mercoledì, aprile 15, 2020

Vi invito alla gioia della risurrezione


Mangiate, amici miei; bevete e inebriatevi, miei cari (cfr Ct 5,1). Vi invito alla mensa della Sapienza e alle libagioni del vino che ella vi ha preparato nella sua coppa (cfr Pr 9,5). Beato chi, ammesso a tale banchetto, risplenderà davanti agli invitati con la veste nuziale (cfr Mt 22,11).
Gli sarà servito il pane di vita che fortifica, colma e sazia di dolcezza meravigliosa, col vino dell'allegria, vino sgorgato dal frutto della vigna, vero vino della risurrezione, spremuto dall'albero della passione del Signore. (...) Di più, questo invitato mangerà, col vestito più bello e l'anello della pace, il vitello grasso ucciso dal Padre (cfr Lc 15,22). I fianchi cinti della cintura della fede e della castità, sandali ai piedi per essere pronto ad ogni opera buona (cfr 2 Tm 3,17), mangerà le carni dell'Agnello pasquale arrostito al fuoco (cfr Es 12,9). (...) Preso il pesce trovato sulla brace in riva al mare, quando il Signore apparve ai discepoli dopo la risurrezione (cfr Gv 21,9), gusterà nello stesso tempo il favo di miele. Allora dirà, ripetendo il poema dl Cantico dei Cantici: "Mangio il mio favo e il mio miele, bevo il mio vino e il mio latte." Gustando tutte le delizia, inviterà gli altri alla festa con lui: "Mangiate, amici, bevete; inebriatevi, o cari." (Ct 5,1)
E anch'io, fratelli, vi invito alla festa: "Mangiate, amici, bevete; inebriatevi, o cari." Mangiate il pane di vita, bevete il vino dell'allegria, inebriatevi della gioia della risurrezione. Questa ebbrezza è la più grande sobrietà, cancella il ricordo del mondo, e imprime senza posa nello spirito l'idea della presenza di Dio. Chiunque così ebbro dimentica tutto e non si ricorda più se non la carità divina. (...) Rallegratevi della sua gioia, voi che avete patito la sua sofferenza.

Sant’Amedeo di Losanna (1108-1159)
monaco cistercense, poi vescovo
Omelia mariale VI, SC 72

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