“La crisi demografica dell’Ue deve essere considerata con la stessa attenzione riservata alle transizioni digitali e verdi. I decisori politici devono riconoscere la famiglia come motore principale della ripresa sociale, economica e ambientale”. Questa la richiesta alle istituzioni europee e ai governi nazionali che arriva dalla Federazione delle associazioni famigliari cattoliche (Fafce) in una Risoluzione adottata nella recente riunione del Consiglio direttivo (Strasburgo, 25-27 ottobre 2021). Nel documento si sostiene che “le politiche pubbliche saranno sostenibili solo se le famiglie saranno riconosciute e valorizzate come risorsa di primaria importanza”, nel pieno rispetto della “libertà delle famiglie di perseguire, nelle migliori condizioni e senza ostacoli, la loro gioiosa responsabilità di prendersi cura dello sviluppo integrale dei propri figli e in generale della propria comunità, in un dialogo positivo tra generazioni”. La riunione è stata occasione di una serie di incontri e confronti tra cui una conferenza di alto livello su “ecologia della famiglia e sviluppo integrale”, in collaborazione con l’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche (Wucwo) e la Missione permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. Positivo il bilancio del presidente Vincenzo Bassi dei giorni strasburghesi in cui “i rappresentanti delle maggiori associazioni familiari di ispirazione cristiana d’Europa hanno potuto finalmente ritrovarsi di persona”. Per Bassi le associazioni familiari “sono uno strumento per contrastare la solitudine, la vera malattia dei nostri tempi”.
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