martedì, aprile 08, 2025

Il regno

«Nessuno, che dopo aver messo mano all’aratro volga indietro lo sguardo, è buono per il Regno di Dio.»

Talvolta noi crediamo crudeli, o, almeno, egoisti, quei chiamati da Dio che non si volgono a salutare neppure chi guarda dalla porta di casa. Ma sono, invece, anime già distanti, definitivamente perdute alla terra, perché guadagnate al Cielo.

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Preghiera:
Fa, o Signore, che nelle infime ribellioni, negli insoffocabili impulsi, nei momenti irrefrenabili, io non giunga mai a maledire il fratello, ma il male ch’è in lui. Fa — soprattutto — che nell’odiare quel male, io non dimentichi mai il tuo Discorso: «Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra».

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Combatti dunque il male che è in lui, ma amalo il tuo nemico, perché questo tuo ostile fratello è mezzo, è prova, è avvio di perfezione: una pietra del faticato lastrico che mena al Padre.

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L’eroismo è umano, la santità è sovrumana. Una volta aspiravo a quello, oggi non ambisco che a questa: e così dovrebbe ogni cristiano.
Ma noi della Verità e della Vita non siamo che larve.

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Mano a mano che procedi nel tempo, senti che la vita ti esclude. Ed è bene, perché il distacco totale sarà così meno doloroso.
Conforto ineffabile: quanto più ti respinge la terra, tanto più ti richiama il Cielo.
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Chi pecca odia, cioè rinnega l’Amore.
Dio è Amore, e perciò il peccato è contro Cristo.

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Lo so, fra i due alberi, quello dell’Eden e quello della Croce, è penoso scegliere quest’ultimo; ma tu devi considerare, fratello, che solo il secondo è albero di Vita.


2 marzo 1947

 

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