E così, dopo tanta attesa, finalmente è arrivato il 14 settembre, data dell'entrata in vigore del Summorum Pontificum, il motu proprio papale che ha liberalizzato le celebrazioni in rito tridentino.
Io l'ho scritto e ne sono sempre più convinto, è stata data dai commentatori una eccessiva enfasi ad una decisione che cambia pochissimo la vita ordinaria della Chiesa.
Vediamo cosa è successo a Dublino, realtà che conosco meglio. Già prima dell'indulto si celebravano due messe in latino ogni domenica. Una in cattedrale, secondo il nuovo rito, e una con il rito tridentino presso St. Audeon Church.
Ora l'arcivescovo ha deciso di istituire una parrocchia personale di rito tridentino e di spostare le celebrazioni da St. Audeon a St. Kevin, una chiesa più piccola. Infatti, nonostante la curiosità suscitata dal motu proprio, non si prevedono grandi masse per la liturgia secondo il rito extraordinario.
La frequenza domenicale a St. Audeon era di circa 400 persone, ora la chiesa è diventata sede della Cappellania Polacca e la frequenza alle celebrazioni (in polacco) è più che decuplicata, superando le 5000 presenze domenicali. Questo dà un'idea delle reali necessità della comunità cattolica, almeno in Irlanda.
La messa secondo il rito preconciliare, che da queste parti non è stata mai negata, attrae uno sparuto gruppo di fedeli mentre cresce la richiesta di celebrazioni in lingua straniera. Oltre che all'inglese, all'irlandese e al latino, attualmente a Dublino si celebrano regolarmente messe in 14 altre lingue, e in altri due riti, quello greco e quello Syro-Malabar. Tra gli immigrati, la comunità più grande in assoluto è senza dubbio quella polacca. Per dare un'idea si potrebbe fare un paragone con la diocesi di Milano visto che tutta l'Irlanda ha meno di 4 milioni di abitanti. Bene, la messa in polacco viene celebrata in almeno 120 parrocchie irlandesi. (Dubito che a Milano e dintorni ci siano 120 parrocchie con un'offerta simile) Oltre alla cappellania di St. Audeon, vi sono chiese a Dublino dove vengono celebrate due messe domenicali in polacco.
C'è da aggiungere che in Irlanda, a differenza di altrove, non si sono viste le polemiche e le contrapposizioni tra "tradizionalisti" e "progressisti" riguardanti le nuove disposizioni papali. I "tradizionalisti" locali non peccano di fanatismo e sull'Irish Catholic di questa settimana, Peadar Laighleis, il presidente della Latin Mass Society of Ireland, prende chiare distanze dai lefevriani.
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