Un mezzo sicuro per non essere travolti dal fango delle strade, che è, purtroppo, nella natura umana, è guardare insistentemente l’azzurro e le stelle.
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C’è un canto, il primo canto del primo uomo, che suona come suprema
lode alla prima donna, per tutte le donne, ed è d’una altezza lirica sublime,
perché getta le basi dell’umana convivenza.
Quando il supremo Fattore trasse dal profondo sopore di
Adamo il bellissimo corpo della sua compagna, l’uomo, stupefatto, esclamò: «Questa
è la virago, osso delle mie ossa e carne della mia carne. Perciò l’uomo lascerà
suo padre e sua madre, e aderirà alla sua moglie, e saranno due in una sola
carne.»
Per quanto anche dell’unione l’uomo abbia fatto mezzo di
concupiscenza e oggetto di sterile piacere, non c’è poema che possa eguagliare
l’incontro e la mescolanza di due anime e di due corpi.
È sempre poesia altissima — e lo sarà finché l’odio non
distrugga l’umanità a colpi di bomba atomica — incontrarsi sotto la bianca luna,
in due esseri che si cercano perché si amano.
È l’esaltazione dell’atto che chiama la creatura a
partecipare della creazione; è il complemento necessario alla divina sinfonia
che sale dalle cose create; è il suggello alla fatica dell’Operaio, tanto
innamorato del proprio capolavoro da alitargli sul volto il suo stesso respiro.
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Diffida della filosofia tributaria in genere, cioè di quella
che tende a sganciarsi dalla filosofia madre. Studia, specula quanto vuoi, ma a
un dato momento nulla potrai risolvere e placare in te senza un atto di fede.
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A chi osserva che parlare del Creatore, in fondo, è trattare
sempre uno stesso tema, rispondiamo che è vero, ma che si tratta di un tema inesauribile.
Parlarne dunque, e ascoltare per amore,
significa “acquistare” sempre, perché l’uomo, creatura imperfetta, prende dalla
creatura amata.
Solo Iddio, che è perfezione, arricchisce l’oggetto del suo
amore.
Benigno Assunti
30 marzo 1947