Già, pare impossibile: nonostante il fango che scorre nelle strade, le Lucie moderne (che rappresentano poi quanto di meglio possano sperare i giovani per metter su famiglia) ritornano a sognare il Principe Azzurro. Non sarà più il bellissimo Delfino che rapiva la bella in un cocchio tirato da quattro coppie di cavalli bianchi e che accoglieva la spaurita sposina dentro le ali del suo ampio mantello di velluto, ma insomma «le nozze di Amalia Salamene — palermitana — costituiscono una storia abbastanza movimentata, e, in un certo senso, drammatica». Fidanzatasi tre anni fa in Italia con un soldato, tale Michael Biarrio, giunse in America lo scorso agosto, usufruendo degli speciali permessi concessi alle fidanzate degli ex-combattenti. Senonché... poco dopo il suo arrivo fu annunciata la rottura del fidanzamento. Biarrio spiegò che la fidanzata era diventata... troppo «complicata» (Sfido, cercava il Principe!). E allora bene ha fatto il Biarrio, ché, fra i difetti riscontrati nel grande popolo d’oltreoceano, un pregio è certo, ed è quello della semplicità — anche troppa — con cui affrontano le situazioni ordinarie e... straordinarie; talvolta si direbbe faciloneria.
In
base alle severe leggi sulla immigrazione, Amalia avrebbe dovuto rimpatriare;
ma sì, ben 60 — diconsi sessanta — cittadini americani si offrirono in quella
occasione di sposarla perché potesse restare in America.
Fu
così che Louis Cadello sostituì Michael Biarrio.
L’idillio
non poteva durare a lungo perché l’affetto non si offre, si conquista. Trovò
anche Louis «difficile» la fidanzata o fu Amalia a non trovare in lui quel che
aveva sognato?
Sta
di fatto che la «complicata» fanciulla s’è finalmente decisa ad annunciare il
suo imminente matrimonio (forse a questa ora celebrato) con... Ed eccoci al
mistero. Il nome dello sposo è giunto incompleto, pressoché ignoto come si
conviene ai Principi Azzurri. Si sa soltanto — ed è l’importante — che il
Vescovo di Springfield, vista l’urgenza e l’eccezionalità del caso, ha concesso
la dispensa dalle pubblicazioni.
Noi
non possiamo che formulare i nostri cristiani auguri, tanto più fervidi in
quanto il matrimonio si celebra nella chiesa intitolata a Monte Carmelo, la
montagna della Palestina famosa per i miracoli che vi operò il profeta Elia.
Dopo
di che vorremmo aggiungere un consiglio alle fanciulle nostrane. Il noto adagio
della moglie e dei buoi paesani ha indubbiamente fatto il suo tempo, anche per
l’irriverente accostamento, ma sta di fatto che il Principe Azzurro — di cui
salutiamo l’auspicato ritorno caro ad ogni anima bennata — è più facile
trovarlo nel paese di nascita, o, almeno, in terra d’origine.
Sappiamo
di atroci delusioni di sposine europee che salparono col marito straniero per
raggiungere paesi d’oltremare. Qualcuno che con semplicità tutta americana
s’era presentato come principe o giù di lì, è tornato in patria con la moglie a
fare il garzone di latteria o il ciabattino!
Quando
si dice l’esteromania!
Benigno
21
dicembre 1947
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