martedì, novembre 19, 2002
"Auspico di cuore che le famiglie, le associazioni, le comunità ecclesiali e civili diventino sempre più palestre di ospitalità, di civile convivenza, di dialogo fecondo". È quanto si è augurato Giovanni Paolo II rivolgendosi ai numerosi pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per la recita dell'Angelus di domenica 17 novembre, Giornata nazionale delle Migrazioni. "In Cristo, accogliendo ogni uomo - ha ricordato il Papa -, Dio si è fatto "migrante" nei sentieri del tempo per portare a tutti il Vangelo dell'amore e della pace. Contemplando questo mistero, come non aprirsi all'accoglienza e riconoscere che ogni essere umano è figlio dell'unico Padre celeste e quindi nostro fratello?". "Anche oggi - ha proseguito - si registrano gravi disuguaglianze, specialmente tra Nord e Sud del mondo. Ciò fa sì che la terra, divenuta sempre più "villaggio globale", sia purtroppo per gli uni un luogo di povertà e di privazioni, mentre nelle mani di altri si concentrano grandi ricchezze. In questo contesto, l'"altro" rischia di essere considerato spesso un concorrente, tanto più se è "diverso" per lingua, nazionalità e cultura". "È per questo importante - ha proseguito - che si diffonda lo spirito dell'accoglienza, da tradurre in comportamenti sociali di attenzione specialmente a chi è nel bisogno. Ognuno è chiamato a contribuire per rendere il mondo migliore".
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