Almodovariani e zapateristi bocciano la libertà di coscienza di un cattolico
Secondo le mezze calzette della commissione per le libertà pubbliche del Parlamento europeo, che non si sa perché non è presieduta da un libico come la sua omologa dell’Onu, se un commissario a domanda risponde: “Sono cattolico, questa è la mia idea della vita e della morale, ma le politiche del mio mandato saranno ovviamente ispirate alla distinzione laica tra morale e legge”, allora bisogna bocciarlo. Sarebbero almodovariani, non fossero piccoli pesci piuttosto, smarriti in un acquario occidentale dove gli artisti come Pedro cantano il lamento finale del nostro modo di vita e i politicanti ragliano senza salire al cielo. Sarebbero zapateristi, se avessero il tocco da grande demagogo del premier spagnolo, la sua sovrana impudenza democratica invece che la loro impunita saccenza burocratica. Sono solo sudditi della smarrita ideologia di un ceto politico che, nell’inverno di ogni pensiero logico e razionale, celebra la sua onnipotente correttezza, il suo dispotico adeguamento ai tempi.
Inutile perdere tempo con l’argomentazione, è evidente per tabulas, in base alle carte, che in questa bocciatura per un voto, che speriamo sia cassata da una volontà politica residua di essere seri, prevale soltanto il banale modernismo del mainstream euro-occidentale. Buttiglione, lo ripetiamo, non è andato lì a dire in quattro-cinque lingue, ci mancherebbe altro, che il suo sarà un mandato ispirato alla discriminazione verso gli omosessuali e al rientro delle donne in cucina, ha soltanto ribadito il suo status autonomo e libero di professore cattolico e amico di Giovanni Paolo II e del suo pontificato, distinguendolo accuratamente dal suo compito laico di commissario designato del governo italiano, a disposizione del laico lavoro della Commissione esecutiva per la realizzazione di politiche ispirate alla carta dei diritti da lui stesso seguita e approvata nel suo ruolo politico di ministro per gli Affari europei. Ma la sua bocciatura a tradimento, dopo che giustamente è caduto il papocchio parlamentarista sulle deleghe scambiate, è un test decisivo per tutti: per gli intellettuali e i politici davvero laici, che dovrebbero levare ferma la loro protesta per questo comportamento giustamente definito oscurantista dal presidente del Consiglio; e per la Chiesa cattolica, che deve decidere una buona volta se voglia diventare o no una specie di Onu dello spirito, cioè un’istituzione irrilevante nelle grandi e cruciali guerre culturali del nostro tempo. E nelle altre guerre.
Il Foglio 12/10/2004
1 commento:
Vediamo se almeno ti strappo un sorriso:
"Immaginate se avessimo candidato il compagno Cossutta alla concorrenza e questo fosse andato a dire che, sebbene convinto della superiorità della socializzazione dei mezzi di produzione, non per questo avrebbe mancato di difendere la concorrenza" (non è mia). Azioneparallela
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