Anche ieri — narra la cronaca — sono fuggiti dalle rispettive abitazioni tre ragazzi di 12 anni: Leonardo Ancona, abitante in Via della Scrofa, 134; Rosario Conti, abitante in Via di Valle Aurelia, 80; e Marcello Pompei, abitante in Via Pietro Bembo, lotto 17 (Primavalle). I domicili servono a chiarire qualche circostanza... speciale? No; servono soltanto a indicare — almeno gli ultimi due — che si tratta di famiglie della periferia, e, probabilmente, non abbienti: il che lascerebbe supporre fosse in giuoco la fabbrica dell’appetito non del tutto soddisfatto tra le pareti domestiche. Senonché il Conti, quello di Via di Valle Aurelia, precisa la cronaca che scappando di casa ha portato con sé un prezioso anello appartenente alla madre. Grande stupore del confratello del mattino, che con aria nostalgica commenta: «Le fughe dei ragazzi di una volta potevano commuoverci, erano pagine indimenticabili nella storia dell’infanzia. I bambini d’una volta leggevano “Sussi e Biribissi”, un libro in cui si narrano le avventure di due ragazzi che vogliono raggiungere il centro della terra».
Scappare
di casa per il miraggio d’una bella avventura! Chi di noi, confessiamolo, non è
scappato di casa, almeno con la fantasia, leggendo certe pagine avvincenti di
piccoli eroi, che sapevano trasformare in sogno le immagini e gli esempi della
quotidiana realtà? Gli è che oggidì i fanciulli sono abbandonati a se stessi, e
se proprio certe letture non sono date loro in pasto, vengono permesse, il che
è equivalente. E allora nessuna meraviglia se al posto di specchietti e coralli
per ammansire gli eventuali selvaggi in un mondo di conquista, i ragazzi
moderni e... progressivi sottraggono alla mamma un anello prezioso. Sono di una
logica sconcertante i ragazzi «novecento» e attaccati alla realtà loro
scodellata in tutte le salse, anche piccanti, come l’ostrica è attaccata allo
scoglio.
Ma
non esageri il confratello col monito: «Sculacciateli senza pietà!», che riprende
con domestica affermante lo «sterminateli!» di tragica e... attuale memoria.
Noi saremo inguaribilmente evangelici, ma dobbiamo ricordare che Gesù impugnò
la fune, cioè diede un pallido saggio dell’ira divina coi mercanti che
profanavano il Tempio del Padre.
Nel
tempio della casa dell’uomo, specialmente se cristiana, i genitori facciano
l’esame di coscienza; meditino, cioè, chi fu il primo a profanare la santità
del focolare con la parola e con le opere. Si convinceranno che il vergine
cuore del fanciullo non si conquista con le «manate» ma ancora e sempre con
l’amore: il che vuol dire aver cura di lui come di una perla rara, come di un
delicato cristallo che l’alito impuro appanna.
Allora
si accorgeranno che l’amore vince; anche in quella casa dove ci sia poco pane e
poco panno, il «passerotto» sentirà tanto calore da non avere il coraggio di
abbandonare il nido.
BENIGNO
7
dicembre 1947
Nessun commento:
Posta un commento