M’avevano detto che era vedova di guerra e in guerra aveva perduto l’unico figlio; che da principio aveva gridato, maledetta la vita, ma si era poi rassegnata e trascorreva le sue giornate tra il lavoro e l’Altare.
Nel
vicolo dove abita, il sole arriva a stento e se ne va presto, sì che i suoi
poveri occhi stanchi di guardare il male, sciupati dal pianto, si dilatano sul
cucito.
Una
scala stretta, ripida, umida: un senso di gelo, di sordido. Se non fosse la
statuetta della Madonna issata sulle rampe, dove una mano pia — la sua? —
dispone in un vasetto di coccio le rose di maggio, mi sentirei stringere il
cuore. S’ha un bel dire che la miseria è santa...
Al
rumore dei passi la Signora Bianca solleva il capo d’argento e mi guarda di
sopra agli occhiali. Le spiego il motivo della visita.
—
Ah, lei è giornalista?
Mi
pare che nella domanda affiori un senso di diffidenza. Ci sono abituato:
incerti del mestiere ciò che troppi faciloni e superficiali riducono a
pettegolezzo di comari.
—
Capisco: anche mio figlio ambiva a scrivere sui giornali; anzi, aveva mandato
dall’Africa qualche corrispondenza ai quotidiani. Per me non è giornalista chi
offende la verità, ecco, come purtroppo avviene oggi...
—
D’accordo, signora: vuole dunque dirmi cosa ne pensa?...
—
È semplice. Troppa gente vuole occuparsi e preoccuparsi dell’uomo, e in
particolare del giovane: chi lo vuole educare di qua, chi lo vuole preparare di
là: la scuola, la palestra, l’Esercito, il capo ufficio o officina, il Partito
(bella roba!). Ce lo contendono, lo strappano alla famiglia — si può dire — che
s’è staccato appena dal seno materno, coi bei risultati che vediamo tutti. E
ognuno con uno scopo: servirsene. Farebbero molto meglio, invece, a lasciarlo
di più alle madri, specialmente quando sono in grado di farlo.
—
Ma lei comprende, signora, che non tutte...
—
L’ho detto: e del resto, meglio una madre ignorante che un professore maligno;
voglio dire, non in grazia di Dio. Perché han voglia a rigirarla: c’è solo un
uomo capace di ammaestrare: il sacerdote di Cristo.
—
D’altra parte, nella famiglia il giovane non può trovar tutto.
—
Quel ch’è fuori delle pareti domestiche e cristiane è marcio, creda a me. Sa
cosa Le dico? Sarà fissazione la mia, ma sono convinta che quanto più l’uomo
s’allontana dalla madre, tanto più rapidamente cammina verso il male, la
corruzione, l’odio, la guerra. Le dica, le dica queste verità sul Suo giornale:
e Lei, che è anche uomo di governo, le commenti anche, da par Suo. Io non so
farlo, ma Le assicuro che l’istinto d’una madre è infallibile. È inutile che
«grandi» e piccoli si radunino per cercare di ridare un volto all’umanità.
Abbiamo accumulato nei cuori secoli di menzogne di egoismi di colpe. Cosa vuol
che esca da un consiglio di volpi? Una strage di galline, vero? Lei mi capisce.
…
Commenti?
Ci mancherebbe altro! Mi allontano con due pupille sbarrate dentro, mentre la Signora
Bianca mi segue con un triste sorriso, guardandomi di sopra agli occhiali.
Un
trattato di filosofia non mi farebbe meditare così.
Benigno
30
maggio 1948
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