venerdì, marzo 06, 2020

La Scuola Chesterton contro l’asilo obbligatorio

«Il problema della scuola italiana è uno solo: c’è dentro troppo Stato. Il compito dell’educazione dei figli spetta primariamente alla famiglia, qualsiasi tentativo di sottrarre alla famiglia questa libertà educativa proviene da un’ideologia ben precisa, che nasconde le proprie intenzioni sotto rassicuranti ragioni pratiche». Non ha dubbi Marco Sermarini, rettore della Scuola Libera G. K. Chesterton di San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, profondamente contrario alla proposta del viceministro all’Istruzione Anna Ascani che mira ad ampliare l’età della scuola dell’obbligo.
Secondo il viceministro, sarebbe meglio partire dai tre anni, rendendo così obbligatoria anche la scuola materna, e arrivare fino ai 18. L’idea della Scuola Libera è nata nel 2008 rileggendo proprio lo scrittore e giornalista inglese Gilbert Keith Chesterton (1874-1936), noto al grande pubblico in modo particolare per I racconti di Padre Brown e con cui “iFamNews” ha un legame particolare. Chesterton osservava e analizzava lucidamente la realtà del proprio tempo, scrivendo: «La gente è inondata, accecata, resa sorda e mentalmente paralizzata da un’alluvione di volgare e insipida esteriorità, che non lascia tempo per lo svago, il pensiero o la creazione dall’interno di sé». L’allarme del grande autore inglese, unito a quello lanciato da Papa Benedetto XVI nel 2008 sull’emergenza educativa, hanno portato alla nascita della scuola, che vuole creare una rete per supportare «famiglie vive e giovani veri, educati da altri uomini che prendano sul serio la loro vita».
Il viceministro Ascani vuole che i bambini vadano a scuola già a tre anni…
Quello che manca è una vera sussidiarietà, ovvero lo Stato che interviene solo dove i cittadini da soli non riescono ad arrivare. Viviamo in un sistema scolastico dove il primo che si sveglia inventa una riforma, e poi questa viene abbandonata a metà strada. Ormai diversi anni fa è stato esteso l’obbligo scolastico dai 14 ai 16 anni, molto bene: ma si parte sempre dall’idea che lo Stato debba controllare tutto e dire ciò che è bene e ciò che è male. Poi, tra il 2003 e il 2005, il ministro dell’istruzione Letizia Moratti estende l’obbligo formativo a 18 anni. Firma una riforma molto ampia, una riforma che aveva anche il suo perché, una sua visione complessiva, ma che viene completamente abbandonata quando cade il governo. Negli anni successivi quante altre riforme della scuola, abbozzate, abolite, approvate abbiamo avuto?

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