domenica, luglio 19, 2020

Alcuni estratti da un'intervista a Barbara Alberti, apparsa oggi su Il Foglio.



Quando è amore?

“Quando ci si scopre e ci si aiuta a diventare chi si è davvero. Almeno, così è stato per me. Non si può teorizzare”.

  

Teorizzare no, ma spiegare forse sì. Mi dica di sì. Tutte leggiamo la sua posta del cuore per trovare un senso a questa storia anche se questa storia un senso non ce l’ha.

“Per fortuna l’amore non si può spiegare, come molte altre cose. Il nostro dramma è che siamo convinti del contrario, pensiamo che indagandoci capiremo di più, e che se capiremo di più smetteremo di sbagliare. Lo psicologico ha vinto sul fenomenologico. Ormai c’è una diagnosi freudiana per tutto, se una ventenne s’innamora di un cinquantenne, chiunque si sente titolato a dirle che lo fa perché cerca suo padre. Che sciocchezza. Io sono sempre stata determinista, adesso lo sono ancora di più”.

 

Di Barbara Alberti cos’ha capito?

“Che morirò imperfetta”.

 

Mi dica una sua imperfezione.

“La cattiva memoria. Trovo che sia un peccato mortale, una orrenda forma di disattenzione”

 

E degli esseri umani cos’ha capito?

“Che vanno sempre contro loro stessi, e farebbero qualsiasi follia per essere infelici. Chi scrive a una posta del cuore sa benissimo cosa deve fare, non cerca un consiglio, non vuole risolvere niente, anche se sta soffrendo. Scrive perché cerca un’amica sconosciuta che per cinque minuti porti il suo peso, vuole una compagna di sofferenza e di dubbio”.

  

Pensavo che la sofferenza la scansassimo.

“Scansiamo la libertà. L’abbiamo in odio perché è una enorme responsabilità, ci costringe a scegliere, a firmare le nostre azioni, a prenderci cura della nostra vita, ad assumercene i fallimenti. Si è visto durante la quarantena: la voluttà nell’obbedire alle regole da una parte era segno di grande civiltà, dall’altra una preoccupante dimostrazione di come aneliamo a essere comandati da qualcuno che ci sistemi la vita. Ricorda “I fratelli Karamazov”? In un racconto di Ivan, “La leggenda del grande Inquisitore”, quando Gesù Cristo ritorna sulla terra, prima di venire mandato a morte, gli viene detto: sei un malfattore, un ingannatore, sei venuto a raccontare che la verità renderà gli uomini liberi, ma gli uomini non vogliono la libertà. Tu dagliela: vedrai poi che si guardano intorno terrorizzati cercando a chi possono inginocchiarsi”.


Qui l'intervista intera.

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