domenica, ottobre 19, 2025

L'appuntamento della carità

Torre di Pordenone, aprile 1948

Egregio e caro dottor P.,        
oso rivolgermi a Lei per una grande carità. Ho una parrocchia operaia disgraziata dove mi ritrovo dal maggio 1947. L’80 per cento degli uomini e dei giovani non assiste alla S. Messa festiva e il 50 per cento delle donne! È una desolazione. Mi sento accasciato. Non vorrei che venisse giorno festivo. La massima parte degli operai è comunista. Dal 1903 al 1925 sono stato parroco qui e ci sono ritornato perché invitato da tutti.

Nel primo periodo ho istituito per gli operai una Unione Coop. di consumo, una Cassa Operaia, un Molino, un Forno: cooperative tuttora fiorenti; poi l’Asilo e scuola di lavoro per ragazze, un Sindacato Cotonieri, una biblioteca circolante; ho costruito un centinaio di case operaie di quattro e sei vani l’una con adiacenza di 600 o 1000 metri: sono così cento e più famiglie divenute piccole proprietarie; mi sono occupato e mi occupo di collocamento in patria e all’estero. Ho dato tutto, anche il mio modesto patrimonio lasciatomi dai genitori, casa, campi e prati. Eppure si vuole essere comunisti. Sono desolato; ho 67 anni, ma sento venir meno le forze, non già per il lavoro, ma per le amarezze. Se avessi saputo di trovare la vecchia parrocchia in questa situazione, non sarei ritornato.

Concludendo: vorrei offrire il Santo Vangelo a tutte le famiglie operaie. Sono circa un migliaio. Ho visto edizioni diverse: Società S. Paolo, Salani, Servi della Sapienza ecc. La migliore è quella Vaticana perché porta anche gli Atti degli Apostoli e preghiere. Sono certo che il libro verrebbe gradito e letto. Farei la festa del Vangelo con triduo... Ma come far fronte a tanta spesa?

Si degni Lei d’intercedere grazie presso le Opere di Religione o presso la S. Girolamo o qualche benefattore. Io posso concorrere con la congrua che incasserò in questi giorni: circa 15.000 lire. Per vivere si fa come si può: ci sono tanti modi per campare.

Mi faccia questa carità. Lei è tanto stimato e ha tante conoscenze.           

Obbl.mo

sac. GIUSEPPE LOSER

 

Chissà cosa dirà, reverendo, a veder messe in piazza tante spirituali apprensioni. Ma il dott. P. ci ha passato la Sua emersa fra una montagna di lettere che minacciano di soffocarlo e noi abbiamo pensato di rivolgerci al buon cuore di chi legge affinché possa prendere contatti diretti con Lei (Enti, Istituti, Opere — particolarmente Mons. Baldelli, Presidente della Pontificia Commissione Assistenza e dell’O.N.A.R.M.O. — nonché Case editrici e privati) e cerchi di aiutarla a ritrovare il suo gregge. Perché dalla sua lettera trapela una sola preoccupazione, un’ansia sola: riportare il gregge all’ovile. Della diserzione tanto soffrì il Buon Pastore che per una pecorella smarrita piantò in asso tutte le altre; figuriamoci Lei, Padre carissimo! Ma non è il solo, creda, a donare tutto per ricevere solo amarezze. Nei duemila anni della sua vita la Chiesa non ha fatto che profondere tesori spirituali e materiali. Se ne potrebbe ricavare un trattato che sarebbe il più voluminoso fino ad oggi apparso: il Trattato dell’ingratitudine. Basterebbe darne un... assaggio: il pontificato del Vicario regnante. Se gli uomini sapessero! Se n’è avuta una pallida idea durante la recente... ferina campagna elettorale.

A proposito, che ne pensano dei risultati quelli del suo gregge che disertarono le vie del Signore? Sarà bene che meditino le parole del Cristo: «Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno giammai contro di essa». Padronissimi dunque di schierarsi con Satana; ma si ricordino: Satana è un capitano che conosce solo sconfitte o vittorie... di Pirro. Mi faccia conoscere, reverendo, l’esito di questo appuntamento.

dev. BENIGNO

23 maggio 1948

 


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