domenica, ottobre 19, 2008

La leggenda del cardinale gay che diventerà beato

Questo è l'articolo su Newman apparso sul Venerdì di Repubblica il 17 ottobre. Segue un mio commento.


La leggenda del cardinale gay che diventerà beato

«Dal primo momento mi amò con un’intensità incommensurabile». E ancora: «Mi pose il braccio teneramente attorno al collo, mi portò vicino a lui e mi tenne così per un po’. Ho sognato...». Siamo nell’Inghilterra vittoriana e chi scrive è il cardinale cattolico John Henry Newman.
Il prelato non poteva immaginare che, un secolo dopo, quelle confidenze epistolari sulla sua relazione con il prete Ambrose St John avrebbero fatto il giro del mondo più dei suoi testi di fine teologo. Newman è passato alla storia come il primo anglicano convertito al cattolicesimo poi diventato cardinale.
Apprezzato da Giovanni Paolo II, per il quale il suo pensiero era una “sintesi eccezionale di fede e ragione”, potrebbe essere dichiarato beato da Ratzinger; altro suo estimatore eccellente, entro fine anno. Ma Newman è anche il primo cardinale della storia assurto a icona del movimento gay.
Merito proprio della sua convivenza con Ambrose StJohn, il prete, suo collaboratore, con cui divise per trent’anni il tetto dell’Oratorio di San Filippo Neri vicino a Birmingham.
Un legame talmente forte, quello trai due religiosi, che Newman, dopo la morte di Ambrose, chiese in tre occasioni diverse di essere sepolto, quando sarebbe stato il suo momento, accanto all’amico: altro segno inequivocabile, per le associazioni omosessuali inglesi, di un legame, che la Chiesa, però, esclude.
La contesa sulla figura di Newman è esplosa a luglio (2008), quando, nell'ambito del processo di beatificazione, la Curia inglese ha annunciato che la salma del prelato sarebbe stata riesumata e trasportata a Birmingham, per essere mostrata ai fedeli. «Non si può violare la volontà di un uomo e dividerlo dalla persona che ha amato” ha accusato l'attivista inglese per i diritti dei gay Peter Tatchell. “Oppure” ha insistito Tatchell “si ammetta che Newman era omosessuale e si sposti anche la salma del compagno”.
La riesumazione è avvenuta ugualmente, ma, il 3 ottobre (2008), nella tomba del porporato sono stati trovati solo un mucchio di ossa e qualche suppellettile: la salma, decomposta, non ha potuto essere traslata. Nel frattempo, il dibattito è divampato sui giornali di mezzo mondo, compresi Avvenire e l’Osservatore romano, che negano fermamente l'omosessualità di Newman. Dalla parte di Tatchell si schierano numerosi cattolici, a partire dalla rivista inglese progressista The Tablet.
Nel mare di dichiarazioni, il massimo esperto mondiale di Newman, Ian Ken che pure nega l'omosessualità del prelato, si lascia sfuggire: «Oggi la Chiesa non avrebbe permesso la sepoltura accanto ad Ambrose”.
Ma chi è stato davvero John Henry Newman? Nato a Londra nel 1801, divenne sacerdote anglicano a 23 anni. A Oxford, dove si laureò, fu tra i fondatori del movimento eretico che prese il nome della città. Il futuro porporato, poi, iniziò a difendere i dogmi di Roma e, sostenendo che la Chiesa inglese e quella del Papa erano vicine, a 44 anni si converti al cattolicesimo, suscitando grande cla more. Quindi, proclamato cardinale nel 1879 da Leone XIII, si trasferì a Birmingham, dove morì a 89 anni.
A parlare dell'omosessualità di Newman (e di altri aderenti al movimento di Oxford) erano già stati i suoi contemporanei, ma è solo da qualche anno che sul prelato si concentra l’attenzione dei movimenti omosessuali. Spiega Angelo Bottone, dell’Università di Dublino, esperto della figura del cardinale: “Nel 2003 è uscito postumo The Friend, libro in cui lo storico inglese Alan Bray, cattolico e omosessuale, ha raccolto storie di coppie dello stesso sesso sepolte nelle chiese inglesi. Tra questi, ci sono anche Newman e Ambrose”.
E' Bray a riportare a galla brani dell’epistolario di Newman: “Ho sempre pensato" scriveva il prelato "che non ci sia lutto più grande di quello di un marito o di una moglie, ma mi è difficile credere che ce ne sia uno più grande del mio...".
E anche: "Desidero con tutto il mio cuore di essere sepolto nella tomba di frate Ambrose StJohn, lo chiedo come ultima, imperativa volontà.
Secondo Bottone, però, tutto questo non basta ad affermare una relazione tra i due religiosi: “Bisogna leggere i fatti nel contesto di un’epoca in cui l’amicizia tra gli uomini del clero era molto più importante di oggi. E il legame tra Newman e Ambrose era tanto più forte perché il primo, abbandonato il movimento di Oxford, aveva perso gli amici d’un tempo, e il secondo lo aveva preceduto di poco nel1’esperienza cruciale della conversione”.
Dalla Congregazione per le cause dei beati e dei santi, il sottosegretario monsignore Marcello Bartolucci spiega che il processo di beatificazione va avanti: “L’accertamento della vita di Newman è stato completato, e ora stiamo vagliando la rilevanza teologica del miracolo”, cioè la guarigione, nel 2001, di un diacono di Birmingham afflitto da una malattia alla spina dorsale. Se un secondo miracolo sarà segnalato, potrà essere avviata anche la causa di santificazione.
Pochi, invece, hanno sottolineato una coincidenza: Newman, primo beato inglese da quarant’anni, il primo in assoluto se sì escludono i martiri perseguitati dalla Corona, è diventato un’icona del movimento gay proprio mentre nella Chiesa anglicana la corrente tradizionalista ha annunciato uno scisma per protestare contro l'ordinazione di preti omosessuali.
Ma la storia di Newman e Ambrose è ormai avviata sulla strada del gossip. La stessa percorsa da chi si domanda perché, mentre in genere i cardinali sono ritratti in pose austere, i più famosi quadri di Newman lo raffigurano sempre in pose raffinate".

Paolo Casicci


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Si tratta del genere di articolo che mi aspettavo da Repubblica. Vale la pena di leggere Newman per mille motivi ma al grande pubblico o, meglio, ai giornali destinati al grande pubblico interessa il pettegolezzo e lo scandalo. Articoli simili a questo sono apparsi nelle settimane scorse sui giornali, specialmente inglesi, ma ho evitato di metterli sul blog perché si basano su speculazioni senza fondamento. Ho cercato di spiegarlo per 25 minuti al giornalista, peraltro molto gentile, che mi ha contattato e l'ha chiarito molto bene Ian Ker, che è l'autorità in materia. Evidentemente la fantasia conta più dell'evidenza.
Giusto per chiarire, la seconda frase riportata all'inizio dell'articolo non si riferisce ad un improbabile incontro amoroso ma fa parte del racconto, noto perchè i diari e le lettere di Newman sono stati pubblicati da tempo, degli ultimi momenti di vita di Ambrose StJohn. StJohn aveva perso l'uso della parola e Newman dice di aver quasi sognato che Ambrose gli stesse cercando di dire che stava andando via. ("I little dreamed he meant to say that he was going.") Insomma, un'ultima e definitiva manifestazione di affetto. Mi pare ben poco per parlare di omosessualità.
Un'ulteriore necessaria precisazione, non insegno presso l'Università di Dublino, che è il nome ufficiale del Trinity College, ma presso University College Dublin e Dubln Business School.
Tutto sommato, comunque, é bene che si parli di Newman sulla stampa popolare, può essere un modo per farlo conoscere ed amare di più anche in Italia.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Angelo,
ieri avevo provato a postare un commento quando la corrente elettrica è andata via e mi ha fatto perdere tutto. Comunque, sono contento che tu abbia aggiunto queste ulteriori precisazioni all'articolo di Repubblica, che secondo me non rende affatto giustiza alla figura di Newman e, come tu stesso dici, punta solo al pettegolezzo malizioso e pure un po' di cattivo gusto. Insomma, attaccarsi persino alle pose raffinate delle immagini di Newman...Vabbè, pazienza.
Più seriamente, io nelle parole di Newman la componente sessuale non la vedo proprio. Mi pare, invece, di ravvisare "solo" un grandissimo affetto e un profondo legame con un amico. Al riguardo, mi permetto sommessamente di proporre qualche riflessione proprio sulla natura di questa amicizia. Per come ho capito (ma può anche essere che mi sbagli), Newman e Ambrose hanno consolidato il loro rapporto nella Oxford del 1800, che non era certo quella discinta e un po' frichettona di oggi. Tanto per dire, la Oxford di allora era davvero il cuore pulsante dei dibattiti culturali, politici e religiosi in Inghilterra. Il sistema dell'insegnamento si fondava (come oggi del resto, anche se in forme molto meno annacquate) sul tutorato: una serie di incontri (settimanali di solito) in cui lo studente presentava, discuteva e difendeva di fronte al docente/supervisore il proprio lavoro di ricerca, ricevendo critiche e suggerimenti su come migliorare. A tal proposito bisogna anche dire che i docenti, in generale, vivevano il loro rapporto nei confronti degli studenti in una piena disposizione a seguirne non solo il percorso accademico (cioè, lo studio delle materie e gli esami) ma anche la crescita personale, culturale e spirituale. Per capirci, è ciò che più o meno lega un padre/fratello maggiore ad un figlio/fratello minore. Io non conosco il curriculum accademico di Newman e Ambrose né so se l'uno sia mai stato supervisor del secondo; ma certamente il loro rapporto va inquadrato in questo contesto e solo così può essere pienamente compreso. Del resto, la distanza di età di 15 anni che li separava mi sembra sufficiente ad ipotizzare un rapporto di questo tipo. Tu che sei l'esperto cosa puoi dirmi in proposito?
Anche riguardo alla richiesta di Newman di essere seppellito assieme ad Ambrose, cosa puoi dire di più? Come si può leggere tale desiderio alla luce del pensiero di Newman? Spiego il senso della mia domanda. Non mi pare affatto che chiedere una sepoltura comune ad un'altra persona, di per sé, sia un elemento sufficiente a stabilire la presenza di un legame di natura amorosa/sessuale. Faccio un esempio che forse non c'entra niente, ma è solo per invitare alla riflessione. Nell'Antigone di Sofocle, come si sa, Antigone infrange l'ordine del re Creonte e dà sepoltura al fratello Polinice, il cui corpo giaceva insepolto fuori dalle mura della città. Antigone, all'inizio della tragedia, dichiara alla sorella che tenterà la sua impresa e si augura di potere essere sepolta assieme a Polinice, nel caso in cui venga uccisa a causa della sua trasgressione. Sofocle usa termini che si riferiscono al sentimento della philia. Ma a nessuno verrebbe mai in mente di affermare che tra Antigone e Polinice ci possa essere un legame incestuoso! Si tratta, bensì, del desiderio di Antigone di porre fine alla catena di lutti che ha funestato la sua famiglia e di trovare una pacificazione con gli dei inferi. Certo, il caso di Newman è diverso e l'esempio forse molto poco calzante. Ma è possibile interpretare il desiderio di Newman di giacere da morto con Ambrose con una chiave di lettura diversa da quella che è stata proposta sinora dalla vulgata? A te adesso provare a dare delle risposte.
Un abbraccio,
Michele L.

Duque de Gandìa ha detto...

Reverendissimo Angelo,
appellandomi alla tua pietà superna, ti chiedo di delucirarmi il punto su cui , secondo il mio miserrimo parere, sta o crolla l'insinuazione, ovvero:
"A parlare dell'omosessualità di Newman (e di altri aderenti al movimento di Oxford) erano già stati i suoi contemporanei"

A cosa l'inetto giornalista si riferiva? Quali le fonti?
O per caso si riferisce all'accusa di "doppiezza" dei preti cattolici sostenuta dal reverendo Charles Kingsley in seguito della quale Newman scrisse l'Apologia?
Umilmente imploro lumi(via blog o anche via e-mail)

El Duque de Gandìa

Angelo ha detto...

Grazie per i commenti. Vi risponderò mercoledì perchè oggi e domani sono impegnatissimo.

Angelo ha detto...

Michele e Duque, perdonate il ritardo ma non ho proprio tempo questi giorni. Michele, che studia ad Oxford, ha colto bene il legame profondo che può nasce tra allievo e tutore. D'altra parte gli studiosi ci dicono che nella prima metà dell'Ottocento erano ancora tollerate forme di affettività maschili che più tardi divennero sospette.
Il desiderio di essere seppellito con StJohn non destò alcuno scandalo a suo tempo. Al funerale di Newman erano presenti 20.000 fedeli e 20 vescovi e nessuno ebbe da ridire.

Quanto alla richiesta del Duque, devo dire che il punto è meno cruciale di quanto può apparire. Si potrebbe pensare che se l'insinuazione era già diffusa al tempo di Newman allora ci dev'essere qualcosa di vero. In realtà non è così. Bisogna capire la mentalità vittoriana. L'accusa di 'effeminatezza', che colpì tanto Newman che i suoi compagni Trattariani, era in realtà un luogo comune delle campagne anticattoliche che si acerbarono dopo la restaurazione della gerarchia del 1851. Kingsley, nell'attacco che poi portò all'Apologia, fa riferimenti espliciti alla mancanza di virilità di Newman ma questo va letto nel contesto. Kingsley difende una cristianità 'maschile' (ed il matrimonio del clero) opposta all'effemminatezza cattolica che si esprime nel celibato e nella vita comunitaria. Il celibato del clero e la ritualità che contraddistingue le celebrazioni cattoliche sono per lui espressione della stessa perversione. Ah, se Kingsley fosse vivo oggi!
C'è molto da dire sull'argomento e spero che il Duque ci torni sopra utilizzando il materiale che gli ho spedito. Io, da qui al 17 novembre sono praticamente senza un minuto di tempo da dedicare a questo blog e me ne scuso in anticipo.

borbotting ha detto...

grazie.... puntuale e deciso...

ciao,

a borbotter

Anonimo ha detto...

non capisco come mai ci si accanisca così tanto a voler ribadire che newman non fosse omosessuale. non credo sia una questione che ci riguardi.
il poco che conosco di newman, l'ho appreso parlando con te. e da quel poco mi sembra molto probabile che fosse omosessuale. magari mi sbaglio, ma in fin dei conti il problema dov'è?
se anche newman fosse stato omosessuale, questo non rende la sua figura meno ammirevole o la sua filosofia meno edificante.
con immutata stima,
tua sorella