Caspita, ogni volta che lo leggo o lo vedo in tv mi sembra di riconoscervi il venditore di fumetti di Springfield. Magari non vedi i Simpson ma non saprei come descrivertelo ulteriormente.
Ma quali sono i post che ti attirano di più? Quelli sul calcio e sulla juve, quelli sulle scommesse, quelli sulla generazione U, quelli sugli altri blog, o quelli che riprendono Europa (e che a volte non si distinguono dai precedenti)? (E se altri, come giudichi questi che ti segnalo?)
Non ho capito se sei tu, l'anonimo (tu nel senso di Angelo). Però devo corregermi sul fatto che Adinolfi non Meirit. Di certo merita per la sua lunga presenza nella blogosfera, per essere stato coerente e soprattutto continuo nel suo progetto mediatico (che ha avuto comunque alti e bassi), per avere un suo certo entusiasmo che pure è così diverso dal mio (quando c'è, il mio intendo) verso la novità dei blog. Di sicuro merita più di me, che scrivo una volta ogni morte di papa, e non ho ancora capito se il blog l'ho aperto a caso o con un qualche motivo. Detto ciò non mi piace la sua scrittura, mi lascia indifferente il suo pregetto mediatico-tecnologico; trovo irrimediabilmente drammatizzanti alcuni suoi interventi, specie quando si parla di calcio o di politica, e parecchio supponenti i giudizi sugli altri blog. Non gli riconosco una qualche competenza documentabile che non sia la capacità di scrivere molto su un set specifico di cose, gli riconosco invece l'aria da intellettuale organico in un'epoca che secondo me intellettuali organici ne può vedere solo in tema di revival o micronicchie culturali. Certe cadute di stile poi come la cosa che "bloggare è di sinistra", una caduta di stile che la gente di Tocqueville ha sbagliato di grosso a riprendere, mi fanno sospettare che anche di sostanza alla fine ce ne sia poca. Insomma, non mi iresce di valorizzarlo, ma riconosco che questo lo dice uno che non ha molta voce in capitolo. Alla fine nella marea di blog che ci sono oggi, chi ha avuto degli accessi così alti in fondo ha saputo gudagnarseli. (Che è un po' come dire che chi è ricco è perché ha lavorato tanto....)
L'anonimo non ero io. Francesco, non conosco i Simpson e non guardo la TV quindi non so dirti. Leggo e ascolto (in podcast) Adinolfi per la politica. Ha due pregi: conosce profondamente gli ambienti romani e li capisce. E' schietto, provocatore e anche un tantino antipatico ma ha coraggio. Leggo con interesse anche commenti dei suoi lettori, molti dei quali fanno politica attiva. Quel che scrive da tifoso non mi interessa minimamente mentre sulla faccenda delle scommesse devo dire che ha buon fiuto. Ora si sta dedicando un po' troppo alla questione Generazione U, trascurando i commenti politici e me ne rammarico. Non è un intellettuale e non mi pare voglia esserlo. E' un buon giornalista politico, capace di utilizzare diversi mezzi di comunicazione. Riguardo Tocque-ville, li ha provocati per far baccano, mica per altro. Che poi bloggare sia di sinistra è chiaramente una stupidaggine.
Terrò a mente le cos e che dici la prossima volta che lo leggerò... Ma fai male a non guardare i simpson! E non cedere alla tentazione di leggerti "i simpson e la filosofia": l'idea è carina ma il libro non è granché.
Mario Adinolfi, a differenza dell'omonimo, non argomenta mai. In questo è debolissimo, non ne è capace o forse ha visto che non paga. Lui non argomenta ma prende posizione. Usa spessissimo la provocazione. L'importante è che tutto passi da lui. Poi quello che esce si vedrà. Come Generazione U: parla, parla l'importante è parlare. Dire qsa di ampiamente e vagamente di sinistra. L'importante è che sia lui che fa parlare. Basta guardare a questo: ha schiacciato l'immagine di Generazione U sul format grafico di Democrazia diretta. Come dire: la generazione U sono io, passa da me.
Va benissimo per avere rumors dentro gli uffici dei partiti.
8 commenti:
Per me, no. E non lo dico come difensore di categoria o simili.
Perchè no?
Caspita, ogni volta che lo leggo o lo vedo in tv mi sembra di riconoscervi il venditore di fumetti di Springfield. Magari non vedi i Simpson ma non saprei come descrivertelo ulteriormente.
Ma quali sono i post che ti attirano di più? Quelli sul calcio e sulla juve, quelli sulle scommesse, quelli sulla generazione U, quelli sugli altri blog, o quelli che riprendono Europa (e che a volte non si distinguono dai precedenti)? (E se altri, come giudichi questi che ti segnalo?)
Non ho capito se sei tu, l'anonimo (tu nel senso di Angelo).
Però devo corregermi sul fatto che Adinolfi non Meirit. Di certo merita per la sua lunga presenza nella blogosfera, per essere stato coerente e soprattutto continuo nel suo progetto mediatico (che ha avuto comunque alti e bassi), per avere un suo certo entusiasmo che pure è così diverso dal mio (quando c'è, il mio intendo) verso la novità dei blog. Di sicuro merita più di me, che scrivo una volta ogni morte di papa, e non ho ancora capito se il blog l'ho aperto a caso o con un qualche motivo.
Detto ciò non mi piace la sua scrittura, mi lascia indifferente il suo pregetto mediatico-tecnologico; trovo irrimediabilmente drammatizzanti alcuni suoi interventi, specie quando si parla di calcio o di politica, e parecchio supponenti i giudizi sugli altri blog. Non gli riconosco una qualche competenza documentabile che non sia la capacità di scrivere molto su un set specifico di cose, gli riconosco invece l'aria da intellettuale organico in un'epoca che secondo me intellettuali organici ne può vedere solo in tema di revival o micronicchie culturali.
Certe cadute di stile poi come la cosa che "bloggare è di sinistra", una caduta di stile che la gente di Tocqueville ha sbagliato di grosso a riprendere, mi fanno sospettare che anche di sostanza alla fine ce ne sia poca.
Insomma, non mi iresce di valorizzarlo, ma riconosco che questo lo dice uno che non ha molta voce in capitolo. Alla fine nella marea di blog che ci sono oggi, chi ha avuto degli accessi così alti in fondo ha saputo gudagnarseli. (Che è un po' come dire che chi è ricco è perché ha lavorato tanto....)
L'anonimo non ero io.
Francesco, non conosco i Simpson e non guardo la TV quindi non so dirti.
Leggo e ascolto (in podcast) Adinolfi per la politica. Ha due pregi: conosce profondamente gli ambienti romani e li capisce. E' schietto, provocatore e anche un tantino antipatico ma ha coraggio. Leggo con interesse anche commenti dei suoi lettori, molti dei quali fanno politica attiva.
Quel che scrive da tifoso non mi interessa minimamente mentre sulla faccenda delle scommesse devo dire che ha buon fiuto.
Ora si sta dedicando un po' troppo alla questione Generazione U, trascurando i commenti politici e me ne rammarico.
Non è un intellettuale e non mi pare voglia esserlo. E' un buon giornalista politico, capace di utilizzare diversi mezzi di comunicazione.
Riguardo Tocque-ville, li ha provocati per far baccano, mica per altro. Che poi bloggare sia di sinistra è chiaramente una stupidaggine.
Terrò a mente le cos e che dici la prossima volta che lo leggerò... Ma fai male a non guardare i simpson! E non cedere alla tentazione di leggerti "i simpson e la filosofia": l'idea è carina ma il libro non è granché.
Mario Adinolfi, a differenza dell'omonimo, non argomenta mai. In questo è debolissimo, non ne è capace o forse ha visto che non paga. Lui non argomenta ma prende posizione. Usa spessissimo la provocazione. L'importante è che tutto passi da lui. Poi quello che esce si vedrà. Come Generazione U: parla, parla l'importante è parlare. Dire qsa di ampiamente e vagamente di sinistra. L'importante è che sia lui che fa parlare. Basta guardare a questo: ha schiacciato l'immagine di Generazione U sul format grafico di Democrazia diretta. Come dire: la generazione U sono io, passa da me.
Va benissimo per avere rumors dentro gli uffici dei partiti.
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