Si avvicina il 2 giugno e vi segnalo un libro di prossima uscita.
"La fine della Monarchia in Italia. Il Referendum istituzionale del 2 giugno 1946", Costantino Marco Editore.
L'autore è Francesco Bottone, noto frequentatore di questo blog nonché cugino del sottoscritto. La prefazione è di Gigi Speroni.
Riporto l'indice e due brani estratti dall'introduzione.
Per ulteriore informazioni, contattatemi direttamente o lasciate un messaggio nei commenti.
Introduzione
1. La fine della monarchia in Italia: attualità del tema
2. Ottobre 2002: l’abrogazione della XIII disposizione della Costituzione
3. L’articolo 139 della Costituzione
4. Il referendum istituzionale tra storia e politica
5. I metodi della ricerca e la struttura del lavoro
Capitolo Primo
Dalla crisi del fascismo al referendum istituzionale: un' introduzione storico-politica
1. Gli operatori politici del sistema politico post fascista
2. Le diverse posizioni sulla questione istituzionale
3. Il “suicidio” del regime fascista (25 luglio 1943)
4. La resa “incondizionata” (8 settembre 1943) e il Regno del Sud
5. L’Italia divisa, la guerra civile e la liberazione
6. I primi governi dell’Italia liberata e le amministrative del 1946
7. Gli Alleati e la questione istituzionale in Italia
8. La tradizione repubblicana
9. I partiti, il Quirinale e la Santa Sede verso il referendum
10. L’abdicazione di Vittorio Emanuele III
Capitolo Secondo
Il referendum istituzionale: Monarchia e Repubblica tra storia, diritto e politica
1. La campagna elettorale
2. Le operazioni di voto e le notizie contrastanti sui risultati
3. Il vantaggio monarchico e l’inspiegabile sorpasso repubblicano
4. La vittoria della repubblica, le contestazioni e i ricorsi
5. Le pressioni del Governo sulla Cassazione e l’iniziativa di Togliatti
6. La prima seduta della Cassazione (10 giugno 1946)
7. Il conflitto tra Governo e Quirinale
8. La scelta sofferta di Umberto II: l’esilio (13 giugno 1946)
9. La questione del quorum. La requisitoria del procuratore Pilotti
10. La seconda seduta della Cassazione (18 giugno 1946)
11. Una breve analisi del voto e considerazioni conclusive
Appendice
1. I governi dal 1943 al 1946
2. I dati riassuntivi del referendum istituzionale
Bibliografia
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Il referendum del 1946 rappresenta il punto iniziale dell’attuale sistema politico italiano, il momento fondante delle istituzioni repubblicane. Quella consultazione referendaria è stata a lungo interpretata come episodio della lotta fra i partiti più che nel suo significato proprio, come momento cioè di una scelta affidata direttamente agli elettori, dopo anni in cui non avevano esercitato il diritto di voto, e per la prima volta nella storia italiana, anche all’elettorato femminile, che da solo rappresentava più della metà degli aventi diritto. Nonostante le passioni politiche, il popolo italiano, di fronte alla questione istituzionale, preferì alla soluzione rivoluzionaria l’espressione della propria volontà, legalmente manifestata in una consultazione elettorale. Ci si riconduceva, in un certo qual modo, al momento storico del Risorgimento, ai plebisciti per l’annessione, che furono la base politica e giuridica del Regno d’Italia.
Le analisi dei politologi e degli storici hanno individuato nella consociazione l’elemento più caratteristico del sistema politico italiano sin dalle sue origini, ma paradossalmente proprio uno strumento fortemente bipolare, come è appunto un referendum, è stato il frutto del compromesso tra l’Italia repubblicana e quella monarchica, ed è servito quindi a non far esplodere il contrasto sulla questione istituzionale tra i partiti centrali dello schieramento politico e in particolare nella Democrazia cristiana che raccoglieva consensi sia da una parte che dall’altra. La scelta repubblicana, che rappresenta una rottura netta nell’ordinamento istituzionale, grazie ad una serie di accordi che approdarono allo strumento referendario, negoziato con la monarchia, viene quindi ad iscriversi in una sostanziale continuità costituzionale.
[...]
Ci si è accostati alle divergenti letture di quegli avvenimenti prodotte dalla memorialistica monarchica e da quella repubblicana, avendo chiara coscienza del fatto che “il passato non esiste” in quanto tale, ma esso è una creazione culturale e politica. Dalle testimonianze dei protagonisti e dai racconti dei testimoni, sinteticamente riconducibili da un lato al libro di memorie dell’allora ministro dell’Interno, il socialista Romita, e dall’altro ai diari del ministro della Real Casa, il marchese Falcone Lucifero, emergono le tesi sostenute dai monarchici, che sarebbero state alla base delle contestazioni e dei ricorsi presentati contro i risultati del referendum e le posizioni dei repubblicani che invocavano la logica del fatto compiuto, cioè che dalle urne era uscita comunque una maggioranza favorevole alla repubblica.
2 commenti:
Gentile signor Galassi,
ho provveduto a rispondere
al suo quesito
con una email.
a presto
francesco bottone
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