ASSASSINIO DI STATO. Di Costance Frazel*
Vincent Lambert è morto. Il decesso alle
8,24 di giovedì 11 luglio. Alcuni lo hanno definito vittima di
accanimento terapeutico, ma sarebbe più esatto parlare di accanimento
mediatico. La sua morte è stata voluta per dare un esempio, fare
evolvere la mentalità, avanzare le linee, e altre formule consacrate di
cui regolarmente si serve la cultura di morte per imporre la sua
inesorabile marcia verso l’annientamento di ogni forma di rispetto per
la vita e la dignità umana.
Occorre insistere su questa terribile
realtà: c’è stato un progetto cosciente e continuato, sistematico, per
metterlo a morte. La sua scomparsa non è frutto di un infelice
accadimento – un incidente, una vita spezzata, l’impotenza della scienza
medica. Oggi in Francia esistono poco più di 1500 cerebro-lesi in
condizioni simili a quella di Vincent, ma è stato lui a essere “scelto”
per servire alla propaganda dei partigiani della morte misericordiosa,
il dolce nome usato dai nazisti per l’eutanasia, C’è sempre bisogno di
“casi” per fare progredire le “cause”: basti pensare all’infelice Jane
Roe, pseudonimo di Norma Corvey, il cui nome resta per sempre legato
all’emendamento Roe vs Wadw, che aprì la breccia all’affermazione del diritto all’aborto negli Stati Uniti[1].
Perché il “caso” funzioni occorre la complicità del sistema politico e
giuridico, che se n’impadronisce, lo diffonde, l’amplifica. Nell’affare
Vincent Lambert il sinistro Stato macroniano ha perfettamente giocato
la sua parte.
Ci si ricordi che a fine maggio, quando
per la prima volta era all’ordine del giorno il blocco
dell’alimentazione e dell’idratazione di Vincent Lambert, il presidente
Macron fece il Ponzio Pilato dichiarando: “come presidente della
Repubblica non mi spetta sospendere una decisione che si fonda sulle
valutazioni dei medici ed è conforme alle nostre leggi”. Il Comitato ONU
dei Diritti delle persone handicappate ordina a titolo cautelativo la
ripresa dell’alimentazione e dell’idratazione e lo Stato francese riceve
un’ingiunzione di attenervisi, ma Emmanuel Macron se ne lava le mani;
egli è al di sopra dell’ONU e non si ritiene obbligato nemmeno dalla più
alta delle autorità mondiali. Agnès Buzyn, il suo ministro della
solidarietà e della salute, ci spiega con tutta calma che la Francia non
è tenuta ad adeguarsi e il presidente non si preoccupa di smentirla.
Quando poi, qualche giorno più tardi, il suo stesso governo, sempre
nella persona di Agnès Buzyn, sceglie di rivolgersi alla Cassazione per
esigere di nuovo la messa a morte di Vincent Lambert, Macron lascia
fare. Si resta stupefatti di fronte a un tale impegno dei pubblici
poteri quando sarebbe stato sufficiente che Vincent venisse accolto in
una struttura privata specializzata per esservi accudito dai suoi nel
silenzio e nel raccoglimento. Un passo decisivo è stato compiuto con
l’intervento attivo dello Stato nel processo di morte.
I media dominanti grondano di
riferimenti ”alle ore più scure della nostra storia”, Ma infine, dove
sono queste ore più oscure? Quando il Parlamento nazionale supera il 5%
dei suffragi o quando lo Stato assassina, in buona coscienza, quelli che
non corrispondono alla norma, quelli che costano qualche soldo in più
alla società, quelli di cui si è deciso che non hanno il diritto di
vivere? Gli eredi del Terzo Reich non si trovano là dove si crede.…
Constance Frazel
* Traduzione a cura di F.M. Agnoli.
[1]
Purtroppo per lei è vero. Nonostante il successivo ripudio di quella
scelta e la trasformazione in militante del Movimento per la Vita
statunitense il processo da lei intrapreso nel remoto…. la lega per
sempre, inesorabilmente, al dramma dell’aborto.
da www.domus-europa.eu
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