Così io ho commentato il lunghissimo intervento:
Difficile risponderti, Massimo.
Un intervento così ricco di argomenti, ne ho individuati una trentina, meriterebbe una lunga trattazione.
Dovrò per forza concentrarmi su alcuni nodi concettuali, lasciandone molti irrisolti.
Accetto la tua impostazione, pur non condividendola e giudicandola inadeguata di fronte alla mole di problemi che la legislazione deve affrontare.
(Ragionare sul 'come' invece che sul 'che' è un ottimo modo per confutare il cosidetto 'matrimonio gay' ma questo è un altro discorso e, almeno per ora, lasciamolo da parte).
Tu dici:
1. non è la logica la sede in cui si possa decidere la questione.
Certo, ciò non toglie che Severino commette degli errori logici mentre il tuo sillogismo è corretto. Purtroppo però la prima premessa è ambigua e la seconda è falsa.
2. la praemissa prima era passata praticamente sotto silenzio.
Non è vero, anzi, se vai a leggere l'unico mio commento al sillogismo, dicevo è proprio lì il problema.
Perchè se non si capisce di cosa o chi stiamo parlando, non possiamo neppure affermare che qualcos'altro sia o non sia come questo o costui.
3. sulla secunda si appuntano le attenzioni:quando è che qualcosa è come un uomo?
Il problema del quando quel qualcosa comincia ad essere come un uomo sorge solo se non si vuole accettare il fatto che lo è sin dal principio. A me pare uno pseudoproblema. Se l'uomo è un essere che si sviluppa (difficile negarlo a meno che uno si chiami Severino), è uomo sin dal primo momento del proprio sviluppo e non quando ha acquisito determinate caratteristiche, che tu giustamente ti rifiuti di elencare. L'EMBRIONE SI SVILUPPA COME UN UOMO PERCHE' E' UN UOMO.
4. qualcosa è uomo quando è come un uomo significa accettare una prospettiva anti-essenzialistica (in senso classico).
Bene, eccetto la tua prospettiva, vediamo dove ti porta.
Il concetto di uomo, dici, è temporale e cambia. Bene, ma ciò non significa che quel concetto lo può applicare a qualsiasi cosa. Ci sarà un motivo per cui un'astronave non è un uomo. Perchè non si manifesta come un uomo, rispondi tu.
Benissimo, la questione è allora perchè escludere l'embrione dal quel concetto, visto che l'embrione umano è la prima manifestazione dell'umano, il suo primo 'come'?
5. l’uomo fatto e finito è uomo in potenza = è come un uomo.
Certo, l'uomo non è mai compiuto ma questo rafforza la tesi di chi difende non l'uomo compiuto ma l'uomo in tutte le sue manifestazioni, a cominciare da quella più primitiva, ossia l'embrione.
Se l'uomo non è mai compiuto, l'adulto non è più uomo del bambino e il feto non è più uomo dell'embrione. Sono tutte forme dell'umano, nessuna esclusa.
Io non affermo che l'embrione umano sia un uomo in potenza ma che sia un essere umano in sviluppo.
Come negarlo?
6. Si tratta solo di valutare la capacità della ‘circonferenza’ uomo di accogliere anche l’embrione, di farlo oggetto degli stessi investimenti emotivi di cui è oggetto un bambino, delle stesse premure, o degli stessi interventi legislativi.
A me questo pare un ritorno dell'essenzialismo che volevi evitare. Tu prendi il bambino come esemplare di uomo concreto rispetto al quale ci si deve adeguare e, ulteriore specificazione, adeguare emotivamente.
E perchè il bambino e non l'adolescente o l'adulto? E perchè solo emotivamente?
7. dare all’embrione la stessa protezione giuridica che è riconosciuta a un bambino non adegua il loro diverso modo di essere.
Verissimo, infatti io non chiedo la STESSA protezione giuridica ma quella che gli è propria.
Nessuno sta chiedendo per l'embrione il diritto di frequentare l'asilo nido, la patente di guida o il diritto di voto. I diritti (e doveri) vanno di pari passo con la capacità di goderne (e di esercitarli), ma visto che quell'embrione due cose sa fare bene, vivere e svilupparsi, chi lo difende chiede solo che gli siano assicurati questi due diritti: alla vita e allo sviluppo. Niente più. Perchè negarli?
8. La vita al suo concepimento non ‘entra’ nella comunità degli uomini al modo in cui vi entra un bambino (ma già, ovviamente, un feto che scalcia) oppure un altro uomo
Eppure io mi emoziono più alla notizia che un'amica è incinta che a quella che il feto che ha in grembo ha cominciato a scalcitare o che il suo bimbo ha smesso di fare la pipì al letto.
Un nuovo concepimento (un embrione) 'entra' nella comunità degli uomini con una forza che forse solo una nascita e una morte superano.
Pensa a quando hai saputo che tua moglie era incinta e tu eri padre, quale avvenimento più sconvolgente?
Proprio oggi ero ad una festa ed un'amica della mia ragazza ha annunciato la sua dolce attesa. Non puoi immaginare l'emozione, tutta la sera non si è parlato d'altro, eppure si trattava di un embrione, niente più. O sbaglio?
Un'ultima annotazione.
intervenire sull’embrione non procura sofferenza all’embrione.
Neppure fare a pezzi con la motosega un bambino anestetizzato gli procura sofferenza, e allora? Che criterio è questo?
Buonanotte.
Angelo
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