Ieri è iniziato, almeno per me, il secondo semestre.
Questa settimana seguirò un corso intensivo con Richard Kearney.
Richard è stato professore nel mio dipartimento fino a due anni fa, ora si è spostato al Boston College e viene da noi come visiting professor.
E' molto conosciuto, brillante, scrittore prolifico, non solo di saggistica filosofica ma anche romanzi.
Il corso è dedicato all'ermeneutica dell'alterità, seguiamo il suo ultimo lavoro Strangers, Gods and Monsters: Interpreting Otherness.
La lezione di ieri era su stranieri e capri espiatori, un'ora sull'iconologia medievale dei demoni e un'ora sulla teologia del sacrificio, in particolare Renè Girard.
Oggi il tema era lo straniero: prima un'ora su Derrida e l'ospitalità, poi un po' di Levinas e per finire un po' di approccio psicoanalitico con Julia Kristeva.
Niente di nuovo a dire la verità. Autori che conosco, anche se non bene, e che non mi appassionano particolarmente. Salverei solo Girard, sicuramente un grande e Levinas. La psicoanalisi è una grande bolla di sapone e Derrida lo leggerei più volentieri se si sforzasse di farsi capire un po' di più.
Kearny si ascolta con piacere ma mi attendevo qualcosa di più. Conosce bene la filosofia continentale contemporanea, specialmente di lingua francese, ma finora non ho sentito niente di veramente suo.
Ieri ho cominciato anche il corso di Metafisica con Fran O' Rourke.
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