domenica, agosto 10, 2025

Partono i bastimenti

NAPOLI, gennaio.

Uno spettacolo senza precedenti ci si presenta lungo le strade che conducono al porto. Sono gli emigranti che arrivano su autocarri attrezzati alla bisogna, pronti a imbarcarsi sul «Santa Croce» che salperà per l’Argentina.

Il pensiero risale a tanti anni addietro, quando in lunghe miserabili teorie questa povera gente nostra affluiva dai più lontani paesi col sacco a spalla e il bordone del pellegrino: taluni scalzi, i più laceri, scarni, segnati dagli stenti e dal dolore. La fame li aveva stanati dai focolari spenti dove i più vecchi restavano ad attendere il tozzo di pane strappato in terra lontana da chi aveva ancora muscoli, sudore e sangue per arricchire lo straniero.

Come bestie, con lo stomaco stirato dai patimenti, giungevano qui a branchi, si sdraiavano stracchi sui moli, in attesa della prima carcassa che li imbarcasse, della prima ciurma che li gettasse in fondo ad una maleodorante stiva, donde taluno risaliva a stento per guardare allontanarsi quella terra che lo respingeva più con rancore che con nostalgia.

Non sapevano più piangere, non sapevano pregare più: aridi gli occhi, freddo il cuore. Erano i tempi della prima propaganda messianica: «La Patria è il mondo» avevano predicato i demagoghi col cappellaccio sulle ventitré e la cravatta a farfallone.

Così partivano disperati, sebbene non riuscissero a far tacere una voce che saliva dal profondo. C’era chi, per farla tacere del tutto quella voce, si metteva a cantare: «Me ne vogl’i all’America — che sta lontana assaje — me ne vogl’i addimane — nun voglio torna’ chiù…».

Molti, troppi non tornavano più davvero, rami verdi staccati dal tronco che pian piano intristiva…

Questo autocarro che mi sta dinnanzi, porta membri di famiglie diverse. Ogni individuo non è un numero, è un nome, e lo porta scritto sul bavero con un certo sussiego. Dal vestito all’atteggiamento, ai volti traspare un’aria che, se non è proprio di festa, certo è di raccoglimento, di tranquillità.

C’è, sì, uno sguardo pensoso di donna che pare attaccarsi con tutta l’anima alla terra che abbandona, ma quanto diversa è l’atmosfera in cui respirano questi bimbi incappottati, questi adulti che sanno dove e come troveranno lavoro e pane per i loro cari!

Si sentono attesi, protetti, assistiti, ecco; e non solo materialmente, chè c’è chi ha già pensato alla cura delle anime: troveranno di là dell’oceano lo stesso Cuore umano e divino.

E allora, anche se non rimpiangono troppo la Patria dilaniata dalle discordie intestine, sanno che laggiù costruiranno un avvenire migliore per i suoi figli e che la Patria risorgerà; la Patria non potrà morire finché ognuno, vicino o lontano, la porterà in cuore con la Fede dei padri.

 

BENIGNO

18 gennaio 1948

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