuto sindonico.
TESSUTO DELLA SINDONE
E’ una stoffa di lino a spina di pesce, panno fine, di pregiata qualità, ingiallito dai secoli. Non si conosce nessun tessuto antico che presenti tutte le sue caratteristiche, ma tutte le sue caratteristiche sono quelle proprie dei tessuti antichi. Si tratta, secondo l’esperto Gabriel Vial, di una stoffa a spina di pesce (saja), ovvero formante strisce longitudinale simultanee, abbastanza irregolari, di circa 11 mm l’una, con una composizione di ca. 40 fili per cm nell’ordito e di ca 27 inserzioni per cm nella trama. La tela fu probabilmente tessuta con un telaio a pedali molto usato nel Medio Oriente. Le sabbie del deserto egiziano hanno conservato lenzuola di lino risalenti talvolta a diversi millenni orsono, anche se nessuna di esse è a spina di pesce. Solo a Palmira, una città siriaca distrutta nel 272 d. C., sono state rinvenute delle saje come quella della Sindone, ma di seta.
L’esame dei fili tessuti, di grandezza irregolare, reca un’interessante indicazione. Mentre la fibra del lino si ritorce spontaneamente seccando a forma di S, le fibre della Sindone presentano una ritorsione a forma di Z, il che farebbe pensare che sia stata tessuta da una filatura a due fusi tipica dell’Antico Egitto e, probabilmente, delle regioni vicine, poiché si trovano fili a ritorsione a Z anche nel deserto della Giudea e a Palmira. Ray Rogers ha inoltre osservato che il lino della Sindone non fu sbiancato se non dopo la tessitura mentre, a partire dal secolo VIII d. C., i fili venivano sbiancati precedentemente.
Gilbert Raes, esaminando il campione prelevato nel 1973, ha scoperto fibre di cotone mescolate ai fili di lino ed è giunto alla conclusione che questo cotone appartenga alla specie Gossupium Herbaceum coltivato nel Medio Oriente. La presenza di queste fibre deriverebbe dal fatto che diversi fili tessili venivano tessuti su medesimi telai. Questa scoperta è molto importante per stabilire la datazione e l’origine della Sindone: se infatti l’Europa ha conosciuto molto presto il cotone, lo ha tessuto soltanto in epoca tarda: nella Spagna moresca, forse dall’VIII secolo, mentre nel resto dell’Europa solo a partire dal XVII secolo. In compenso Raes non ha trovato alcuna traccia di fibre di lana. E’ questo un altro dato importante, perché se è vero che i telai utilizzati per il lino ed il cotone servivano anche per tessere la lana, questo non poteva avvenire in Giudea, dove la legge religiosa obbligava ad utilizzare telai diversi per le fibre vegetali e quelle animali. Si hanno dunque numerosi motivi per pensare che la Sindone sia stata tessuta in Giudea. Sulla base dei dati certi, si può concludere che la Sindone sia un panno di lino fabbricato nell’antichità e nel Medio Oriente, dove ha anche soggiornato, come dimostra l’esame dei pollini e delle polveri.
Da Daniel Raffard de Brienne “Dizionario della Sindone”, Elledici Effatà Editrice, 1998, pp. 99-100 (l’intero testo è disponibile alla lettura su Google libri cliccando in cerca nei libri il nome dell’autore ed titolo dell’opera oppure la frase “tessuto della Sindone”)
SINDONE
LA SCRITTA IN ARAMAICO CONTRIBUISCE ALLA DATAZIONE
"Nel complesso panorama degli studi scientifici condotti sulla Sindone di Torino, una delle scoperte più recenti riguarda una scritta che rimanda all'aramaico dei tempi di Cristo e che dunque, se ciò venisse confermato, potrebbe contribuire alla controversa questione della datazione del telo sindonico".
Lo afferma la Radio Vaticana che sottolinea come la scoperta - ad opera dello scienziato francese Thierry Castex - abbia "suscitato scalpore e dibattiti".
In proposito, l'emittente intervista Barbara Frale, ricercatrice dell'Archivio Segreto Vaticano, che ne accenna nel suo libro "I Templari e la Sindone di Cristo" e approfondirà la questione in un ulteriore volume sulla Sindone che uscirà in autunno ugualmente per "Il Mulino".
"Non è la prima volta - chiarisce la studiosa - che qualcuno scopre la presenza di scritte in aramaico sul tessuto della Sindone.
Il primo a vederle è stato un professore di latino dell'Università Cattolica di Milano nel 1978.
Poi, nel 1989, altri caratteri ebraici furono trovati stavolta da un ebraista, il prof. Messina". Questi caratteri formavano la scritta frammentaria "Il re dei Giudei" e dunque si riferiscono all'accusa con cui Gesù fu denunciato a Pilato.
La scritta trovata di recente da Thierry Castex dice letteralmente "trovato" e c'è una parola vicina, che è ancora da chiarire, ma che può significare nell'insieme "perché trovato" oppure "noi abbiamo trovato".
"La cosa interessante -rileva la Frale- è che questa frase, in realtà, può essere accostata ad un passo del Vangelo di Luca, durante il quale lo stesso Luca riferisce il motivo con cui Gesù fu accusato e portato davanti al governatore romano: Abbiamo trovato quest'uomo che sobillava il popolo, si diceva il Cristo Re, e impediva di pagare il tributo a Cesare'".
Quanto al modo nel quale questa scritta è finita sul telo sindonico, la ricercatrice ipotizza che "trattandosi di un uomo processato e condannato a morte, qualche documento doveva essere per forza prodotto ed applicato a questa salma. Si tenga presente che il morto, una volta completamente avvolto nel sudario - come voleva la tradizione ebraica dell'epoca - non poteva più essere riconosciuto. Se qualcuno avesse avuto bisogno, per qualsiasi motivo, di riconoscere il defunto, avrebbe dovuto necessariamente metter fuori delle scritte". (AGI; 2009)
LA SINDONE E’ AUTENTICA
La Sindone proviene dalla Palestina dell’epoca di Cristo.
I suoi fili furono filati a mano con la torcitura “Z”, diffusa nell’area siro-palestinese all’epoca di Cristo. L’intreccio del tessuto, che è a “spina di pesce”, è riconducibile ad un rudimentale telaio a pedale; esso presenta infatti salti ed errori di battuta. Il tessuto a spina di pesce è di origine mesopotamica o siriaca. Nei ritrovamenti di tessuti giudaici a Masada, in Israele, è documentata una speciale tipologia della cimosa, uguale a quella presente sulla Sindone, per il periodo compreso tra il 40 a. C. e la caduta di Masada nel 74 d. C. Sulla Sindone c’è anche una cucitura longitudinale, identica a quella presente su frammenti di tessuto provenienti dai citati ritrovamenti di Masada.
Le dimensione della Sindone sono precise in cubiti siriani (8x2).
Il cubito siriano era un’unità di misura di lunghezza usata nell’antico Israele. Con altri sistemi di un’unità di misura non si ottengono numeri interi per i valori di lunghezza e larghezza del telo.
Il tessuto di lino della Sindone è stato prodotto in ambiente ebraico.
Nella Sindone non furono trovate tracce di fibre di origine animale. In ambiente ebraico il rispetto della legge mosaica prescrive di tenere separata la lana dal lino (Dt 22, 11); il fatto che fra le fibre di lino della Sindone non siano state trovate tracce di fibre animali, ma solo cotone Gossupium Herbaceum, diffuso nel Medio Oriente ai tempi di Cristo, fa dedurre che la Sindone sia stata prodotta nel rispetto delle leggi ebraiche.
Da Emanuela Marinelli “Sindone, le ragioni dell’autenticità”, in Il Timone, n. 67 Novembre 2007, pp. 50-51.
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