lunedì, marzo 21, 2005

La battaglia per la vita di Terri Schiavo.

La vicenda di Terri Schiavo è finalmente arrivata anche in Italia. Su questo blog ne parlavamo già nel 2003.
Gli aggiornamenti si accavallano di ora in ora e sembra che un intervento del Presidente abbia risolto la questione. Speriamo.
Questo è il migliore articolo scritto in italiano per capire bene cosa è successo e le implicazioni del caso.
E' di Claudia Navarini, docente della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Lo si può leggere completamente su Zenit.



Se non si interverrà rapidamente, Terri Schiavo morirà in modo atroce, per disidratazione, fra i morsi della fame e della sete. E non in un deserto, o in uno dei più poveri paesi in via di sviluppo, ma in un ospedale della Florida. Da venerdì 18 marzo sono state sospese per lei, completamente disabile, l’alimentazione e l’idratazione artificiali (A/I), in seguito all’ennesima sentenza giudiziaria pronunciata sul caso.

Terri non è sottoposta ad alcuna terapia, è autonoma nelle sue fondamentali funzioni biologiche e, contrariamente a quanto ripetuto con martellante insistenza dai media, non c’è alcuna “spina” da staccare. Tuttavia, non è in grado di nutrirsi e dissetarsi da sola, e deve essere perciò aiutata.

Se morirà, verrà forse sedata per non soffrire, e per questo si dirà magari che la sua è stata un morte “dolce”. Ma la necessità di un’eventuale sedazione terminale non sarà causata dalla malattia, ma dalla deliberata decisione di uccidere la paziente in maniera tanto crudele da richiedere poi la sedazione (cfr. R. Johansen, Terri's Starvation Commences: Terri's "Exit Protocol" Begins, in Thrown away , 18 marzo 2005, ).

La vicenda di Terri, fino a poco tempo fa scarsamente conosciuta dall’opinione pubblica fuori degli Stati Uniti, ha ora fatto il giro del mondo. Eppure, la sofferta storia di Theresa Marie Schindler Schiavo inizia ben quindici anni fa, nel 1990, quando la donna, allora ventiseienne, è stata colpita da ictus. Sull’episodio e sulle sue cause i particolari scarseggiano. Si sa tuttavia per certo che la mancanza di flusso sanguigno al cervello è stata tale da compromettere in modo netto, probabilmente irreparabile, le sue funzioni neurologiche.

Da allora, vive in una condizione critica, di cui sono state date varie definizioni e valutazioni. A livello clinico, inizialmente si parlò di sindrome locked-in, cioè di quella condizione per cui il paziente è consapevole ma incapace di comunicare con gli altri, chiuso in un mondo interiore che non dà segno di sé, al punto da apparire all’esterno come un coma. Si parlò successivamente di coma vero proprio, mentre più di recente si è imposta l’idea che Terri sia in “stato vegetativo”.

Lo stato vegetativo è una condizione clinica non terminale, distinta sia dal coma che dalla morte cerebrale (o dallo stato locked-in), che può durare anche molti anni, ed è caratterizzata da vari sintomi: nessuna evidenza di autocoscienza o consapevolezza; nessuna evidenza di comportamenti volontari o finalizzati; nessuna evidenza di linguaggio; presenza di cicli sonno-veglia; presenza di sufficienti funzioni troncoencefaliche e ipotalamiche; incontinenza; presenza di riflessi dei nervi cranici e spinali; funzioni cardiocircolatorie autonome; termoregolazione normale; stato di incoscienza anche ad occhi aperti (G.L. Gigli, Lo stato vegetativo “permanente”: oggettività clinica, problemi etici e risposte di cura, “Medicina e Morale”, 2002/2, pp. 207-228).

Già dalle poche immagini mostrate in questi giorni da tutti i canali televisivi sembrerebbe chiaro che lo stato vegetativo non corrisponde alla situazione di Terri: abbiamo visto infatti una donna che segue con lo sguardo le persone attorno a lei, che sorride, che risponde agli stimoli, che mostra di riconoscere i suoi familiari, che emette suoni. Pare quindi più corretto definirla semplicemente una grave disabile fisica e psichica.

Le sue reali condizioni inducono a chiedersi se non possa recuperare parte delle sue funzioni psicomotorie con un’adeguata terapia riabilitativa, che finora le è stata negata. È di questo parere, ad esempio, uno dei medici che ha studiato il caso, William Hammesfahr, candidato nel 1999 al premio Nobel in Medicina e Fisiologia, che ha formulato per Terri una diagnosi precisa: hypoxic encephalopathy, encefalopatia ipossica (cfr. S. Ertelt, Terri Schiavo Can Still be Rehabilitated, Nobel Prize-Nominated Doctor Says, in Lifenews.com, 7 marzo 2005, http://www.lifenews.com/bio748.html).

Le difficoltà vengono dal suo tutore legale, il marito Michael Schiavo, che da anni insiste perché la donna venga lasciata (o fatta?) morire attraverso la sospensione dell’A/I, sostenendo che questa sarebbe stata la volontà espressa verbalmente dalla moglie quando ancora capace di intendere e di volere. Di parere diametralmente opposto sono i genitori di Terri, che affermano con fermezza il valore incommensurabile della vita anche nell’handicap, che ribadiscono di avere sempre condiviso tali convinzioni con la figlia, anche a motivo della loro fede cattolica, e che hanno continuato per tutto il tempo a mantenere con Terri un’intensa relazione affettiva. Hanno pertanto intentato cause su cause al marito per impedirgli di prendere la decisione eutanasica.

Molte sentenze si sono succedute in quindici anni, per lo più a favore del mantenimento in vita della donna. Nel 1997, nel 2001 e nel 2003, a fronte di sentenze giudiziarie pro-eutanasia, il verdetto era stato rovesciato prima che la “condanna” di Terri giungesse a pieno compimento. In particolare il 24 aprile 2001, l’A/I erano state sospese per due giorni, quindi reintegrate per subentrate nuove evidenze, mentre il 15 ottobre 2003 Terri era rimasta senza sostegno vitale addirittura per sei giorni, finché il 21 ottobre un intervento d’urgenza del governatore della Florida Jeb Bush, aveva emanato la Terry’s Law, con cui l’A/I venivano ripristinate (cfr. A comprehensive Timeline and Archive of the Terri Schindler-Schiavo case, in www.terrisfight.com).

Non è bastato. Dietro Michael Schiavo si muove chi ha perfettamente chiaro cosa sia in gioco, oltre e “più” della vita di Terri: un enorme cambiamento etico e culturale. Non a caso, il legale del marito di Terri Schiavo è George Felos, avvocato e guru new age attivissimo sul fronte del “diritto a morire”. Questo caso, in effetti, potrebbe avere per gli Stati Uniti lo stesso valore della famosa sentenza Roe vs. Wade, che nel 1973 introdusse l’aborto volontario negli USA. Per il sistema giuridico americano, infatti, le sentenze hanno una valenza esemplare, costituiscono cioè un precedente autorevole che sostanzialmente autorizza un analogo giudizio in ogni parte dell’Unione, e dunque equivale praticamente ad una legge, anche in assenza di un pronunciamento federale.

Di più: l’eventuale legalizzazione dell’eutanasia negli Stati Uniti avrebbe una formidabile ricaduta a livello mondiale, soprattutto in un momento storico in cui l’amministrazione di questo Paese ha assunto - sia in politica interna che nelle sedi internazionali - posizioni coraggiose, in controtendenza rispetto alla dominante cultura utilitaristica e materialista: sull’aborto, sull’educazione alla castità, le cellule staminali, la clonazione umana.

Per la vita di Terri si sono espressi e hanno agito in vari modi il Presidente e il Congresso degli Stati Uniti, nella speranza che le pressioni esercitate convincessero il giudice a tornare sui suoi passi.

Ora – salvo nuovi capovolgimenti della situazione grazie all’encomiabile tenacia del Congresso e del presidente Bush – il “tubo” dell’A/I è stato tolto, e per Terri sono iniziate nuove sofferenze, quelle causate dalla sete e dalla fame.

Su questo punto i fautori dell’eutanasia obiettano: in determinate condizioni terminali non ci sarebbero più gli stimoli di fame e sete, né la capacità di provare dolore; dunque, la sospensione dell’alimentazione e idratazione sarebbe una “morte indolore”, rientrerebbe nella “buona morte” che si dovrebbe chiedere anticipatamente per sé con i testamenti di vita o “pietosamente” per i propri cari in caso di incapacità e in mancanza di volontà scritte.

Tali affermazioni non hanno però una conferma nella letteratura scientifica. Anzi, studi recenti affermano che anche nel caso di stato cosiddetto “vegetativo” – che non è stato diagnosticato per Terri Schiavo – permane la capacità di provare dolore (cfr. ad esempio S. Rifkinson Mann, Legal consequences and ethical dilemmas of pain perception in persistent vegetative states, in J. Health Law. 2003/36(4), pp. 523-548). Il malessere causato dalla mancanza di liquidi può dunque essere patito perfino dai soggetti in stato vegetativo, e a maggior ragione dai malati che hanno un maggiore livello di reazioni vitali. Tale forma, purtroppo sempre più praticata, di sospensione delle cure non è affatto una “risposta” alle sofferenze dei malati e dei disabili, ma la volontaria induzione di una morte crudele.

Inoltre, alimentazione e idratazione non rappresentano in alcun modo terapie gravose che “prolungano” inutilmente le sofferenze dei morenti, ma cure normali che mantengono la vita contribuendo piuttosto a sollevarne la sintomatologia dolorosa, senza prolungare il processo naturale del morire e senza costituire perciò forme possibili di accanimento terapeutico.

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8 commenti:

Anonimo ha detto...

Anch'io l'ho letto stamattina. E ho letto anche questo:

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=41585

così, giusto per capire la retorica che ci aspetta.

saluti, LD

Anonimo ha detto...

Un pensiero triste che ho colto dal blog della mia amica Mafe
"Ma se i suoi genitori sono così sicuri che Terry Schiavo sia "viva", perché non le chiedono se vuole vivere o morire? "

E per quanto non sia un mio diritto scegliere di rinunciare al mio bene più prezioso, come può un presidente saperlo al posto mio? E chi mi assicura che non ci sia un intento diverso, di promozione politica, invece di un sincero attaccamento alla vita? ma oi, chi sono io per imporre ad un mio simile di vivere tra mille tormenti? Ieri ho terminato la lettura di un libro raccapricciante, scritto da Daniel zimmerman, sulle condizioni degli ebrei nei lager polacchi. ho letto di bambini che si aiutavano tra loro ad impiccarsi, piuttosto che sottostare alle violenze sessuali delle ss, o di ebrei che si ammazzavano tra loro per evitare di essere costretti a mangiarsi. Ma chi sono io per imporre ad un uomo la vita, quando la vita stessa non è altro che morte?
Se la vita è il mio bene più prezioso, nessuno deve impedirmi di scegliere cosa farne, se non Dio. Sono io, e solo io, che rispondo a Lui del mio operato.
Considerazioni dolorose, nient'altro.

M.

Anonimo ha detto...

Qualche anno fa mia madre si ammalò gravemente di un brutto male che le fece riempire di liquido i polmoni e la cavità toracica, più ne toglievano più ne tornava... e in più la depressione di cui soffriva e i problemi mentali che aveva non si tenevano più sotto controllo neanche con i medicinali più forti... poi ha perso conoscenza e gonfia come un pallone e assolutamente incosciente fu dimessa dal reparto rianimazione con la motivazione che non si poteva fare altro... aveva più pochi giorni di vita... Secondo i dottori sarebbe morta a breve... invece si è ripresa e a distanza di cinque anni circa sta bene, fa le sue faccende, pulisce con energia scale e ortaggi e porta a spasso il cane...
Se si chiamava Terry Schiavo sarebbe morta per inedia...
Con disgusto per il Marito & C. saluti e auguri che un giorno possano subire altrettanto

Anonimo ha detto...

...beh, io ho visto morire mio padre, e mi ricordo ancora come urlava. Credo che ragionare sugli eventi sia sintomo di maturità, di crescita. E che tu auguri altrettanto ai familiari...questo rende il tuo discorso privo di qualsiasi credibilità...non si augurano mai queste cose.

M.

Anonimo ha detto...

Cosa è un augurio? E' un desiderio? E' una speranza? E' un sogno? un incubo? Non lo so... ma so cosa non è... non è la possibilità di fare qualcosa concretamente, è un pensiero astratto, la cui realizzazione non dipende da noi... Tu hai visto morire tuo padre... ma i dottori hanno lottato fino all'ultimo... avranno usato tutto quello che avevano e tutta la volontà di curarlo... non ce l'hanno fatta e mi dispiace... e tu sono sicuro che avresti dato la tua vita se sarebbe servito.
Mia madre è stata curata con cure sperimentali, ed è guarita neanche si sa bene come, nemmeno si è scoperta la vera causa del male che l'ha colpita e non si sa quanto ancora vivrà... ma si è fatto di tutto... sia tecnicamente sia umanamente che moralmente.
Ma qui è un altro caso!! Qui c'è una donna che non soffre fisicamente, che a volte sorride, a volte no, segue con lo sguardo le persone che le sono attorno e che chiede solo di essere alimentata...
E' MORTA? Non conosciamo quasi niente del cervello umano, dei suoi tempi, ma che i suoi sorrisi sono siano instintivi o sintomi veri di sentimenti inesprimibili... sono comunque segno di attività cerebrale e in questo caso non si è certo morti.
E poi in caso di dubbio non si può scegliere per la morte perchè in caso di sbaglio non si può tornare indietro...
Continuiamo ad alimentarla, se vive buon per lei, se si riprende grideremo al miracolo o alla potenza della medicina moderna, se muore... morirà in pace... con la dignità di un essere umano al quale non si è negato il sacrosanto diritto a vivere...
Ha solo bisogno di alimentarsi... non chiede altro e l'amore dei suoi genitori non le farà certo male... sai che ci sono stati casi di ripresa altrettanto stupefacenti?
Sai che anche nel 1998 dissero che era morta e le staccarono l'alimentazione? Ma non morì allora... e oggi? Vive una vita vegetale? LASCIAMOLA VIVERE!! A chi da fastidio? Al marito che non può risposarsi? Al marito che non può incassare i milioni di dollari di risarcimento? O alle sinistre americane che non riescono a far passare le leggi sull'eutanasia? Terri però è solo Terri... stà morendo di fame e sete... questo è il vero dramma... torno ad augurare al caro marito, ai suoi sostenitori, ai politici e ai giudici che gli danno ragione, a tutti i pacifisti italiani che tanto sbraitarono per la Baraldini o la Sgrena ma che ora tacciono... tutto il male che Terri sta passando... E' il mio augurio... il mio sogno...

Anonimo ha detto...

a chi da fastidio?
*a lei*! ma quello che vogliamo noi non conta davvero più nulla?
Ha implorato il marito e la cognata di non lasciarla attaccata alle macchine. Più di così cosa vogliono, un'apparizione della madonna?

M.

Anonimo ha detto...

Se era vero quello che dici non sarebbe stato necessario chiamare in causa tutti i tribunali che dal 98 ad oggi hanno già tentato di ucciderla... Due parole certe, dimostrabili e nel 98, ma già anche prima forse (sta così dal 90)... e smetteva di "soffrire" (ma dice che non sente niente?!!) Ma non c'è niente di certo, di scritto... solo le parole del marito che guardacaso, in caso di morte di Terri, incassa minimo un milione di dollari ed è libero di sposarsi con la sua attuale compagna da cui ha avuto anche due figli...
E poi... la sua morte apre le porte alla legalizzazione dell'eutanasia con immensi interessi economici... Pensiamoci bene prima di parlare... e un po di pietà e rispetto per una vita umana LASCIATA A MORIRE DI FAME E SETE!!
(Rinnovo i miei auguri al marito e a chi (ASSASSINI)la pensa come lui)

Anonimo ha detto...

E cosi è morta... mortamorta... ora...
Strano destino quello di Terri... era viva fino al 1990... poi è entrata in uno stato vegetativo, per morire definitivamente nel 1998... anzi no... per due volte la morta non è voluta morire del tutto... la prima morta del mondo che non moriva... Poi alla fine... oggi... è davvero morta... ma che fatica... 13 giorni per dar ragione al marito.
L'avete vista voi? E' morta serena... dice il buon marito, con orsacchiotti e musica di sottofondo... ma perchè non l'hanno fatto vedere? Che generoso... non ha voluto tirare troppa acqua al proprio mulino... e ora, poverino, le farà fare l'autopsia per dimostrare che non sentiva più niente... (ma se non sentiva + niente perchè regalarle una "dolce" morte per fame e sete?!)
Certo, nessuno è perfetto e se si scoprirà che invece una minima coscienza c'era... se invece un pò ha sofferto... bè... poverino... soffrirà tutta la vita per la mancanza della sua cara Terri (fra una trombata e l'altra con la sua attuale donna)
E bravi anche a tutti silenziosi sinistroidi... perchè intromettersi in faccende private? Che stupido quel babbacione di Buttiglione a parlare di "diritto alla vita" in caso di dubbio... com'è antiquato e conformista...
E intanto fioccano le prime richieste anche in italia di staccare altri "tubicini"... la valanga teschiata (il "diritto alla morte") è partita... chi la ferma più?
Nooo... ma che dici tu? Tenere in vita la "povera" Terri solo per cercare nuove cure alla sua situazione?o magari che potevano magari aiutare tanti altri) Ma che scherziamo? Non hai capito che non sente più niente? E a che serve farla vivere ancora visto che non si riprenderà più? Meglio se muore... e se si perde una occasione per far progredire la "cultura della vita" (ma quanto sono antiquato... quasi giurassico...)... pazienza.
E pensa che bello... ora finalmente i genitori potranno finalmente tornare a casa, andare al mare e la sera al pub, liberi da "impegni"... addirittura senza la schiavitù dei fiori al cimitero, visto che il buon marito se la terrà con se in un bel vasetto sotto forma di cenere o addirittura la porterà al mare... anzi, proprio in mare... libera libera libera...
Quanto a me... mai parlerò davanti alla televisione, tra una cocacola e le patatine, con mia moglie di quanto soffre la sua cara zia e che mai vorrei fare la sua fine...mi passi il bicchiere?
Non si sa mai... io voglio sentirmi dire di essere morto solo quando sarò freddo e rigido, non quanto ancora sorrido e seguo con gli occhi chi mi gira intorno al letto e dolcemente, mi toglie l'alimentazione e mi dice "caro, sei morto... appena la fame e la sete ti stroncano... ti seppellisco..."
Voi... fate un pò come vi pare...

Addio Terri... hai fatto quello che potevi, ma la "cultura della morte" (e i miliardi a tuo marito) sono stato troppo per te... ma stai tranquilla... il tuo nome non verrà dimenticato tanto presto...