Era la più grande scuola statale all’estero, con una storia di oltre un secolo alle spalle, e formava – anche in lingua italiana – studenti per il 70% eritrei, dalla scuola primaria al liceo.
La mattina del 7 ottobre 2021 la bandiera italiana all’esterno dell’edificio è stata definitivamente ammainata e i locali consegnati al governo eritreo. La cerimonia è avvenuta alla presenza del nuovo Ambasciatore italiano Marco Mancini e del facente funzioni del Ministero della Pubblica Istruzione eritreo Pietros Hailemariam. A nulla era servita la petizione per salvare l’istituto lanciata subito dopo la sospensione delle lezioni, nel settembre 2020.
Le cause di questa chiusura nascono da lontano, ne abbiamo parlato in questo articolo. Sono frutto da un lato della volontà del governo Eritreo, espressione del movimento politico che domina il Paese dalla sua indipendenza nel 1991 con un regime dittatoriale, di chiudere tutte le scuole private e straniere, nazionalizzandole. Dall’altro, dell’inerzia dimostrata dai governi italiani che si sono succeduti, i quali, pur dichiarando il Corno d’Africa come elemento strategico della propria politica estera, non hanno saputo elaborare strategie efficaci per trasformare il triste passato coloniale in un presente e un futuro fatto di una collaborazione culturale ed economica fruttuosa per tutte le parti in gioco.
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