«I diritti fondamentali non vengono creati dal legislatore, ma sono iscritti nella natura stessa della persona umana, e sono rinviabili ultimamente al creatore». È uno dei passaggi decisivi della lettera che papa Benedetto XVI ha inviato al presidente Pera e ai partecipanti al convegno «Libertà e laicità» tenutosi a Norcia. Il Papa chiede che uno Stato «sanamente laico» riconosca non solo il «senso religioso in cui si esprime l'apertura dell'essere umano alla trascendenza», ma anche che i diritti umani non sono posti dalla volontà o dal potere dello Stato. Essi spettano all'uomo in quanto uomo in virtù di una legge non scritta - la legge naturale, immanente alla natura umana - e non dipendono dunque dal beneplacito della legge positiva, che può variare secondo l'andirivieni delle maggioranze politiche del momento. I diritti dell'uomo non sono attribuiti dalla volontà dello Stato o del legislatore, che come li ha concessi così li può cancellare: in tal caso non sarebbero altro che editti revocabili di tolleranza. Lo Stato realmente laico non crea né attribuisce i diritti umani: li riconosce come qualcosa che l'antecede.
Pensare diversamente espone al gravissimo rischio, diventato terribile realtà con le sanguinose ideologie del XX secolo, di fare piazza pulita del diritto naturale e di lasciare alla protervia della legge positiva, posta dal potere totalitario in vigore, di stabilire che cosa siano i diritti e a chi spettino.
In tal modo la politica, il diritto e lo Stato si affidano alla decisione di un potere, oggi in specie alla potenza della tecnica. «Tecnica» è la nuova grande parola e con la tecnica il suo mito: la produzione. La politica e i diritti umani sono prodotti dallo Stato secondo le sue convenienze, non secondo la verità sull'uomo. Produrre dirit ti significa pensare il diritto secondo la forma della tecnica: c'è chi produce automobili e chi nelle officine parlamentari leggi, norme, diritti. Non dunque un diritto naturale, ma un diritto fabbricato.
Le parole di Benedetto XVI evocano la grandiosa tradizione della legge naturale, rilanciata con vigore dall'enciclica «Veritatis Splendor», che destina ampio rilievo al tema. È una tradizione che ha ispirato le fasi più alte del pensiero politico europeo, e di cui vi è chiaro segno nella Dichiarazione di indipendenza americana (1776), che presenta i fondamentali diritti umani come provenienti dalla mano di Dio e appartenenti in modo inalienabile all'uomo come tale.
Di fronte alla grandiosità di questo discorso il laicismo italiano non trova di meglio che agitare il logoro tema dell'ingerenza della Chiesa nello Stato, oppure di domandare una revisione radicale dell'antropologia in nome della scienza: il che condurrebbe a mutare l'idea dell'uomo in base alle scienze-guida del momento. Coloro che sostengono che la natura umana è basilarmente universale e che i diritti umani sono in essa radicati, combattono per una società migliore contro i sostenitori di un passato che non vuole passare.
Vittorio Possenti
3 commenti:
Parole sante. C'e` qualcuno che possa farsene portavoce nella coalizione che ha indetto le primarie? Alcune recenti dichiarazioni del candidato premier non lasciano ben sperare.
E pensare che sei mesi fa alle regionali sostenevo un candidato della sua stessa area. Adesso ho molti dubbi in proposito.
Forse ti sei astenuto perche` sei all'estero, forse lo avresti fatto comunque.
Io sono in Italia, ma non me la sono proprio sentita di andare a votare (per la seconda volta in quattro mesi).
Caro Angelo, sulle parole del Papa ho scritto su Leftwing. Ma sui giornali nessuno che dica che il messaggio ha un bel periodo appeso? C'è bisogno di quella linguaccia di Malvino (oltre che della mia?).
Poi, che i diritti non sono creati dal legislatore non vuol dire che sono naturali , o creati da Dio.
Ciao
Azioneparallela
Per quanto riguarda il periodo sgrammaticato, hai ragione se ti riferisci al sito di Magna Carta ma ci sono altre versioni dove invece appare corretto vedi ad esempio: http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo279543.shtml
La differenza sta nel punto prima di 'Tra'.
Probabilmente su Magna Carta hanno sbagliato a trascrivere.
Quanto ai diritti, inutile ribadire che la penso come il Papa.
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