TRoma, stazione Termini, in attesa della coincidenza.
Il breve viaggio in Ungheria, poco piu' di trenta ore, è stato soddisfacente ma molto stancante.
Oltre 12 ore l'andata: Frascati-Campino-Termini-Fiumicino-Vienna-Budapest-Szeged-Domacec.
Un po' più semplice il ritorno (ancora in corso) Domacec-Szeged-Budapest-Fiumicino-Termini-Frascati.
Piccolo particolare: sono partito da Domacec alle 2 e 50 di questa notte!
Qualche simpatico dettaglio: si treni locali, almeno quelli che ho visto io, ci sono gli avvisi in cinque lingue: ungherese, russo, francese, tedesco ed italiano. Manca l'inglese! Residuo forse del regime comunista.
L'accento ungherese, specialmente quando parlano in italiano, mi fa molto ridere: mi ricorda troppo cicciolina, che infatti era ungherese.
Cosa sono andato a fare in così poco tempo?
Una relazione alla Study Session della JECI-MIEC, l'organismo che raccoglie le associazioni studentesche cattoliche.
La situazione europea è in forte cambiamento.
Mentre i movimenti del sud europa sono sostanzialmente stabili, quelli del centro soffrono una crisi ormai cronica; ma la novità positiva sono quelli dell'Est. Sono rinati quello ceco e croato; inoltre il nuovo responsabile continentale, che sarà eletto in questi giorni, è un lituano.
Ieri sera c'è stato un banchetto con i prodotti tipici provenienti da tutti i paesi presenti.
La cucina italiana non la batte nessuno.
Ho provato un ginger fatto da una ragazza del Burkina Faso (c'erano ache degli africani), dal gusto terribile. Analcolico ma dal sapore fortissimo. La peggior cosa che abbia bevuto in vita mia. Eppure a qualcuno piaceva.
Vado, il treno per Fascati sta per partire.
Perchè vado a Fascati? Ve lo racconto la prossima volta.
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