Sempre a proposito della faccenda pedofilia e Ratzinger, e' interessante rileggere oggi 2 articoli comparsi su Repubblica (Repubblica, non Avvenire!!) qualche mese fa.
-----
LA CHIESA DI RATZINGER
Il Papa contro i preti pedofili "Colpevoli di crimini enormi"
Ratzinger: scoprire la verità e aiutare le vittime di abusi
Duro intervento davanti ai vescovi irlandesi in udienza "Minata la fiducia nella Chiesa, occorre ricostruirla"
ORAZIO LA ROCCA
CITTÀ DEL VATICANO
Gli abusi sessuali sui bambini «sono crimini abominevoli» che vanno perseguiti «con forza, determinazione e tempestività» per «punire i colpevoli e aiutare le piccole vittime». Ma quando i colpevoli sono «religiosi, questo particolare crimine diventa ancora più grande e la Chiesa deve fare tutto il possibile per assicurare alla giustizia chi lo commette, e nello stesso tempo dare sostegno alle vittime ed evitare che altre violenze simili possano ripetersi». Benedetto XVI davanti ad uno dei più grandi scandali esplosi negli ultimi anni in alcune diocesi della Chiesa cattolica: le violenze sessuali sui minori da parte dei preti pedofili. Tema scomodo e scottante affrontato ieri dal Papa per la prima volta, pubblicamente, da quando è asceso al soglio di Pietro, il 19 aprile 2005, ricevendo in Vaticano i vescovi irlandesi.
Era stato, nel marzo scorso, l´arcivescovo di Dublino, monsignor Diarmuid Martin, a rivelare che, secondo una inchiesta svolta tra i 2800 preti della sua diocesi, dagli anni ‘40 i casi di pedofilia accertati erano stati 350 e che i sacerdoti sospettati di aver compiuto violenze sessuali sono circa il 3 per cento del clero irlandese. Ieri l´arcivescovo Sean Bredy, primate d´Irlanda, ne ha parlato al Papa, e il pontefice ne ha tratto lo spunto per esortare tutta la Chiesa ad essere più «vigile ed attenta» verso un problema - gli abusi sui bambini - che scuote le coscienze e lacera le vite di tanti innocenti. «Voi - ha ricordato tra l´altro il Papa - , avete dovuto fare fronte negli anni recenti a molti e terribili casi di abusi sessuali su minori. Questi sono ancora più tragici quando ad abusare è un uomo di Chiesa. Le ferite causate da tali atti agiscono in profondità ed è un´operazione urgente ricostruire la fiducia e la sicurezza là dove esse sono state compromesse».
Di fronte a simili violenze, avverte Ratzinger, occorre «stabilire la verità per adottare qualsiasi misura necessaria per prevenire la possibilità che i fatti si ripetano, garantire che i principi di giustizia siano pienamente rispettati e, soprattutto, portare sostegno alle vittime colpite da questi enormi crimini».
«Parole giuste e sacrosante», commenta il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Sanità della Santa Sede, nativo del Messico, uno dei paesi maggiormente colpiti da casi di abusi sessuali di preti. «Quando ero arcivescovo - ricorda il cardinale - di fronte a casi simili ero inflessibile e per niente tollerante. Occorre essere vigili, attenti, a partire dalla formazione nei seminari. Ma non va dimenticato che ci sono anche persone che denunziano la Chiesa solo per cercare di trarre vantaggi economici con l´inganno e la menzogna».
Repubblica, 29 ottobre 2006
IL RETROSCENA
La svolta di Wojtyla, la circolare di Ruini ai vescovi: quattro anni di sforzi per estirpare la piaga
Pubbliche ammende e lettere segrete così il Vaticano decise di dire basta
MARCO POLITI
CITTÀ DEL VATICANO
LA SVOLTA avvenne tra il 2001 e il 2002.
Protagonisti papa Wojtyla e l´allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, cardinale Ratzinger.
Scosso e disgustato dall´ondata di scandali che stava investendo la Chiesa cattolica degli Stati Uniti, Giovanni Paolo II ruppe con il secolare costume ecclesiastico dell´insabbiamento e si affrancò dai consigli di quanti in Curia propendevano per una «prudenza» molto simile all´omertà.
Di colpo il pontefice polacco tirò i freni e con un Motu proprio del 18 maggio 2001 sancì il ruolo centrale dell´ex Sant´Uffizio nell´affrontare il fenomeno.
Vennero poi le «Linee guida» elaborate da Ratzinger.
Ai vescovi del mondo il cardinale chiedeva «non solo di contribuire a evitare un crimine così grave, ma anche di proteggere con le necessarie sanzioni la santità del sacerdozio e la cura pastorale offerta dai vescovi e dagli altri responsabili ecclesiastici».
È questo il documento su cui oggi si basa la Santa Sede per contrastare e combattere la pedofilia del clero.
Al primo sospetto oggettivo il vescovo è tenuto a informare la Congregazione per la Dottrina della fede, che deciderà se far giudicare la questione a livello locale o avocare il procedimento in Vaticano. Lo stesso documento condanna ogni abuso della confessione per ottenere favori sessuali.
Per scongiurare frettolose archiviazioni Ratzinger - d´intesa con papa Wojtyla -prese anche la decisione di modificare i termini di prescrizione dei processi ecclesiastici. I dieci anni necessari per far decadere i procedimenti scattano (dopo la riforma del 2001) soltanto a partire dalla maggiore età della vittima, in modo da garantire a chi è stato abusato nel corso dell´adolescenza la piena facoltà di intervento in giudizio.
L´anno successivo il cardinale Ratzinger partecipò al vertice straordinario dell´episcopato americano, convocato a Roma, quando si stabilì «tolleranza zero» per i preti pedofili e l´immediato allontanamento di chiunque fosse coinvolto in indagini da incarichi ecclesiali a contatto con minori.
Le dure parole, usate ora da Benedetto XVI, trovano un precedente nell´escalation di interventi di Giovanni Paolo II dopo l´esplosione degli scandali. «L´abuso che ha causato questa crisi - disse ai vescovi americani nell´aprile del 2002 - viene giustamente considerato un crimine dalla società ed è anche un peccato sconvolgente agli occhi di Dio». Quando nel luglio del 2002 il pontefice polacco si recò a Toronto per la Giornata mondiale della gioventù confessò dinanzi a centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze che i preti pedofili provocavano in lui «un profondo senso di tristezza e di vergogna».
Molti ritengono che l´allusione di Ratzinger alla «sporcizia» nella Chiesa durante l´ormai famosa Via Crucis del 2005, poco prima della morte di Giovanni Paolo II, si riferisse anche ai casi di pedofilia diffusi in ogni parte del globo. Da pontefice Ratzinger ha costretto alle dimissioni - risparmiandogli l´onta di un processo ecclesiastico - il fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel, pressato da antiche accuse di pedofilia. Sulla situazione italiana il presidente della Cei Ruini mandò tempo fa una lettera a tutti i vescovi, che però non è mai stata pubblicata. Finora in Italia, tranne eccezioni, la tendenza nella gerarchia ecclesiastica è di aspettare le conclusioni della magistratura ordinaria, invece di punire per primi i colpevoli.
Repubblica, 29 ottobre 2006
2 commenti:
Si direbbe che vi sia stata una sterzata, dovuta alla emersione "dal basso" (cioè dalla rete) della informazione.
E' possibile che la rete assuma una importanza sempre maggiore nell'informazione e nella opinione pubblica.
La cosa può essere anche negativa, perchè un giornalista, comunque la pensi, dovrebbe, per deontologia, garantire una correttezza di informazione. E comunque, in media, la garantisce di più di un blogger, che è dilettante.
In qualcuno ciò potrebbe anche determinare una visione paranoide della informazione: "la vera informazione è quella "non mediata" perchè osa dire ciò che non si dice normalmente, per ragioni politiche".
E siccome ci può essere anche una parte di vero in quella visione, la cosa diventa molto difficile, da discernere.
Se me parla anche qui:
http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2007/05/le-infami-accuse-al-papaaggiornamenti.html
Povero Ratzinger,le colpe sono tutte sue.E Wojtyla?E Roncalli?
Posta un commento