martedì, maggio 13, 2025

Anche la terra di Virgilio fu invasa

«Uno sciopero generale arrecherebbe grave danno alla cittadinanza e in modo particolare ai lavoratori romani, senza aiutare in modo effettivo i contadini in agitazione». 

Questo il motivo che determinò il voto contrario allo sciopero generale della corrente cristiana in seno alla Camera del Lavoro.    
Perché ciò che dà la misura dell’aberrazione cui sono giunti gli agitatori di piazza... e di campagna, è quel tale spavento di non apparire abbastanza estremisti, provocando così estremismi deleteri agli stessi interessi delle masse agitate; le quali stanno molto più a cuore ai responsabili della corrente cristiana che non ai detti agitatori, anche se il loro atteggiamento possa sembrare reazionario (ma è risaputo che la parola è logora per troppo uso).

Che le terre incolte (ma incolte sul serio, non pronte per la semina come qua e là è avvenuto) debbano con le dovute garanzie essere utilizzate ai fini della produzione, è pacifico; e infatti la corrente cristiana, disposta a giungere fino allo sciopero di categoria, quando lo giudichi necessario, è su questa strada: e lo ha dimostrato con la sua partecipazione alle discussioni sull’argomento; ma quando l’occupazione indiscriminata delle terre altrui costituisce una sfacciata violazione del diritto di proprietà, quando l’occupazione da simbolica diventa effettiva e si arriva fino all’aberrante divieto d’ingresso al proprietario nel proprio fondo, allora la corrente cristiana grida il suo «non licet» perché la violazione è contro la volontà di Dio e contro la legge degli uomini, i quali quella volontà debbono ricalcare se non si vuole provocare il caos così caro agli estremisti.

Bene ha fatto dunque la corrente cristiana a rifiutarsi di sanzionare la patente ingiustizia, oltre che il danno.   
È ovvio che, mentre l’agitazione perpetua anemizza la nazione e incide soprattutto sulle classi meno abbienti, iniquo sarebbe cedere al paradosso marxista che considera furto la proprietà: la quale è anzitutto un dovere, ma è anche un provvidenziale diritto.          
Il difficile è saperla conquistare con l’intelligenza e col lavoro.       
Insomma, quando la proprietà è sudata, cioè onestamente conseguita, diventa furto solo per i criminali.
Contro questo genere di... proprietà combatte la corrente cristiana, che è morale prima d’essere corrente, tanto più che il crimine sembrò (o sembra?) aggravarsi col già preordinato rallentamento della produzione, tendente a sostituire qua e là l’arma dello sciopero, mentre ognuno vede che solo nell’intensificazione della produzione si può sperare in una generale ripresa.

Si racconta che Virgilio, proprietario di un modesto podere ereditato alla morte del padre, non potesse lungamente goderne il possesso perché, nelle vicende delle guerre civili, e propriamente nella distribuzione delle terre fatta da Ottaviano ai suoi veterani (a proposito: quanti degli odierni occupanti sono contadini autentici e... veterani?) anche la vicina Mantova fu messa a ruba ed il podere del Poeta toccò ai pretoriani:    
«Mantua, vae, miserae nimium vicina Cremonae!».           
Del sofferto danno fu sollevato dalla generosità dello stesso Ottaviano, che, mediante i buoni uffici di Mecenate, gli fece recuperare i suoi beni.   
Ma di lì a poco, per i torbidi della guerra di Perugia, dovette abbandonarli all’intimazione del primipilo Milieno: «Haec mea sunt, veteres migrate coloni», il quale gli scagliò addosso un tal Clodio, ferocissimo veterano che lo malmenò. Tornato a Roma, accorato, il Poeta, con la mediazione di Mecenate, riebbe il perduto suo campo. Prova che la giustizia, prima o poi, si fa strada nel cuore degli uomini e trionfa sulla violenza.

È contro cotesta mentalità mentecatta e sovvertitrice che si leva la religione di Cristo, in difesa della stessa umanità insidiata nelle sue libertà eterne: di lavoro, di fede, di conquista, di amore.
Poiché fu proprio la violenza caina e maledetta a creare nel mondo quella catena di addii e di sangue che si spezzerà soltanto con l’Amore.

BENIGNO

 

12 ottobre 1947

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