sabato, gennaio 11, 2003

La Commissione per la Giustizia, la Pace e l'Integrità del Creato, un
organismo congiunto dell'Unione dei Superiori Generali (USG) e
dell'Unione Internazionale dei Superiori Generali (UISG), in pratica i dirigenti degli ordini religiosi cattolici, ha scritto
questa lettera al presidente degli USA per scongiurare la guerra in
Iraq.
L'opposizione alla guerra delle varie componenti della Chiesa è sempre
più chiara ed evidente.
Quale sarà la posizione dei cattolici italiani in Parlamento quando si
voterà su un coinvolgimento del nostro Paese? Saranno coerenti con
l'insegnamento della Chiesa o seguiranno le indicazioni dei loro
partiti?



Onorevole George W. Bush,
Casa Bianca
Washington, D.C.

Natale 2002

Caro Signor Presidente,
preoccupati per lo stato avanzato dei preparativi per una invasione
dell'Iraq da parte degli Stati Uniti, noi della Commissione Giustizia,
Pace e Integrità del Creato ci siamo riuniti a Roma durante questo
periodo natalizio per dare una voce pubblica alla fervida preghiera
che è nei cuori di centinaia di uomini e donne, superiori di
Congregazioni di sorelle, fratelli e sacerdoti appartenenti all'Unione
dei Superiori Generali e all'Unione Internazionale dei Superiori
Generali.

Prendendo l'ispirazione dal Messaggio di sua Santità Papa Giovanni
Paolo II per la Giornata Mondiale della Pace (1 gennaio 2003), ci
rivolgiamo a lei come a una delle persone di buona volontà a cui si
rivolge il Papa. Sappiamo che anche lei condivide la visione di pace
sulla terra che i messaggeri di Dio hanno proclamato nel primo Natale,
e che i cristiani sono chiamati a promuovere come un impegno
permanente per il terzo millennio.

Noi affermiamo e sosteniamo la "Dichiarazione sull'Iraq" della
Conferenza Episcopale Statunitense del 13 novembre. Con i vescovi, noi
accogliamo la sua decisione di lavorare in collaborazione con il
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per assicurarsi che l'Iraq
soddisfi gli obblighi di disarmarsi.
Tuttavia, con essi noi esprimiamo gravi preoccupazioni riguardo alla
moralità della progettata invasione che rischia di provocare un più
vasto conflitto. La supplichiamo di accettare l'appello dei vescovi in
tutti i suoi punti, particolarmente quelli che rigettano l'uso
preventivo della forza militare.

Come cittadini cristiani di un mondo benedetto da numerose e ricche
tradizioni religiose, 1,04 milioni di religiosi, uomini e donne, che
formano le nostre congregazioni, vivono e lavorano in quasi tutte le
nazioni del mondo. Essi mantengono un dialogo stretto e rispettoso con
persone di altre fedi. Insieme a loro temiamo che un'invasione
dell'Iraq possa creare una lamentevole polarizzazione religiosa che
potrebbe distruggere i preziosi successi ottenuti nel dialogo
interreligioso. Temiamo inoltre che l'invasione possa suscitare gravi
e imprevedibili rappresaglie contro persone innocenti sia in Iraq che
in altre nazioni.

Rispettosi del peso e della complessità delle sue responsabilità, noi
ripetiamo le parole del Vescovo Wilton D. Gregory, che l'ha supplicata
di cessare le preparazioni per un'invasione e di condurre al suo posto
"una effettiva risposta globale alle minacce dell'Iraq che si adegui
con i limiti morali tradizionali sull'uso della forza militare."

Autori: Cathy Arata (SSND), Bernard Couvillion (SC), Michael Mc Cabe
(SMA), Willy Ollevier (CICM).

(da nigrizia)

Nessun commento: