Pensieri, dopo qualche giorno, su quanto avvenuto a Cosenza.
Anche a me l'iniziativa della magistratura è parsa eccessiva, specialmente per quanto riguarda le misure carcerarie ma la mia rimane l'impressione di un profano.
Non ho letto le carte e in ogni caso non avrei la competenza necessaria per esprimere giudizi fondati.
Ho imparato che è bene tacere quando non si conoscono i fatti, le circostanze, i codici e le procedure.
Ho sempre guardato con favore il cosidetto movimento 'no global' e per questo non temo di esprimere anche le mie perplessità.
Si è detto che c'è stato un tentativo di criminalizzare l'intero movimento.
Io credo il contrario. Non posso esprimermi sulle intenzioni ma chi ha deciso di aspettare la conclusione del Social Forum per effettuare gli arresti l'ha fatto con grande giudizio, non oso immaginare quel che sarebbe potuto succedere nel caso contrario. Perchè basta poco, veramente poco, una scintilla, per provocare un incendio.
Anche se ampiamente maggioritaria, dubito che la componente pacifica del movimento sia in grado di controllare i violenti, che pure ci sono.
Proprio perchè credo sinceramente nella nonviolenza ben vengano le indagini, i processi e anche le giuste condanne (che sono ben altra cosa dagli abusi delle forze dell'ordine che ci sono stati a Napoli e a Genova) per chi ha commesso reati.
Non devono esistere impunibili, solo perchè presunti capi.
Lasciamo che la magistratura lavori serenamente
Lo so che è una frase senza senso nell'Italia di oggi, ripetuta senza convinzione e continuamente da chiunque, eppure mai come ora la magistratura ha bisogno di rispetto e fiducia.
La legalità non è un valore di destra o di sinistra, è una condizione essenziale per la democrazia.
(Questo l'ho imparato proprio nella FUCI, nella prima metà degli anni '90)
Caruso non avrà la capacità di sovvertire lo Stato ma, visto che l'ho conosciuto anch'io, non è neppure san Francesco.
C'è poco da minimizzare.
Proprio perchè mi sento idealmente all'interno di questo grande movimento non ho paura di prendere le distanze da alcune sue frange.
Specialmente ora che è più che forte che mai.
Quando ho visto il film Bloody Sunday, qualche mese fa, ho pensato inevitabilmente a Napoli e Genova e riflettevo: il grande errore degli unionisti nord-irlandesi è stato quello non aver fatto prevalere la componente nonviolenta, lasciando spazio all'IRA, e così una giusta causa è stata rovinata da metodi assolutamente inaccettabili.
Mi domandavo cosa sarebbe successo in Italia e devo dire che è andata, finora, meglio di quanto credevo.
Stiamo parlando certamente di contesti e rivendicazioni molto diverse ma certe dinamiche si ripresentano.
Non bisogna mai abbassare la guardia; l'Italia ha conosciuto il terrorismo ideologico, di persone convinte di agire in nome di grandi ideali, e anche uomini cari alla FUCI ne ha pagato il prezzo.
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