Abete
Ma più onoro l’abete, ei fra quattr’assi,
nitida bara, chiuda alfin li oscuri
del mio pensier tumulti e il van desìo.
Carducci
Il poeta di Lidia e di Lalage credeva, nella sua paganeggiante ignoranza che quelle 'quattro assi' fossero l’ultima casa dell’uomo.
Ma quanto, chiusi gli occhi del corpo, gli si saranno aperti quelli dell’anima?
L’Omo Salvatico (che vivendo in solitudine è dedito alla meditazione) invita il problematico lettore che lo assomiglia, a riflettere seriamente su questo punto interrogativo.
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