Ho conosciuto Paul Griffiths, che insegna Catholic Studies a Chicago ed era tra i relatori del convegno.
Sull'ultimo numero di First Things, che per la prima volta ho avuto tra le mani in versione cartacea, c'è un suo ottimo articolo intitolato, un po' approssimativamente, Christ and Critical Theory.
(Gli articoli di First Things sono scaricabili solo fra due mesi, tranne quello più importante, dedicato questa volta a Richard Dowkins, il celebre neodarwiniano.)
In modo molto chiaro Griffiths presenta tra pensatori contemporanei: Terry Eagleton, Jean-Francois Lyotard e Slavoj Zizek, ed il loro rapporto con il Cristianesimo.
C'è un cresente interesse da parte di pensatori pagani nei confronti del Cristianesimo, anche in Italia basti pensare a Cacciari e Vitiello, che pare ora si dichiari cristiano.
Dei tre conosco più che altro Lyotard, la sua Condizione Postmoderna è un classico, ma credo che approfondirò Zizek, visto che nei suoi ultimi lavori discute il mio amato Chesterton.
Zizek è un autore che conosco molto poco ma nel mio archivio ho ritrovato l'intervento presentato al Festival Filosofia di Modena lo scorso anno. Ecco alcuni passaggi.
È merito di Gilbert Keith Chesterton aver mostrato con chiarezza, un secolo fa, la natura propriamente perversa del modo in cui il cristianesimo si pone in relazione al paganesimo. Chesterton ha rovesciato l'(in)comprensione convenzionale per cui l'atteggiamento pagano antico consisterebbe in una gioiosa accettazione della vita, a fronte della quale il cristianesimo imporrebbe un cupo ordine di colpa e rinuncia. Al contrario, a essere profondamente malinconica è la posizione pagana. Anche se predica una vita dedita al piacere, lo fa nei termini di un «godetevela finché dura, perché, infine, ci saranno sempre morte e decadenza». Il messaggio del cristianesimo, al contrario, è di gioia infinita al di sotto dell'ingannevole superficie di colpa e rinuncia: «il perimetro esterno del cristianesimo è rigidamente sorvegliato da abnegazioni etiche e preti di professione. Ma, passata tale disumana sorveglianza, si troverà l'antica vita umana danzare come una bambina e bere vino come un uomo, perché il cristianesimo non è che una cornice per la libertà pagana».
Forse che Il signore degli anelli non è la prova definitiva di questo paradosso? Solo un cristiano devoto avrebbe potuto immaginare un tale magnifico universo pagano, confermando così che il paganesimo è l'ultimo sogno cristiano. Per questo motivo i critici cristiani preoccupati che libri e film come Il signore degli anelli o la serie di Harry Potter, a causa del loro messaggio magico e pagano, mettano in crisi il cristianesimo, non colgono nel segno, ovvero non si accorgono della perversa conclusione che qui è inevitabile: volete godere del sogno pagano di una vita dedita al piacere senza pagarne il prezzo di tristezza malinconica? Scegliete il cristianesimo!
Si possono discernere le tracce di questo paradosso fino alla ben nota figura cattolica del Prete (o della Suora) presentato come autentico portatore di sapienza sessuale. Ricordiamo quella che può a buon diritto venire considerata la più potente scena di Tutti insieme appassionatamente: dopo la fuga dalla famiglia von Trapp e il suo ritorno in monastero perché incapace di gestire l'attrazione sessuale che prova nei confronti del barone von Trapp, Maria continua a non trovare pace, perché desidera ancora il barone. In una scena memorabile la Madre superiora la convoca e le consiglia di tornare dai von Trapp per cercare di risolvere la propria relazione con il barone. Comunica il suo messaggio in una stranissima canzone dal titolo Scala tutte le montagne, il cui sorprendente motivo guida è «fallo! Assumiti il rischio e fai tutto ciò che vuole il tuo cuore! Non permettere a meschine considerazioni di esserti di ostacolo!».
Il potere misterioso della scena sta nella sua inattesa esibizione dello spettacolo del desiderio, che rende la scena letteralmente imbarazzante: proprio la persona da cui ci aspetteremmo una predica di astinenza e rinuncia si rivela sostenitrice della fedeltà ai propri desideri. Significativamente, quando Tutti insieme appassionatamente venne proiettato nella (ancora socialista) Jugoslavia della fine degli anni Sessanta, questa scena - i tre minuti di questa canzone - furono l'unica parte del film a venire censurata, tagliata. L'anonimo censore socialista palesò in questo modo la sua acuta consapevolezza del potere davvero pericoloso dell'ideologia cattolica: lungi dall'essere religione del sacrificio, della rinuncia ai piaceri terreni (in contrasto con l'affermazione pagana della vita dedita alle passioni), il cristianesimo offre un insidioso stratagemma per indulgere ai propri desideri senza doverne pagare il prezzo, cioè per goderci la vita senza temere la decadenza o il dolore debilitante che ci attende alla fine dei giorni.
2 commenti:
Ciao Angelo :)
Era un po' che non passavo di qua.. come al solito scrivi cose interessanti, anche se penso che dovrò rileggerle con calma.. e pensarci un pochino su.
A proposito di FestivalFilosofia di Modena, tu ci andrai quest'anno (se sei in Italia, ovvio)? A me piacerebbe un sacco, la filosofia è la mia passione e ha rischiato anche di essere il mio "lavoro" :)
Un abbraccio, e a rileggerti presto.
Buona notte :)
Ele (ex starsailor su splinder, adesso blog con password presso http://starsailor.iobloggo.com :P)
Vitiello si è sempre detto cristiano (casomai, prima non si diceva). E' in dialogo con Bruno Forte da almeno quindici anni, che io sappia. 'Pagano' non è stato mai, e non credo nemmeno che si sia mai dichiarato ateo, nell'orizzonte del suo pensiero il problema teologico non è mai mancato. Spesso, in passato, usava la boutade: "dubito di tutto, perfino se io non sia Dio. Ma poiché ne dubito, so di non essere Dio", che è comunque una fondazione teologica (a distanza) del cogito.
Quanto a Zizek, lo sto leggendo anch'io. In attesa che mi restituiscano "Il soggetto scabroso", ho letto "Il Grande Altro", da feltrinelli, che ha il valore di una prentazione al pubblico italiano di Zizek. Godibile (è il caso di dirlo). Ho comunque molte perplessità, con la sua dialettica hegelo-lacaniana, ma non è il caso di parlarne ora. Ciao, azioneparallela
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