Questo 2019 apre il periodo di importanti anniversari. Oggi, 18 gennaio,
sono cento anni dall'appello "ai liberi e forti" con cui Sturzo
annunciava la nascita del partito popolare. Il 23 marzo prossimo sarà il
centenario della riunione in piazza San Sepolcro, Milano, in un locale
messo a disposizione da Gray, un ebreo, nella quale confluirono
sindacalisti rivoluzionari, nazionalisti, demonazionali, socialisti
massimalisti, futuristi, per dare vita ai fasci di combattimento con un
programma chiaramente di sinistra. Qualche anno dopo, 1921, a Livorno
Bordiga, Gramsci e Bombacci fondarono il partito comunista d'Italia.
Bombacci morirà a Salò, insieme a Mussolini, inseguendo il suo
socialismo nazionale. Un secolo fa finiva l'età liberale ottocentesca e
si apriva il mondo novecentesco della politica di massa e dello Stato
sociale. Dopo un secolo il nostro scenario è quello che tutta
l'intellighenzia del tempo aborriva: l'imborghesimento del popolo. Le
masse sono state addormentate dal consumismo neoliberista e sembra che
solo ora, causa crisi economica, si stiano un po' svegliando. Ma, a
cento anni di distanza, siamo ancora, in un certo senso, lì: fascismo,
comunismo, fasciocomunismo, liberalismo, magari rispettivamente
sottoforma di sovranismo, sinistra antagonista, sovranismo di sinistra,
eurocrazia. Questo perché siamo arrivati, almeno sembra, alla fine della
modernità, della secolarizzazione, e non abbiamo più nulla da tirar
fuori dal nostro sacco. Ed allora rifacciamo il maquillage a quanto ci
ha preceduto. Solo il cattolicesimo sembra essere scomparso: quello
politico sicuramente, ma anche quello religioso non se la passa bene.
Eppure esistono realtà catacombali nelle quali la fede vive. Sarà questa
la fiammella che, quando il Signore deciderà di dire basta all'attuale
andazzo, incendiera' nuovamente i cuori ed il mondo. "La mia natura è
fuoco" diceva Santa Caterina da Siena parlando dello Spirito Santo che
le ardeva nel cuore.
Luigi Copertino.
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