sabato, giugno 01, 2019

Benvenuti nel paradiso infernale dell’utero in affitto



Qui arrivano soprattutto modelle e attrici, «mi dicono di punto in bianco “se rimango incinta, perderò la mia parte”, “lavoro, non ho tempo”, “faccio sfilate, recito, ho un bell’aspetto e non voglio sfigurare il mio corpo”». Perché la gravidanza ti sfigura, «se poi non fai gli esercizi necessari ti ci vorrà un po’ per tornare alla normalità. Il tuo osso pelvico si apre, accumuli grasso, accumuli macchie che non vanno via. Non sto dicendo che è un motivo per usare una surrogata, ma per alcune persone lo è». Quello che avete appena letto è una parte dell’intervista realizzata dal Guardian al Pacific Fertility Center di Los Angeles, un posto in cui «le persone che hanno tutto fanno i loro bambini». Lampadari di cristallo, rivestimenti in velluto e pelle nei toni del crema e del visone, «sembra di stare nella sala prova di un negozio di abiti da sposa di alta gamma», scrive la giornalista, invece siamo nella clinica per la maternità surrogata più amata dalle star di Hollywood. Fotografie digitali di neonati sorridenti compaiono sugli schermi piatti alle pareti e, fluttuando verso l’alto, scompaiono come bollicine di champagne.

«COMANDANO I SOLDI»

È qui che da 25 anni il dottor Vicken Sahakian “crea” famiglie per migliaia di privilegiati e ricconi di tutto il mondo, etero, gay, giovani e anziani che hanno reso la California il paradiso dell’utero in affitto. Qui non servono giri di parole, se non hai problema a usare ovuli, sperma e uteri di altre persone, tutto è possibile, scrive il Guardian. «Comandano i soldi, se ce li hai potrai avere un bambino. È triste ma accade così», spiega il medico. Che immediatamente si corregge, «in realtà non c’è nulla di triste, è una cosa piuttosto felice. Io credo in questo tipo di scienza. Credo nell’equilibrio familiare, nella selezione di genere, nella selezione di embrioni difettosi, nell’uso di donatori di ovuli, donatori di sperma, questo è quello che faccio. E io amo quello che faccio. L’obiettivo finale qui è portare felicità a qualcuno».

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