Al tempo della guerra su Belgrado facevo il tifo per il Danubio. Dal
petrolchimico di Pancevo i bombardamenti avevano liberato scarichi e
intrugli avvelenati, svelti a scendere nella corrente del più grande fiume
d'Europa.
Quell'anno, 1999, la primavera finì con grandiose piogge e con le più
traboccanti piene del Danubio. Grazie al cielo si era sobbarcato il ciclo di
lavaggio e risxiacquo.
Quest'anno tifo per il vento. E' capace d'inceppare le armi. Fa alzare il
deserto e fa sedere gli uomini. Sotto il vento si riposa sorella morte. E
noi che siamo polvere e polvere torniamo, nel frattempo di vita camminiamo
con stoffe di pace nelle strade per alzare vento e gettarci con il nostro
pulviscolo di inermi dentro gli ingranaggi delle armi. Siamo polvere: questo
spiega la nostra forza schiacciante di granelli che si alzano a tempesta.
Quando il petulante di turno chiede se stiamo con gli invasori o con gli
invasi: in Irak siamo soci del vento.
Erri De Luca
da vita
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