Una mano ha fermato a mezzo volo la Vittoria, che registra sullo scudo le gesta compiute contro i Daci; l’altra è mozza: presente il crollo definitivo. Pensi al gesto disperato di Sansone, giudice d’Israele, che volle seppellirsi coi nemici, tradito dalla sua concubina filistea.
Sorta la prima in un’epoca di fede e di martirio, già
splende nel sole eterno della Croce;
l’altra è spezzata dalla cieca furia del tempo, che tutto macera, abbatte,
distrugge.
L’una già respira nella Vita; l’altra è sconquassata dalla
mano fredda della Morte.
Due civiltà? Forse due modi di vita: con Dio o contro Dio.
«Tutto si fece per mezzo di Lui e senza di Lui nulla fu
fatto. In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. E la luce splende
nelle tenebre, ma le tenebre non la ricevettero.»
Cominciò da allora il lavorìo lento e inesorabile del tempo:
da quando, cioè, Iddio disse ad Adamo: «La terra è maledetta per causa tua. Col
sudore della tua fronte mangerai il pane
finché non ritornerai polvere.»
Gli uomini eressero templi agli dèi falsi e bugiardi, e il
tempo li azzannò, e l’odio li corrose dalle fondamenta.
Le colonne si ammucchiarono fino alle più alte vette, poi
sprofondarono nell’abisso.
«Ma stava per venire nel mondo la luce vera, ad illuminare
tutti gli uomini. Egli era nel mondo, e il mondo per Lui fu fatto, e il mondo
non Lo riconobbe. Venne nella sua casa, e i suoi non Lo accolsero. Ma a quanti
Lo ricevettero diede il potere di diventare figliuoli di Dio.»
Dal Limbo al Paradiso.
Cristiano, questa è la tua Genesi. Il tuo Avo è Gesù. Tu non
sei nato da sangue, né da volere di carne, né da volere d’uomo, ma solo da Dio.
Da quando il Verbo si fece carne ed abitò fra noi, tu sei colonna della Sua
Chiesa.
Auro d’Alba
9 marzo 1947
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