Ieri sera ho visto Decalage Horaire (in originale sottotitolato in inglese) una simpatica commedia sentimentale con Juliette Binoche e Jean Reno, che credo in Italia sia uscita con il titolo di Jet Lag.
Due storie di amori falliti si incrociano e si intrecciano tra un aereoporto e una camera d'albergo.
Un tema che conosco bene, la solitudine dei luoghi affollati, e una situazione ricorrente: incontri casuali con persone che forse non rivedrai mai più.
Erano mesi che non andavo al cinema, e mai all'Irish Film Centre. Ho capito perché il cinema non mi attira particolarmente, la (mia) vita vera è più emozionante di quella rappresentata.
Oggi ad esempio, facendo visita agli anziani dell'ospizio, ho ascoltato per un'ora e mezza la storia di uno degli ospiti.
Una persona dal volto completamente rovinato per ustioni, senza un occhio e quasi senza naso. Mi raccontava di quanto da giovane ha lottato con il padre per avere una sua fattoria. In realtà capivo ben poco di quello che mi diceva, era senza denti parlava molto male, ma leggevo le emozioni sul volto devastato.
Frequentare un ospizio è un'esperienza scabrosa, vi trovi l'esatto opposto dell'uomo televisivo, ideale cosumatore giovane bello ricco di successo.
E' abitato da un'umanità fragile, bisognosa, assopita e sofferente, persone che aspettano (oggi inizia l'Avvento, tempo di attesa) che qualcuno li visiti prima che ci pensi la morte.
Eppure c'era serenità, perché c'è fede, lo capisci dal sorriso delle suore.
Dopo aver parlato delle nostre imminenti vacanze abbiamo chiesto cosa avrebbe fatto a Natale: ci ha risposto che lavorerà il doppio per far felici gli anziani senza parenti.
Questo è il senso vero del Natale, Dio che viene a farci compagnia.
Non faranno film sull'ospizio di Roebuck, non c'è nessuno scandalo su cui lucrare, non sono mica le Magdalene Sisters.
Qui c'è solo la vita semplice, quella vissuta.
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